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Lo splendore dei mosaici d'oro della Cappella Palatina

Cappella Palatina di Palermo. L’edificio, collocato al primo piano del Palazzo dei Normanni, nacque come oratorio privato del re. Era il 1130: quello stesso anno veniva incoronato Ruggero II, primo sovrano normanno di Sicilia, che, da abile politico qual era, favorì in tutti i modi la convivenza di culture diverse.

Cultura 14_03_2015
La Cappella Palatina a Palermo

Nella Cappella Palatina di Palermo si fondono sorprendentemente tradizioni artistiche differenti. Maestranze arabe, bizantine e latine contribuirono a creare un monumento unico al mondo, portando ciascuna il proprio apporto in termini di estro creativo e abilità artigianale. La struttura romanica, infatti, ha soffitti di fattura araba e risplende dell’ora di mosaici bizantini. L’edificio, collocato al primo piano del Palazzo dei Normanni, nacque come oratorio privato del re. Era il 1130: quello stesso anno veniva incoronato Ruggero II, primo sovrano normanno di Sicilia, che, da abile politico qual era, favorì in tutti i modi la convivenza di culture diverse.

Attualmente la cappella, dapprima isolata, è completamente avvolta dalle strutture del Palazzo: per accedervi si percorre un portico cinquecentesco e si attraversa il vestibolo che un tempo collegava questo ambiente agli appartamenti reali. Le tre navate del corpo longitudinale sono separate tra loro da colonne in granito, sormontate da capitelli compositi su cui si impostano alte arcate a ogiva, di derivazione araba. Il corridoio centrale confluisce in un presbiterio sopraelevato, sormontato da cupoletta emisferica, che riproduce un modello molto diffuso in ambiti greci. La decorazione musiva ricopre tutta la superficie disponibile. Solo una parte è ancora quella originale, essendo stati molteplici, nel passare dei secoli, gli interventi che hanno modificato l’aspetto primitivo dell’edificio. L’insieme, comunque, conserva un’armoniosa unitarietà.

Dei diversi nuclei in cui si può suddividere il fitto programma iconografico musivo, che comprende storie vetero e neotestamentarie ed episodi della vita dei Santi Pietro e Paolo, cui la cappella è intitolata, il più antico e aulico è quello della cupola. Esso risale agli anni 40 del XII secolo mentre i mosaici della navata sono leggermente più tardi. Tutti hanno funzione didascalica. Curiosa è l’immagine del globo terrestre, una sfera di acqua con tre strisce di terra, i tre Continenti allora conosciuti, a forma di y, simbolo della Trinità.  Fulcro di tutto il ciclo è lo splendido Cristo Pantocrator benedicente, circondato da arcangeli e profeti che si staglia nella sommità della calotta.

Unico nel suo genere è il soffitto fatimita a muqarna? che significa stalattiti, alveoli. È costituito da tavole molto sottili di abete dipinte a tempera. Artisti non meglio definiti, sicuramente provenienti dal Nordafrica, vi rappresentarono il paradiso coranico dove si vivono piaceri di carne e di spirito. Le figure di re e cortigiani che suonano, banchettano, si dilettano con la caccia, sono correlate da scritte arabe che elencano le qualità richieste da Dio al sovrano.  Sulla controfacciata trova posto il marmoreo trono regale mosaicato, perfettamente inserito nel mosaico soprastante, con Cristo assiso tra gli arcangeli Michele e Gabriele e i SS. Pietro e Paolo. La Cappella Palatina, che Guy de Maupassant riteneva essere la chiesa più bella del mondo, pur essendo parte di un complesso museale, è ancora aperta al culto. VI si celebra l’Eucarestia ogni domenica mattina.