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bolla digitale

L'implosione dell'AI può aggravare il rischio recessione

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Una tempesta finanziaria è alle porte? È presto per dirlo ma non per cogliere determinati segnali: tra i titoli più colpiti in queste ore ci sono tutti quelli legati alla tecnologia. E qualcuno ipotizza che la trasformazione digitale abbia già esaurito il suo potenziale espansivo.

Economia 09_08_2024
CARLO CARINO BY AI MID

Nelle ultime settimane le turbolenze sui mercati finanziari hanno scatenato paure diventate virali, allarmando sia i governi che le comunità di molti Paesi, tra cui il nostro. È dietro l’angolo una nuova recessione? La tempesta finanziaria proseguirà abbattendosi su famiglie e imprese e riporterà le lancette dell’orologio a epoche contrassegnate da una devastante instabilità?

È presto per dirlo perché le variabili sono tantissime e i segnali sono per certi aspetti contraddittori. Di sicuro sarà ancora una volta decisiva la tenuta dell’economia americana, che risentirà dei conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente e della campagna elettorale per il dopo Biden. Il dilemma che avranno di fronte gli elettori americani è tra il possibile isolazionismo di Donald Trump e una più forte tassazione di Kamala Harris. In entrambi i casi i riflessi sulla finanza internazionale sono al momento imprevedibili.

Ma c’è un altro segnale che si può cogliere esaminando il recentissimo andamento dei mercati finanziari. Qualcuno azzarda perfino che sia già scoppiata la bolla dell’Intelligenza Artificiale, cioè che questa trasformazione digitale abbia già esaurito il suo potenziale espansivo in termini di remunerazione degli investimenti e stia diventando quasi una palla al piede per il sistema finanziario globale. Infatti, tra i titoli più colpiti dai sommovimenti di queste ore ci sono tutti i titoli tecnologici come Nvidia, Apple, Tesla, Broadcom, Super Micro Computer, lunedì scorso in calo tra il 7% e il 9% (non a caso c’è stato chi ha parlato di “lunedì nero”).
Il riassestamento dei titoli tecnologici, in un clima di grande nervosismo tra gli operatori, ha poi avuto un punto di caduta attorno ai 4-5 punti di perdita. C’è una diffusa percezione della precarietà degli investimenti in soluzioni di Intelligenza Artificiale, che non offrirebbero grandi margini di monetizzazione. Non sarebbe cioè particolarmente conveniente per le aziende del settore tecnologico puntare su quella trasformazione digitale.

D’altra parte molti analisti hanno la memoria corta e dimenticano che ciclicamente le rivoluzioni tecnologiche hanno delle ripercussioni sulle borse. Proprio trent’anni fa, nel 1994, nacque la new economy, con la quotazione in borsa della società Netscape, che aveva prodotto il primo browser commerciale per Internet, aprendo la strada all’espansione delle dot-com companies, che all’inizio attiravano investimenti sull’onda dell’innovazione, alimentando l’euforia per ingenti guadagni sul valore dei titoli emessi dalle aziende del comparto.

La stessa dinamica si sta riproducendo oggi con l’Intelligenza Artificiale, che sta giocando lo stesso ruolo delle dot-com di trent’anni fa. Sono già diversi anni che le aziende interessate allo sviluppo dell’AI investono in questo campo e galvanizzano i mercati, garantendo rendimenti nettamente superiori a quelli dei titoli di Stato. Oggi, però, sembra che tale meccanismo si stia inceppando a causa della scarsa remunerazione di questi titoli, collegata ai ridotti margini di monetizzazione sui prodotti di AI creati dalle aziende.

Se questa percezione dovesse confermarsi nei prossimi mesi, assisteremmo a un ripensamento delle politiche sull’AI da parte di grandi player del settore tra cui Apple, Microsoft, Nvidia, Alphabet (Google), Amazon, Meta (Facebook) e Tesla, il che potrebbe frenare lo slancio rivoluzionario dell’AI e contrarne l’espansione. La fortissima e incontrollabile finanziarizzazione dell’economia determina anche i movimenti dell’economia reale e orienta le strategie delle aziende, con ripercussioni evidenti sullo sviluppo delle società e degli Stati.
Nel caso dell’Intelligenza Artificiale, se non saranno gli Stati a stanziare ingenti risorse per investimenti in AI, in un’ottica antropocentrica, democratica e inclusiva, l’implosione del mercato dell’AI potrebbe essere inevitabile e avere un impatto notevole sull’economia digitale e anche su quella reale.



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