Libertà religiosa e vita, altri passi avanti di Trump
Dopo le restrizioni alla libertà religiosa sotto Obama, l’amministrazione Trump ha emanato nuove norme per rafforzare la possibilità per enti sanitari, medici, infermieri e soggetti vari di esercitare l’obiezione di coscienza rispetto ad aborti, sterilizzazioni, suicidi assistiti. «Ogni cittadino ha il diritto di vivere secondo gli insegnamenti della propria fede», ha detto il presidente al National Day of Prayer, sottolineando l’importanza della preghiera.
Il 2 maggio, in occasione del National Day of Prayer, evento annuale in cui si esortano tutti gli americani a pregare, l’amministrazione Trump ha emesso nuove regole che rafforzano la possibilità per medici e infermieri, nonché per una serie di altri soggetti ed enti variamente interessati da programmi finanziati attraverso il Dipartimento della salute e dei servizi umani (HHS), di esercitare il diritto all’obiezione di coscienza e alla libertà religiosa.
Le nuove norme, riunite sotto il nome di «Final coscience rule», rimpiazzano un regolamento del 2011 (risalente quindi al primo mandato di Obama) che si è dimostrato inadeguato e garantiscono nello specifico la libertà di esimersi dal partecipare o dall’indirizzare verso pratiche «quali l’aborto, la sterilizzazione o il suicidio assistito», come spiega una nota diffusa dal Dipartimento della salute. Queste misure, salutate positivamente da diversi gruppi pro vita, forniscono in sostanza la necessaria ossatura regolamentare per dare applicazione a «circa 25 disposizioni approvate dal Congresso a tutela di diritti di coscienza di lunga data nel settore sanitario».
Lo stesso Donald Trump aveva annunciato il nuovo regolamento durante la cerimonia del National Day of Prayer, tenutasi nel giardino della Casa Bianca: «Ogni cittadino ha il diritto assoluto di vivere secondo gli insegnamenti della propria fede e le convinzioni del proprio cuore. Questo è il fondamento della vita americana. Per proteggere questa eredità, la mia amministrazione ha fortemente difeso la libertà religiosa, due parole che non avete sentito molto per un lungo periodo di tempo».
Il riferimento è alle politiche portate avanti sotto la precedente amministrazione, come, per ricordare l’esempio più noto, il “mandato contraccettivo” contenuto nell’Obamacare, la riforma sanitaria voluta da Barack Obama, che imponeva ai datori di lavoro di garantire servizi contraccettivi e abortivi ai propri dipendenti e che ha costretto gruppi come Hobby Lobby, una catena di negozi fondata da un imprenditore cristiano, e perfino congregazioni religiose come le Piccole Sorelle dei Poveri a intraprendere lunghe battaglie legali per non dover avallare atti contrari ai propri principi morali.
Senza dimenticare che le limitazioni alla libertà religiosa si sono radicate negli otto anni di Obama in tutti i campi, creando un contesto giuridico e culturale ostile al diritto naturale, con il concorso di vari giudici (vedi in primis la sentenza della Corte Suprema sulle “nozze gay”), portando a vere e proprie persecuzioni legali di cittadini comuni, come fiorai, fotografi, impiegati all’anagrafe, infermieri, pasticcieri, eccetera. Una cultura che è difficile da sradicare, come dimostra la causa avviata dal procuratore di San Francisco, Dennis Herrera, appena qualche ora dopo l’annuncio del nuovo regolamento, lamentando che la città californiana potrebbe perdere quasi un miliardo di dollari in fondi federali stanziati attraverso i programmi Medicaid e Medicare: fondi, è bene dirlo, che le potenziali strutture beneficiarie perderebbero se non dovessero garantire l’obiezione di coscienza. Che per Herrera e compagni, evidentemente, è calpestabile.
All’evento del 2 maggio, Trump ha detto che «proprio oggi abbiamo finalizzato nuove protezioni dei diritti di coscienza per medici, farmacisti, infermieri, studenti e associazioni caritative basate sulla fede». Inoltre, c’è una rinnovata attenzione al riposo festivo: «All’inizio di questa settimana ho preso provvedimenti per garantire che gli impiegati federali possano prendersi delle ferie pagate per osservare le festività religiose». Sebbene ci sia ancora molto da fare, non si tratta di misure estemporanee, visto che Trump, fin dall’inizio del suo mandato, ha preso diversi altri provvedimenti a difesa della libertà religiosa nonché della vita fin dal concepimento, lavorando in sinergia con figure come il vicepresidente Mike Pence e Roger Severino, direttore dell’Ufficio per i diritti civili dell’HHS, ossia l’organo che ha elaborato la «Final coscience rule».
Nelle stesse ore in cui i democratici alla Camera respingevano per la 36^ volta la richiesta di votare una norma anti-infanticidio, il presidente statunitense è tornato a parlare di sacralità della vita: «Insieme stiamo costruendo una cultura che custodisce la dignità e il valore della vita umana. Ogni bambino, nato e non nato, è un dono sacro di Dio». Inoltre, Trump ha detto che «m’impegno con voi oggi affinché la mia amministrazione custodisca il ruolo centrale delle agenzie di adozione e affidamento basate sulla fede nel prendersi cura di bambini vulnerabili mentre seguono le loro profonde credenze»: anche qui si tratta di un riferimento concreto a quelle agenzie che si rifiutano di affidare o dare in adozione bambini a coppie gay e la cui libertà di lavorare secondo retta coscienza si trova oggi sotto attacco.
C’è poi un altro aspetto da ricordare, indicativo di come nel Partito repubblicano, pur tra mille difetti, si conservi quel fondamentale riferimento a Dio rispetto a cui i democratici stanno via via divenendo sempre più allergici. Alla vigilia del National Day of Prayer, in presenza di un centinaio di rappresentanti di diverse fedi (cristiani, buddisti, ebrei, indù, musulmani, ecc.) che il presidente americano ha esortato a lavorare insieme per garantire ovunque la libertà religiosa (concetto che andrebbe inquadrato comunque nella giusta prospettiva, come spiega in un articolo a parte Stefano Fontana), Trump ha affermato che «l’America sarà una nazione che crederà per sempre, e certamente crediamo, più di chiunque altro, al potere della preghiera. È la cosa più potente che ci sia». Già l’anno scorso aveva detto che «il nostro Paese è stato fondato sulla preghiera» e Pence aveva inoltre rivelato che Trump chiede regolarmente di iniziare le riunioni alla Casa Bianca con una preghiera.