Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Colombano a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Liberazione da ogni schiavitù

Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa (Lc 4, 17)

Schegge di vangelo 02_09_2019

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. (Lc 4, 16-30)

La lettura che capita a Gesù è quella in cui il profeta Isaia parla dell’anno di grazia del Signore, il giubileo ebraico. Era un anno di Grazia non solo in quanto si redistribuivano i beni e si liberavano gli schiavi ma soprattutto perché si sperimentava la misericordia divina non seminando e mangiando ciò che la terra spontaneamente dava. Dio ha quindi provvidenzialmente disposto che la missione pubblica di Gesù iniziasse proprio con questo annuncio di liberazione dell’umanità da ogni schiavitù, a cominciare da quelle del peccato e della morte ma anche dalla nostra tendenza a vivere in una dimensione esclusivamente orizzontale, senza contemplare Dio. Quindi preghiamo affinché ogni istante della nostra vita sia come un anno di Grazia cercando di accorgerci dei messaggi e dei messaggeri di liberazione dalle cattiverie della vita posti da Gesù sulla nostra strada.