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MULTICULTURALISMO

L'islam a Modena è materia di insegnamento. O indottrinamento

A San Felice su Panaro (Modena) la domenica c'è una scuola che non resterà chiusa. Il consiglio d'istituto della scuola elementare di via Montalcini ha deciso che fosse il caso di rendere più ricco il bagaglio culturale delle giovani menti. Alla domenica si terranno lezioni di islam, tenute e organizzate da un'associazione di volontariato, destinate a ragazzi nordafricani e mediorientali. Quanto è possibile stabilire il confine sottile fra cultura e indottrinamento, in questo e tanti altri casi? Fa bene all'integrazione una lezione separata di islam, la domenica?

Educazione 11_01_2019
Musulmani a scuola

A San Felice su Panaro (Modena) la domenica c'è una scuola che non resterà chiusa. Il consiglio d'istituto della scuola elementare di via Montalcini ha deciso che fosse il caso di rendere più ricco il bagaglio culturale delle giovani menti, e l'islam era proprio quello che mancava.

E' stato dato così il via libera all’associazione "La Pace" (composta da immigrati del Nordafrica) perché si occupino delle lezioni rivolte ai duecento bambini circa, tra i 6 ed i 14 anni, le cui famiglie provengono da paesi nordafricani e arabi, ma non solo. Sono venuti qui per integrarsi o per indottrinarsi? E' la prima domanda che ci si pone dinanzi a un'Italia che intende mortificare anche il suo giorno di festa in nome di un ecumenismo a senso unico. Nel cuore della Bassa modenese colpita dal sisma del 2012 e dove tre anni dopo l’emiro del Qatar ha finanziato un importante centro islamico, l’associazione ha spiegato ad alcuni genitori contrari all’iniziativa che le lezioni riguarderanno esclusivamente l'insegnamento dell’arabo e dell’islam inteso "come religione di pace". A "la Pace" sono state consegnate direttamente le chiavi della scuola. Così, ogni domenica, al costo di dieci euro mensili, dalle 9 alle 12.30 niente corsi di approfondimento per meglio conoscere la nostra lingua, cultura radici e tradizioni. Ma via libera solo all'islam.

Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia, ha commentato immediatamente la novità emiliana: «Un’iniziativa inaccettabile che contribuisce a creare ghetti. L’insegnamento della religione cattolica a scuola, nel nostro Paese, è frutto di un concordato tra Stato e Chiesa. Portare l’islam nelle aule, per quanto in un progetto singolo, è un precedente assolutamente inopportuno». «Abbiamo presentato una interrogazione parlamentare al ministro della Istruzione Marco Bussetti e chiediamo l’immediata sospensione di questa folle iniziativa», rincara la dose il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti. Un'iniziativa simile era stata promossa un paio di mesi fa, a Parma, dall’associazione 'La Ginestra', insieme all’associazione studentesca 'Vita activa', con il patrocinio del Comune e dell’Ateneo che ha organizzato un breve corso sui fondamenti dell’islam ricorrendo a un noto islamologo. Per il corso, in tre lezioni, era stata scelta l’Aula Magna del liceo Toschi. L'Emilia Romagna risulta essere, pertanto, all'avanguardia circa la promozione dell'ideologia islamica nelle giovani menti. 

D'altronde credere davvero che le lezioni sul credo musulmano raccontino di una religione di pace è mera ingenuità. Oppure i corsi non raccontano d'islam. È storicamente analfabeta affermare che la guerra è estranea all'islam, ed è teologicamente infondato sostenere che il jihad sia semplicemente una lotta interiore personale senza alcun correlato militare esterno. Sin dagli albori l'islam costituì uno stato unitario inteso alla conquista militare. Il 'Profeta' morì da leader militare di successo, che aveva creato un unico governo islamico che si espanse - attraverso la guerra - in tutto il mondo conosciuto. Il califfato combinava la doppia logica di una comunità religiosa e di uno stato imperiale. L'islam, inoltre, ha un estremo senso sacro del territorio. Da qui la principale richiesta di bin Laden per la 'partenza' di tutti gli infedeli dalle "terre sante musulmane". 

E anche se ci si sofferma solo sulla natura e struttura che ha la scuola nell'accezione islamica, le cose non si mettono meglio. Nella storia della cultura islamica, la madrasa è l'istituto educativo (pubblico o privato), che propone un percorso formativo basato sullʼacquisizione dei principi della religione islamica; la cui comprensione, poi, giustifica lʼapprendimento della lingua araba, della storia e della letteratura sacra dellʼIslam.  È su questo modello che verranno organizzate le lezioni importate nella scuola elementare italiana?

Nei momenti di panico che fecero seguito agli attacchi dell' 11 settembre, Colin Powell e Donald Rumsfeld, noti per il loro disaccordo in materia di politica estera, si trovarono concordi sul pericolo rappresentato dalle madrasa. Nel 2003 Rumselfd si chiedeva: «stiamo catturando, uccidendo, dissuadendo ogni giorno più terroristi di quanti le madrasa e il clero radicale non stiano reclutando, addestrando e mettendo in campo contro di noi?». Un anno dopo, Colin Powell descriveva le madrasa come un vivaio di fondamentalisti e terroristi. E in Inghilterra, dopo l'attentato alla metropolitana londinese, la stampa inglese si allineò sulla posizione dell'amministrazione americana additando le madrasa come ispiratrici del fanatismo omicida. L'ultimo censimento nel Belpaese sul numero di scuole coraniche in Italia risale al 2011 circa, prodotto dal Centro antiterrorismo israeliano, racconta di ottantotto istituti nei quali vengono rafforzati gli ideali radicali, in netta contrapposizione con quelli democratici. E in diverse di queste scuole insegnano che l’unica vera religione è l’islam, le altre sono interamente false. 

Il dossier denunciava poi come «la maggior parte di esse sono paragonabili alle scuole domenicali cattoliche e, pertanto, hanno una funzione aggiunta rispetto al programma di studio della scuola pubblica italiana, frequentata dalla maggioranza dei giovani musulmani. Tuttavia, alcuni istituti coranici presentano due questioni principali. La prima è data dal fatto che, in certi casi, l'istruzione ricevuta in tali scuole soppianta quella della scuola pubblica italiana. Ad esempio, la scuola coranica di viale Jenner a Milano è stata concepita e creata per famiglie residenti in Italia temporaneamente, allo scopo di far ritorno nel paese d'origine». La seconda questione segnalata dal dossier «è posta dall’incompatibilità di alcuni insegnamenti con la società italiana e occidentale [...]». 

Un microcosmo teso ad evitare, quindi, accuratamente lo sviluppo di qualsiasi forma di integrazione con il Paese in cui si vive. E non si può sottovalutare a questo punto il fatto che questo genere di percorso inizi in tenerissima età.