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UOMINI E MACCHINE

L'Intelligenza Artificiale non ci ruberà il lavoro, almeno per ora

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Il fondatore di Klarna, azienda svedese di pagamenti dilazionati, ha ridotto il personale sostituendo i dipendenti con l'intelligenza artificiale. Ma nonostante le notizie-shock, l'IA non è in grado di sostituire l'uomo se non in piccola parte.

Economia 16_04_2025
Sebastian Siemiatkowski, Ad di Klarna

La recente uscita di Sebastian Siemiatkowski, CEO di Klarna, sull'imminente rivoluzione dell'IA nel mondo del lavoro ha riacceso il dibattito sul futuro dell'automazione. Il dirigente dell'azienda svedese di pagamenti dilazionati si è distinto per la sua inusuale franchezza, affermando che l'intelligenza artificiale può sostituire completamente molti lavori umani. Ma quanto c'è di vero in queste dichiarazioni e quanto è invece strategia di marketing?

Klarna ha certamente ottenuto risultati significativi con l'implementazione dell'IA: 10 milioni di dollari di risparmi annui nel marketing, riduzione del personale da 5mila a 4mila dipendenti (con l'obiettivo di arrivare a 2mila), e persino la creazione di un avatar digitale del CEO per presentare i risultati trimestrali.

Tuttavia, questa narrativa aggressiva sull'IA sembra essere parte di una strategia più ampia: dopo aver visto la propria valutazione crollare da 45,6 a 6,7 miliardi nel 2022, l'azienda sta preparando la quotazione in borsa e ha bisogno di una storia convincente per gli investitori.

La realtà dell'intelligenza artificiale è infatti più sfumata di quanto suggerito da Siemiatkowski. Se da un lato l'IA eccelle nell'automatizzare compiti specifici e ripetitivi, aumentare l'efficienza dei processi esistenti e supportare decisioni basate sui dati, dall'altro mostra ancora significative limitazioni. La comprensione contestuale, il pensiero creativo genuino, l'intelligenza emotiva e l'adattabilità a situazioni impreviste rimangono domini in cui l'essere umano mantiene un netto vantaggio. Per ora.

Come sottolinea il professor Brynjolfsson di Stanford, la maggior parte dei lavori è un mosaico complesso di compiti diversi. Mentre l'IA può gestirne efficacemente alcuni, fatica ancora a combinarli tutti con la stessa flessibilità e comprensione di un essere umano. È più realistico aspettarsi una trasformazione dei ruoli esistenti piuttosto che una loro completa eliminazione, con l'emergere di nuove professioni legate all'IA e una maggiore collaborazione uomo-macchina.

Le dichiarazioni di Siemiatkowski sembrano quindi più un'abile mossa di marketing che una valutazione obiettiva delle attuali capacità dell'IA. La sua trasparenza inusuale nel discutere le potenziali riduzioni della forza lavoro ha certamente catturato l'attenzione degli investitori, tanto che la valutazione prevista per l'IPO di Klarna è triplicata. Tuttavia, questa narrativa rischia di creare aspettative irrealistiche sulle capacità dell'IA e timori eccessivi sulla sicurezza del lavoro.

Il futuro probabilmente vedrà una progressiva integrazione dell'IA nei processi lavorativi, con l'automazione di compiti specifici all'interno di professioni più ampie, piuttosto che una sostituzione totale dei lavoratori. La sfida per le aziende sarà gestire questa transizione in modo equilibrato, sfruttando i vantaggi dell'automazione senza perdere le insostituibili capacità umane di creatività, empatia e pensiero critico.

L’Intelligenza Artificiale sostituirà l’uomo in ogni suo lavoro? Difficile a dirsi. Attualmente lo scenario sembra parecchio veloce, ma siamo abituati a brusche accelerazioni dei processi innovativi, specialmente quando hanno un impatto così potenzialmente pervasivo in ogni ambito. Non sappiamo, ed è impossibile prevedere, quando ci sarà un limite alle nostre possibilità, e quanto riusciremo a spostarlo più in là, come una continua esplorazione di frontiere sconosciute.

Ad oggi, però, forse si potrebbe rifrasare il quesito. La vera questione non è quindi se l'IA sostituirà completamente il lavoro umano, ma come possiamo utilizzare al meglio questa tecnologia per potenziare e trasformare le nostre capacità professionali, creando nuove opportunità. Certamente, l’evoluzione della tecnologia dovrà procedere di pari passi con un rinnovamento sociale e una capacità politica adeguata a gestire le nuove sfide del lavoro.