Lo "spirito" del Concilio soffia sul Sinodo
La relatio post disceptationem di mons. Erdo abbandona i toni prudenti. Quel che serve è "un linguaggio realista", si legge nel documento: apertura alla comunione per i divorziati e risposati, matrimoni misti, coppie omosessuali. Abbandonata la definizione di "legge naturale". È lo "spirito del Vaticano II".
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Lo Spirito soffia dove vuole, ha detto monsignor Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo, chiudendo la conferenza stampa seguita alla presentazione della Relatio post disceptationem letta di prima mattina dal cardinale Peter Erdo, relatore generale. Continui i richiami al Vaticano II, al suo spirito e alla sua atmosfera, da parte dei padri chiamati a spiegare ai giornalisti la portata del documento che chiude la prima settimana di lavori assembleari, dedicati alla discussione generale. Un testo che di per sé non dice nulla di nuovo, mettendo insieme tutti gli elementi di cui negli scorsi giorni s’era parlato, dal confronto franco sui divorziati risposati alla questione dell’omosessualità.
Eppure, la relazione letta da Erdo ha toni ben diversi da quella assai più prudente ed equilibrata che aveva aperto il Sinodo, una settimana fa. In questo testo, tra l’altro, si abbandona perfino la definizione di “legge naturale”, giudicata “incomprensibile per chi sta fuori dalla chiesa”, preferendo parlare di “ordine della creazione”. Dopotutto, hanno spiegato i relatori, il Sinodo voleva mettere al centro il rinnovamento del linguaggio, in modo da far capire in modo chiaro e semplice all’uomo di oggi il Vangelo della famiglia. Tante le aperture, dai divorziati risposati (si fa strada in maniera forte l’ipotesi di un loro riaccostamento all’eucaristia dopo un cammino penitenziale), ai matrimoni misti, la cui “realtà positiva” va colta. Perfino le convivenze – «fatte le debite differenze» – meritano uno sguardo misericordioso da parte della chiesa. A ogni modo, in riferimento a tutte le situazioni difficili, «nel Sinodo è risuonata chiara la necessità di scelte pastorali coraggiose», con i padri che hanno «avvertito l’urgenza di cammini pastorali nuovi, che partano dall’effettiva realtà delle fragilità familiari, riconoscendo che esse, il più delle volte, sono più subite che scelte in piena libertà». «Non è saggio - ha aggiunto Erdo - pensare a soluzioni uniche o ispirate alla logica del tutto o niente».
Dubbi da “non pochi padri”, sono stati espressi riguardo la differenza tra comunione spirituale e sacramentale. Se è possibile la prima, ci s’è chiesti in assemblea, «perché non si può accedere a quella sacramentale?». Joseph Ratzinger aveva già risposto, ma «è stato sollecitato un maggior approfondimento teologico a partire dai legami tra sacramento del matrimonio e eucaristia in rapporto alla chiesa-sacramento». Di assoluto rilievo quanto messo nero su bianco circa l’accoglienza delle persone omosessuali, le quali «hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana». Benché «la Chiesa affermi che le unioni tra persone dello stesso sesso non possano essere equiparate al matrimonio fra uomo e donna», «si prende atto che vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partner». Mons. Forte, in conferenza stampa, ha sottolineato che «gli omosessuali hanno diritti che devono essere difesi e garantiti». Comunque, ha chiarito Erdo, «non è accettabile che si vogliano esercitare pressioni sull’atteggiamento dei pastori o che organismi internazionali condizionino aiuti finanziari all’introduzione di normative ispirate all’ideologia del gender».
Quel che serve “è un linguaggio realista”, si legge nel documento, che ha comunque incontrato alcune resistenze in aula, se è vero che ben quarantuno padri sinodali hanno preso “liberamente” la parola per intervenire nella mattinata. E alcuni hanno criticato il testo, come ha confermato il cardinale Erdo. Il presidente delegato, cardinale Tagle, ha comunque ricordato che si tratta di una relazione provvisoria, visto che ora entreranno in gioco i circuli minores, i gruppi ristretti dove potranno essere proposte modifiche alla relatio post disceptationem. Il tutto per giungere a una Relatio Synodi più equilibrata, nonostante lo schieramento conservatore (guidato dai vescovi americani, molto dubbiosi sul via libera al riaccostamento all’eucaristia dei divorziati risposati) appaia in forte minoranza. Intanto, il Papa ha deciso di allargare il tema del Sinodo ordinario del 2015 (4-25 ottobre), che avrà come titolo “La vocazione e la missione della famiglia nella chiesa del mondo contemporaneo”.
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