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IL CASO

Lilla, la capitale della massoneria francese

Uno scandalo sessuale che coinvolge politici fa emergere una realtà inquietante, dove - con ben 80 logge - la massoneria la fa da padrona.

Attualità 06_02_2012
L'Express
Non sempre il maltempo viene per nuocere. Bloccato a Lilla dal freddo eccezionale che ha fermato i treni tra Parigi e Bruxelles, ne ho approfittato per costruirmi una piccola - ma non piccolissima - rassegna stampa locale sulle reazioni all'inchiesta di venti pagine che il numero datato 7 febbraio del settimanale «L'Express», già in edicola da un paio di giorni, dedica alla massoneria nella città della Francia settentrionale. Secondo questa inchiesta la città conta, su 225.000 abitanti, il numero strabiliante di tremila massoni, con ottanta logge. Se si prende in esame la regione Nord, che comprende Roubaix e Villeneuve-d'Ascq, le logge sono 92, con oltre cinquemila iniziati.

Tanto basta a fare di Lilla una capitale della massoneria francese ed europea, e - come dichiara un manager non massone a «L'Express» - «una città di cui non si capisce nulla se non si considera la sua dimensione massonica».

E Lilla non è irrilevante per la politica. Sta al Partito Socialista francese come Bologna sta al Partito Democratico in Italia. La segretaria del Partito Socialista, Martine Aubry, figlia dell'ex presidente della Commissione Europea Jacques Delors, è anche sindaco di Lilla. Intervistata da «L'Express» la Aubry ha smentito le voci secondo cui il suo secondo marito, l'avvocato Jean-Louis Brochen, sarebbe anche lui massone, e conferma invece di avere semmai cercato di arginare in Comune lo strapotere delle logge, le quali dal canto loro le rimproverano una serie di dichiarazioni di simpatia verso personalità e istituzioni cattoliche. Ma, a credere a «L'Express» l'alta burocrazia comunale a Lilla è ancora piena di massoni, e secondo alcune voci - che altri smentiscono - si tratta piuttosto di problemi in famiglia: i sostenitori massoni della Aubry si sarebbero semplicemente separati dalla loggia storica del Grande Oriente di Francia, la Luce del Nord, per costituire nell'ambito della stessa obbedienza massonica una loggia "aubrista", Res Publica.

Se dal comune si sale al Parlamento le cose vanno nella stessa direzione: quasi tutti i deputati, che siano di destra o di sinistra, sarebbero massoni. Uno, che si presenta come l'unico deputato non massone della zona, secondo altri è massone anche lui. Il responsabile della cronaca giudiziaria del giornale locale «Nord Eclair» stima che «più della metà degli avvocati, e anche dei giudici importanti, siano massoni».  I «fratelli» dominano l'economia - un loro feudo è la grande società di riscaldamento Dalkia, guidata dal massone Bernard Lecomte -, i sindacati, lo sport. Quanto alle banche, un intervistato afferma che «nelle Casse di Risparmio della regione non si può diventare presidenti o membri del consiglio di amministrazione senza essere massoni», mentre nel settore localmente importante del credito cooperativo tradizionalmente a Lilla il Credit Agricole era gestito dalla massoneria e il Credit Mutuel da cattolici.

Che le cose stiano ancora così è confermato dall'ex ministro dell'Agricoltura e presidente del Credit Mutuel Philippe Vasseur, non massone ma tuttavia - commenta maliziosamente «L'Express», ormai anche lui «ben circondato... senza però che se ne renda sempre conto. Ha scoperto solo con ritardo che il suo assistente parlamentare di un tempo, Philippe Rapeneau, ora consigliere regionale, è membro del Grande Oriente. E forse ora scoprirà leggendo L'Express che il direttore generale della Camera Regionale di Commercio e Industria, di cui Vasseur è presidente, Jean-Baptiste Tivolle, fa parte anche lui del Grande Oriente».

L'inchiesta de «L'Express» ha un punto di partenza: uno scandalo che appassiona i francesi, come capita sempre - anche da noi - quando si mescolano prostituzione e politica. Al lussuoso Hotel Carlton di Lilla è stato scoperto un giro di escort provenienti dal Belgio che, con la complicità del direttore dell'albergo, s'incontravano nelle stanze con clienti VIP, tra cui l'immancabile - per questo genere di cose - ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn. La prostituzione è illegale in Francia ma organizzatori e clienti non avevano paura della polizia: in effetti il capo della polizia della Regione Nord è egli stesso fra gli imputati, accusato di essere stato insieme organizzatore e cliente del giro di escort. Ora, tra sette persone incriminate per lo scandalo del Carlton, sei fanno parte della massoneria di Lilla. Pura coincidenza?

Ci si può anche chiedere perché la massoneria sia onnipotente nella città francese del Nord. Una prima risposta è che - anche qui, con caratteristiche simili alle «regioni rosse» italiane - a Lilla vi è da decenni un'egemonia assoluta del Partito Socialista. Non solo la sua classe dirigente si è in maggioranza formata nelle logge ma, a differenza di quanto avviene in altre regioni della Francia, le due principali obbedienze - il Grande Oriente e la Gran Loggia - sono entrambe dominate, da un secolo, da esponenti socialisti. Forse per questo un socialista come Strauss-Kahn poteva pensare di passarla liscia a Lilla più facilmente che a New York.

Ma la ragione di fondo è che Lilla e il Nord sono tradizionalmente fra le regioni più cattoliche della Francia.  L'industria laniera, fino a qualche anno fa egemone nell'economia regionale, è stata dominata per decenni da un gruppo di famiglie cattoliche e conservatrici. Non è forse un caso che in una famiglia legata all'industria della lana sia nato nel 1905 a Tourcoing, nel Nord, monsignor Marcel Lefebvre (1905-1991). Lilla e il Nord si sono messe così a funzionare come il Belgio, dove si vive - o si è vissuti per anni - secondo quello che i sociologi chiamano il sistema dei «pilastri». Ciascuno vive, dalla culla alla bara, nel pilastro cattolico ovvero in quello laico-massonico-socialista.

Chi nasce cattolico andrà alla scuola cattolica, all'università cattolica - in Belgio, l'Università di Lovanio -, farà le vacanze con gli scout cattolici, lì magari conoscerà sua moglie e lavorerà in un'impresa cattolica. Mentre un figlio di massoni andrà alla scuola pubblica dominata da insegnanti massoni, studierà all'Università Libera di Bruxelles - per anni ufficialmente sostenuta dalla massoneria -, andrà in vacanza con gli scout «laici» - anch'essi ampiamente legati al mondo massonico - e, dopo essersi sposato in comune, andrà forse a lavorare in una banca o un'impresa i cui dirigenti sono legati alle logge.

A Lilla e nel Nord della Francia la situazione è la stessa. Se la massoneria è presente dal Settecento, è all'inizio del XX secolo che scuola si oppone a scuola, università a università, banca a banca, all'interno della costruzione di un pilastro massonico e socialista utilizzato dalla politica, dagli insegnanti di scuola pubblica e dagli avvocati per scalzare l'egemonia degli imprenditori del settore tessile, quasi tutti cattolici. Vale in Italia per la città di Torino: è dove c'è una grande tradizione cattolica che la cultura si polarizza e i massoni si organizzano con più vigore. A Lilla, non sono cose d'altri tempi. Sono sulle prime pagine dei giornali questa settimana.