Liberi i sette cristiani arrestati per aver organizzato un incontro di preghiera illegale
Sono stati rilasciati i cristiani arrestati il 29 dicembre mentre pregavano nella chiesa di un villaggio. Nel paese comunista accuse del genere ai cristiani e altri soprusi sono frequenti
Sono stati rilasciati dopo aver trascorso cinque giorni in carcere i sette cristiani arrestati nel sud del Laos il 29 dicembre e per ora non si sa se le accuse a loro carico sono state ritirate o se saranno in seguito processati. Si trovavano nella chiesa del villaggio di Nakanong, nella provincia di Savannakhet, quando degli agenti di polizia vi hanno fatto irruzione e li hanno portati via. L’accusa nei loro confronti è di aver organizzato un servizio religioso illegale, non autorizzato. La polizia ha anche demolito il palco della chiesa, tagliato la linea elettrica, distrutto l’impianto audio e sequestrato tre telefoni cellulari. Radio Free Asia sottolinea che quello di fine anno è l’ultimo di una serie di attacchi ai cristiani, una minoranza nel paese comunista a maggioranza buddista. Benché in alcune parti del paese le cerimonie religiose cristiane siano ammesse, sotto stretto controllo del governo, i cristiani che vivono in aree isolate del paese spesso subiscono molestie da parte delle autorità locali e sono cacciati di casa. Lo scorso novembre quattro cristiani di etnia Lao sono stati detenuti per una settimana nel villaggio di Keovilai, nella stessa provincia, anche in quel caso accusati di aver tenuto dei servizi religiosi non autorizzati. Radio Free Asia riporta che sono quindi stati costretti a interrompere gli incontri nella loro chiesa perché le autorità “non volevano dei cristiani praticanti nel loro villaggio”. Il governo comunista considera il cristianesimo una pericolosa religione straniera e la sua diffusione una minaccia a proprio potere e all’ateismo. Secondo l’organizzazione non governativa Open Doors le autorità provinciali e locali ostacolano le attività dei cristiani. Spesso collaborano con i leader comunitari, ad esempio con i monaci buddisti, per perseguitare i cristiani, specie i convertiti, aiutati dalle famiglie di questi ultimi. Inutilmente gli attivisti cristiani reclamano che la costituzione del Laos garantisce la libertà di religione.