L'inganno del porno educativo, coi social a far da esca
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Siffredi alleato del governo per vietare la pornografia ai minori è lo stesso che invita Arisa nel mondo dell'hard per un porno educativo. E che si serve dei social per attirare i futuri fruitori dei suoi prodotti grazie a giovanissime esche.
Ma il Rocco Siffredi che a Eugenia Roccella parla di educazione da portare nelle scuole per spiegare che cosa sono il porno e la sessualità è lo stesso Rocco Siffredi che non più tardi di due giorni fa proponeva alla cantante Arisa di fare un porno educativo insieme?
Qualcuno avverta la ministra che se intende lanciare la crociata del porno vietato ai minori pensando di imbarcare una variegata compagnia che va da don Maurizio Patriciello al pornodivo abruzzese, significa che almeno uno di loro è fuori posto. Che cosa ci sarebbe infatti di educativo in un porno? O, riformuliamo, quale è il concetto di educazione che Siffredi può portare ai giovani ai quali vorrebbe vietare l’accesso libero dei portali web per dirottarli, da adulti, sui suoi canali?
Registriamo che la calda estate 2023 verrà intanto ricordata per la prima “alleanza” tra un ministro della Repubblica e un pornodivo, con la scusa dell’educazione. Nel dibattito iniziato con la Roccella nel puntare il dito contro il porno, che ultimamente è diventato violento e proseguito con il signorsì di Siffredi, abbiamo assistito anche all’accalorata ripresa della ministra della famiglia nello sdilinquirsi per l’adesione di Siffredi alla sua proposta di vietare il porno ai minori. “Non me lo aspettavo il suo sostegno, non era scontato”.
Bene, adesso, dunque, che nel nome dell’educazione, Siffredi è salito sul carro del governo per la crociata anti-porno selvaggio e pro-minori, è bene però che qualcuno si chiarisca le idee su che cos’è l’educazione di cui parla Siffredi, non sia mai che si rischi di prendere qualche abbaglio.
Perché è facile pensare di vietare ai minori portali ad accesso gratuito come pornhub o youporn, più difficile mettere a sistema il fatto che non è che esiste un porno accettabile – o educativo – contro uno selvaggio, sregolato, che nutre sentimenti di violenza nei confronti delle donne. Se non si comprende che il problema non è il porno ai minori, ma il porno in sé, quando questi saranno maggiorenni, approderanno senza problemi alla visione di filmini dopo essere stati preparati da un sistema di social e mediatico che è fortemente permeato di pornografia.
“Continua sempre a inseguire i tuoi sogni”. Questo innocuo augurio, dal vago sapore romantico educativo, compare nella pergamena consegnata da Siffredi alla vincitrice della sua Academy, nel giugno scorso. Lei, Shelena come nome d’arte Elena all’anagrafe, proveniente da Ragusa, sorride emozionatissima per l’esperienza appena terminata che le frutterà l’ingresso nel “magico” e perverso mondo dell’hard.
I giornali siciliani sono entusiasti come se avesse vinto il Festival di Sanremo e presentano la giovane 23enne come una piccola star che da Onlyfans è approdata alla corte di Re Rocco per coronare il suo sogno. Ed è qui che si consuma il grande inganno di Siffredi, che con una mano dice di voler vietare l’hard sui siti ad accesso libero, ma con l’altra costruisce la sua rete proprio grazie ai social che veicolano certi messaggi.
Shelena infatti, come tutte le giovanissime ragazze appena maggiorenni che Siffredi arruola, utilizza proprio i social per farsi conoscere. Il suo profilo Istagram, ad esempio, conta 77mila followers, ed è pieno di foto ammiccanti, certo non pornografiche, ma che rimandano ai link di Telegram e Onlyfans dove l’adulto, pagante, potrà dar sfogo alla sua lussuria. Il minore che segue viene così attratto e in un qualche modo anche se non può entrare guarda dal buco della serratura e nel frattempo coltiva la libido.
È un meccanismo che si nutre di esche, prede e lupi che adescano. L’ipocrisia di Siffredi è evidente: parla di educazione nel porno, si scandalizza per l’hard a portata di mano dei minori, ma è il primo a servirsi del web libero per gettare la sua rete dove esche giovanissime e appena maggiorenni catturano le prede.
È questa educazione? No, come non è certo educazione il fatto che sui social si censurino le opinioni di chi è contro i vaccini, ma si lascia tranquillamente scorrazzare chi invita alla pornodipendenza.
Ma bloccare i social è davvero difficile. Nel frattempo, però, mentre il governo dovrà illustrare il suo piano d’azione, è bene informare che qualche strumento in più è pronto a entrare in campo. Entrerà in funzione in autunno il sistema di parental control licenziato nell’ambito del Decreto giustizia del 2020 che impone ai produttori di smartphone e pc di offrire di default alla vendita delle app attraverso cui i genitori possano regolare l’accesso dei figli a internet.
Ci sono voluti quasi tre anni per farlo entrare in funzione, perché nel frattempo, complice un emendamento votato dalla Sinistra, l’Autorità garante delle Comunicazioni si è presa tutto il suo tempo per studiare la faccenda. Ma a volere quel controllo era stato l’allora parlamentare leghista Simone Pillon, che fece approvare un emendamento grazie al quale ora il parental control può entrare in azione. «Considero quell’emendamento uno dei miei principali successi politici», ha spiegato Pillon alla Bussola.
Dunque, gli strumenti ci sono. Quello che manca però è una cultura che consideri la pornografia il male in sé e non una degenerazione di volta in volta da condannare: per minori, con oggetto le violenze e gli stupri etc… Semmai queste sono “aggravanti” di un fenomeno che è sdoganato e accettato ormai dal comune sentire come normale. Del resto, se non fosse normalizzata la pornografia, il Comune di Ortona si sarebbe ben guardato dal consegnare al suo “illustre” cittadino Rocco Siffredi la massima onorificenza della città.
E invece il pornodivo viene invitato come ospite d’onore, intervistato dal media system come una celebrità mentre sui social è acclamato e ammirato dai giovanissimi come un eroe nazionale. Qui stanno l’ipocrisia e la mala educaciòn di un sistema perverso, che spaccia il porno come qualcosa di accettabile e per nulla degradante l’umano.
Hai voglia a oscurare i siti gratis se poi il re dell’hard viene osannato da un sistema oliato e ormai pervasivo come un illustre italiano di cui andare fieri. Almeno essere chiari sulle finalità di certi provvedimenti e sulla compagnia che si spera di avere al proprio fianco sarebbe cosa saggia.
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