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IL CHIARIMENTO

Tra Russia e Usa scelgo la verità

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Le accuse di filo-americanismo che mi sono arrivate dopo il "Venerdì della Bussola" del 10 maggio non sono sorprendenti ma sono fuori bersaglio. Ma per essere chiari ecco l'elenco delle critiche agli Usa contenute nel mio libro.

Esteri 17_05_2024

Ringrazio di cuore il direttore Riccardo Cascioli per l’articolo pubblicato in data 14 maggio “Russia-Ucraina, sei punti fermi per comprendere la guerra” e, provo a chiarire alcuni punti rimasti in ombra dopo la mia partecipazione alla diretta streaming della Bussola, venerdì scorso, in cui si parlava del mio libro La guerra tra Russia e Ucraina.

Con una premessa e una confessione: ammetto di non essere antiamericano, così come non sono antirusso, antiisraeliano, antislamico e “anti” qualsiasi cosa come non sarei stato nemmeno antitedesco se fossi vissuto ottanta anni fa. Dirò di più: un santo sacerdote, che per tutta la vita aveva combattuto senza armi contro la dittatura sovietica, mi disse «Io non sono mai stato anticomunista: è il comunismo che è contro la vita!». 

Ma, tornando al tema in questione, qualche ascoltatore è rimasto interdetto o sdegnato perché avrei “assolto” gli americani mentre ho semplicemente detto che noi europei siamo capaci di farci del male da soli senza interventi esterni. Personalmente respingo l’idea di battere il petto degli altri anziché il mio perché non mi fa crescere e Dio sa quanto noi europei abbiamo bisogno di diventare grandi, maturi e responsabili.

Tuttavia, al fine di chiarire la posizione dell’opera, ecco un breve elenco delle posizioni contestate ai governi statunitensi nel corpo del libro:

- Invasione di Panama del 1989. Motivata dalla ribellione di un dittatore malvivente appoggiato dalla CIA e compiuta in violazione dell’art. 2 della Carta delle Nazioni Unite (pag. 37)

- Politica della forza in Somalia con vittime tra la popolazione civile e fallimento missione UNOSOM (pag.40)

- Guerra del Kossovo e successiva gestione del problema con riconoscimento dell’indipendenza (pag. 56)

- Invasione dell’Iraq e vittime civili conseguenti pag. 87 e seguenti)

- Torture ad Abu Grahib (pag.91)

- Volontà americana di costruire un sistema antimissile fin dal 2000 con la risibile giustificazione di doversi difendere dalla minaccia iraniane nordcoreana (pag. 99)

- Proclama di George W. Bush contro le dittature, ignorando quelle dei propri alleati come l’Arabia Saudita (pag. 103)

- Proposta di George W. Bush di cooptare Ucraina e Georgia nella NATO, respinta da Francia e Germania (pag.116)

- Discorso del Cairo di Barak Obama del 4 giugno 2009 che porta alle primavere arabe (pag. 127)

- Manipolazione della risoluzione n. 1973 del Consiglio di sicurezza Onu che prevedeva la no fly- zone sulla Libia e diventa strumento per il regime change (pag. 129). Va aggiunto che la risoluzione passò con l’astensione della Russia voluta da Medvedev in opposizione a Putin e Lavrov.

- La risata di Hillary Clinton sulla morte atroce di Gheddafi: “we came, we saw, he died” (pag. 130)

- Il tentativo americano di attaccare la Siria, stornato dalla diplomazia russa nel settembre 2013 (pag. 133)

- Gli errori strategici di Barack Obama in Afghanistan (pag. 153)

- Il non aver perseguito una strategia diplomatica nella crisi del Maidan, seguiti in ciò dai partner europei, in semplice opposizione al tentativo russo di reprimere la rivolta (pag. 166)

- Ripresa dei lavori per lo scudo antimissile da parte di Barack Obama (pag. 185)

- Uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani, eseguita il 3 gennaio 2020 a Baghdad e voluta da Trump (pag. 205)

- Accordi di Doha e sostanziale resa degli Stati Uniti ai talebani (pag. 208)

- Uscita degli Stati Uniti dal trattato INF sull’installazione dei missili a medio raggio (pag.221)

- Ritiro voluto da Trump dal trattato Opens skies e ostacoli al rinnovo del trattato START (pag. 224)

- Diniego di Biden alla proposta di Putin di non far entrare nella NATO Ucraina e Georgia abbinata all’impegno americano di non far entrare truppe statunitensi in Ucraina (pag.234) laddove sarebbe stato più utile argomentare, in maniera opposta, di garantire con le armi la neutralità ucraina.

Alla bontà del lettore quello di verificare quanto sopra, tenendo conto che, per motivi di spazio, altri argomenti non sono presenti.

Concludo rimarcando di non essere sorpreso dalle critiche. Con La croce e la mezzaluna sono stato tacciato sia di essere antiislamista sia filoislamista. In Storia delle guerre di religione potrete trovare pagine di apprezzamento nei confronti di Lutero pur ricordandone le eresie. In Addio, mia bella addio, storia militare del Risorgimento, mi è servito a poco dar spazio al valore degli zuavi pontifici, perché ho osato parlare bene di Garibaldi sia pure solo in qualità di comandante e di tattico. Con Partigiani cattolici nella Resistenza riesco a litigare con gli antifascisti e con coloro che disprezzano la Resistenza.
Probabilmente troverei maggiore accoglienza se ciò che scrivo fosse più polarizzato ma ho l’abitudine di guardarmi allo specchio la mattina e, spesso, mi ripeto la frase del mio prediletto Beppe Fenoglio, partigiano monarchico che sfotteva la Resistenza: «I’m in the wrong sector of the right side». Ma è meglio così. Grazie dell’attenzione.