Lione, i Lupi Grigi turchi scatenano la caccia all'armeno
Centinaia di turchi si sono riversati nelle vie delle cittadine di Vienne e del sobborgo lionese di Décines-Charpieu, nelle vie di quartieri abitati da armeni. Quella dei turchi era intesa come una “contro-manifestazione”, ma si è palesata come una vera caccia all’armeno, fallita solo per la massiccia presenza della polizia francese.
Centinaia di turchi si sono riversati nelle vie delle cittadine di Vienne e del sobborgo lionese di Décines-Charpieu, nelle vie di quartieri abitati da armeni. Quella dei turchi era intesa come una “contro-manifestazione”, ma si è palesata come una vera caccia all’armeno, fallita solo per la massiccia presenza della polizia francese.
Gli armeni francesi, dopo aver organizzato una manifestazione pacifica al confine con la Svizzera, mercoledì 28 ne ha organizzata un’altra, sull’autostrada A7, nei pressi del casello di Vienne, cittadina sull’Isère, a Sud di Lione. Un’ottantina di armeni, muniti di bandiere armene e striscioni hanno picchettato l’autostrada nei due sensi di marcia alle 7,30 del mattino. Un manifestante che si è fatto chiamare “Arthur” ai microfoni della Agence France Presse, ha dichiarato che la manifestazione fosse un modo per richiamare l’attenzione del pubblico alla guerra del Nagorno Karabakh, “vogliamo impedire un secondo genocidio, vogliamo la pace”. A parte il disagio del traffico deviato su altre strade, tutto è filato liscio, finché non sono arrivati i turchi. La prefettura dell’Isère ha comunicato lo scoppio di un “tafferuglio” fra automobilisti, in realtà, come è poi emerso sulla stampa locale, erano contro-manifestanti turchi, armati di spranghe, martelli e coltelli che attaccavano gli armeni. I feriti sono stati quattro, di cui uno, un armeno, ricoverato a Vienne, ferito da colpi di martello.
La tensione si è dunque trasferita a Vienne, dove si è temuto il peggio attorno all’ospedale in cui era ricoverato l’armeno e nel corso della serata la “rappresaglia” turca non si è fatta attendere. Sia a Vienne che a Décines-Charpieu (sobborgo orientale di Lione), centinaia di cittadini turchi e azeri, organizzati dai Lupi Grigi (lo stesso movimento nazionalista in cui militava Ali Agca, l’attentatore di Giovanni Paolo II) sono scesi in strada, gridando minacce contro le comunità armene locali. Fra gli slogan anche “Allah Akhbar”, “Uccidiamo gli armeni”. Décines-Charpieu è particolarmente sensibile, perché ospita un memoriale del genocidio armeno, inaugurato il 24 aprile 1965, nel cinquantesimo anniversario dei suo inizio. La tensione era alle stelle e solo la presenza massiccia della polizia ha evitato il peggio. Alle 11 di sera, dopo tre ore di manifestazioni, i turchi si sono dispersi. Un’auto della polizia è stata assaltata, ma non ci sono stati feriti, solo un vetro rotto.
Paura nella comunità armena, che ha denunciato l’azione dei Lupi Grigi e chiede la messa al bando dell’organizzazione nazionalista turca. “Questi gruppi, foraggiati dal presidente turco, stanno indebolendo il nostro modello di società”, ha dichiarato Sarah Tanzilli, presidente della Casa della cultura armena di Décines. “E’ la stessa logica in base alla quale si arriva all’odio delle caricature – aggiunge la Tanzilli – Sono delle pressioni volte a limitare il nostro diritto di libertà d’espressione, in un Paese in cui questo diritto è fondamentale”.