L'ideologia del "Mondo russo", tentazione per i cristiani
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La "Guerra santa" invocata dal XXV Concilio mondiale del popolo russo, presieduto dal patriarca Kirill, va ben oltre la difesa dei "valori tradizionali", peraltro contraddetta da una repressione interna superiore a quella dell'era sovietica. Dovremmo meditare la risposta dello starets Giovanni all'Anticristo.
- LA LETTERA: Tra Russia e Usa scelgo la Verità, di Alberto Leoni
Un fantasma si aggira per l’Europa: quello della trattativa con la Russia di Putin. Che sia un fantasma creato dal nostro buon senso occidentale e con ogni buona intenzione, nessuno lo mette in dubbio, non dopo centinaia di migliaia di morti e feriti; ma il punto è che, finché l’esercito russo disporrà di una superiorità schiacciante in uomini e mezzi non c’è alcuna possibilità che Putin possa rinunciare alla vittoria: ed è lo stesso Putin ad averlo dichiarato in una intervista del 12 marzo scorso “Per noi negoziare adesso solo perché loro hanno finite le munizioni è ridicolo” . Il che è del tutto comprensibile. Molto meno lo è la presa di posizione del XXV Concilio mondiale del popolo russo (organismo che riunisce organizzazioni pubbliche, scienziati e politici sotto l’egida della Chiesa ortodossa), presieduto dal patriarca Kirill, così come emerge dal documento approvato il 27 marzo scorso e il cui testo completo è reperibile sul sito de “La Nuova Europa.
Vediamone i punti salienti a cominciare da quello più discusso:
L’Operazione militare speciale costituisce una nuova fase della lotta di liberazione nazionale del popolo russo contro il regime criminale di Kiev e l’Occidente collettivo che lo sostiene, che si combatte nei territori della Russia sud-occidentale dal 2014 (..) Dal punto di vista spirituale e morale l’Operazione militare speciale è una Guerra santa, in cui la Russia e il suo popolo (..) svolgono la missione di «Baluardo» [Katéchon] in difesa del mondo dall’assalto del globalismo e dalla vittoria dell’Occidente caduto nel satanismo. Una volta conclusa l’Operazione militare speciale, tutto il territorio dell’attuale Ucraina dovrà rientrare nella zona di influenza esclusiva della Russia..
Già da questo primo punto si denota come la possibilità di una pace negoziata o di una trattativa sia completamente esclusa da parte russa.
Il secondo punto non è meno importante e riguarda l’ideologia del “Mondo russo”
La Russia è creatore, sostegno e difensore del “Mondo russo”(..) La sua missione storica è quella di sventare ogni volta i tentativi di instaurare nel mondo un’egemonia universale, e di sottomettere l’umanità a un unico principio malvagio.(..)
Seguono altre enunciazioni sul ruolo della famiglia, sui valori etici e religiosi tradizionali. Il punto più interessante è il seguente:
La Russia deve diventare uno Stato-rifugio per tutti i compatrioti nel mondo che soffrono per l’avanzare del globalismo, delle guerre e della discriminazione occidentali. Oltre che per i compatrioti, il nostro paese potrà diventare un rifugio per milioni di stranieri che difendono i valori tradizionali, che sono leali verso la Russia e disposti all’integrazione linguistica e culturale nel nostro paese.
Ed è proprio quest’ultimo punto che può esercitare una considerevole attrattiva nei confronti dei cristiani di tutto il mondo.
“Una famiglia forte e con molti figli, la sua tutela, la garanzia del suo benessere, la crescita della natalità e la lotta contro l’aborto devono essere messi al centro della politica statale. (..) Lo Stato deve adottare delle misure risolutive per difendere la famiglia e i suoi valori dalla propaganda dell’aborto, dalla immoralità e promiscuità sessuale, nonché dalla sodomia e da altre perversioni sessuali. Nella società russa devono ritornare la verginità (sic!) e la virtù tradizionali del popolo russo.
A fronte di questi proclami la posizione delle chiese ortodosse è stata di netto rifiuto. Il patriarca di Costantinopoli ha stigmatizzato le pretese di Kirill come una ripetizione dell’eresia etnofiletista e ha rigettato il mito della Terza Roma (ossia Mosca).
Il pericolo maggiore, tuttavia, viene da quella proclamazione di “valori tradizionali” che possono far presa su molti cristiani. E tutto questo nel totale disprezzo dei diritti umani fondamentali: quelli, beninteso, enunciati a Helsinki nel 1976 sulla libertà di espressione, coscienza e credo, non le attuali mistificazioni e contraffazioni della subcultura woke e liberal.
Perché c’è un problema di coscienza che deve interpellare i cristiani d’Occidente: come tollerare che Oleg Orlov, attivista per i diritti umani, sia stato condannato nel febbraio scorso a due anni e mezzo di carcere per aver “screditato” l’esercito e aver definito fascista il governo russo. Come tollerare che, lo scorso aprile, una ragazzina di 17 anni, Lyubov Lizunova sia stata condannata gli arresti domiciliari per aver scritto su un muro “Morte al regime”. E questi sono solo due dei 116.000 cittadini russi sottoposti a condanne penali o amministrative dal 2018 ad oggi. Il 22 febbraio 2024 il sito di opposizione Proekt ha fornito dati che in Occidente continuano a essere ignorati. La repressione del regime di Putin dal 2018 ad oggi ha portato al processo di 5813 persone per “estremismo”, una cifra superiore a quella di tutti i processi celebrati dal 1962 al 2018 (3233 in totale). La repressione sovietica, dopo Krusciov, in confronto a quella odierna era stata molto più rara e blanda. A ciò si aggiungono 600.000 casi di insubordinazione contro agenti governativi e 159.000 persone sono state condannate da tribunali penali per aver violato il lockdown in tempo di pandemia (vedi qui).
Tornando al “Mandato del XXV concilio” e a quanto in esso enunciato si possono notare somiglianze con le proposte fatte dall’imperatore ne “Il racconto dell’Anticristo” di Vladimir Sergeevic Solovjov e che illustravano compiutamente quali fossero le tentazioni delle confessioni cristiane. Per il Papa la proposta riguardava la sua reintegrazione nella sede di Roma; per i protestanti la creazione di un istituto universale per la libera ricerca sulla Sacra Scrittura; per gli ortodossi la proposta dell’imperatore avrebbe trovato un Kirill entusiasta: «So che fra voi ci sono di quelli per i quali le cose più preziose del cristianesimo sono la sua santa tradizione, i vecchi simboli, i cantici e le preghiere antiche, le icone e le cerimonie del culto. E in realtà che cosa vi può essere di più prezioso di questo per un'anima religiosa? Sappiate dunque, miei diletti, che oggi ho firmato lo statuto e fissata la dotazione di larghi mezzi per il museo universale dell'archeologia cristiana (..) ; vi prego poi che domani eleggiate fra voi una commissione con l'incarico di studiare con me le misure da prendere per riavvicinare, quanto più possibile, i costumi e le usanze della vita attuale, alla tradizione e alle istituzioni della Santa Chiesa Ortodossa!»
Tuttavia, è anche oggi vero che, nel mondo russo che sopravvive alle repressioni del regime e in tutta l’ortodossia, riecheggia quella che fu la risposta dello starets Giovanni all’Anticristo: «Grande sovrano! Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della Divinità».
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