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medio oriente

Libano, Gaza, Cisgiordania: Israele attacca a tutto campo

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Attacco senza precedenti a Beirut nel tentativo (fallito) di colpire un leader Hezbollah. Reazioni sdegnate in Israele per l'assassinio negli Emirati del rabbino Zvi Kogan. E intanto i coloni cominciano a fare un sopralluogo nella Striscia di Gaza.

Esteri 25_11_2024

Ancora un fine settimana di sangue, morte e distruzione. L’aviazione israeliana ha bombardato, ancora una volta, i territori della Striscia di Gaza e del Libano, radendo al suolo palazzi, singole abitazioni e provocando vittime innocenti.

Nel cuore di Beirut una simile potenza di fuoco, iniziata sabato scorso poco prima dell'alba, poche volte s’era vista prima. I servizi segreti erano certi dell'informazione ricevuta: in un edificio residenziale di otto piani, a Fathallah Street, sede del primo quartier generale del movimento terroristico sciita legato all'Iran, era in corso una riunione con il massimo esponente del gruppo degli Hezbollah, Muhammad Haydar, conosciuto anche con il nome di Abu Ali Haydar.  Ma "la soffiata" si è poi rivelata infondata. Del palazzo restano una grande voragine e cumuli di macerie. Molti i danni subiti dagli edifici situati nelle adiacenze. Ma soprattutto le venti vittime, forse molte di più, le decine di persone ferite e i dispersi. Di Muhammad Haydar, obiettivo dell’attacco, nessuna traccia; si era allontanato appena in tempo, grazie ad un'altra "soffiata", che lo informava dell’imminenza di un attacco dell'aviazione israeliana.

Haydar è una figura di primo piano di Hezbollah, tanto da essere definito il vero comandante dell’unità 910, l'ala clandestina operativa delle missioni all'estero. Una specie di Mossad al servizio degli Hezbollah. Ed è verso questo gruppo - ma non solo, si pensa anche al terrorismo legato agli uzbeki - che i servizi segreti israeliani stanno ponendo la loro attenzione, dopo l'uccisione negli Emirati Arabi Uniti del rabbino Zvi Kogan. Di origine moldave, membro della comunità Chabat-Lubavitch, aveva prestato servizio nell'esercito israeliano e da circa un anno viveva negli Emirati. Il presidente Isaac Herzog ha dichiarato di provare dolore e indignazione per l’omicidio del rabbino. «Questo vile attacco antisemita è un promemoria dell’inumanità dei nemici del popolo ebraico», ha scritto su X.

Ma non è stato il solo attacco contro cittadini o strutture israeliane. Recentemente in Giordania, si sono registrati momenti di tensione vicino all'ambasciata israeliana ad Amman. Una persona ha esploso colpi di arma da fuoco contro una pattuglia della polizia che stava operando nel quartiere di Rabiah. L'uomo è stato ucciso. Dopo una prima indagine, l’aggressore viene descritto come un "delinquente con precedenti criminali" legati alla droga.

Nel frattempo, in Libano la situazione è sempre molto tesa. Le incursioni aeree proseguono incessantemente su Haret Hreik, Bourj Brajneh e Chyah, periferia meridionale di Beirut. Non vengono risparmiati neanche i luoghi di culto, come ad esempio la chiesa alla periferia di Hadeth, una città del Libano centrale. I libanesi si sentono impotenti di fronte alla distruzione del loro patrimonio, nella completa indifferenza della comunità internazionale che non riesce a fermare gli attacchi israeliani.In questo clima, Amos Hochstein, inviato speciale degli Stati Uniti, prosegue la sua missione irta di ostacoli. «Siamo intenzionati a ridurre le divergenze fra le rispettive posizioni. Ma il cammino è lungo e tortuoso», ha detto il diplomatico americano, impegnato per un cessate il fuoco.

A Gerusalemme, nel corso dell'ultima riunione della Knesset è stata affrontata la questione di richiamare oltre 300 mila riservisti, in sostituzione dei soldati stanchi e provati da oltre tredici mesi di guerra, e rinforzare i vari battaglioni in vista di operazioni allo studio del comando militare. La permanenza dei riservisti durerebbe fino al 2 marzo del prossimo anno. «Il governo approverà ancora una volta l'estensione del dovere dei cittadini israeliani a prestare servizio militare come riservisti, le stesse persone che hanno già servito per 250-300 giorni. Ma se il governo arruolasse alcune migliaia di giovani haredim, questo provvedimento solleverebbe dall'impegno tutti i militari che servono la patria e contemporaneamente studiano o hanno un lavoro», ha detto il leader dell'opposizione Yair Lapid. Ma gli haredim si sentono intoccabili e protetti.

Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha comunicato la fine dell’arresto amministrativo per i coloni della Cisgiordania, il che significa che Israele applicherà la discutibile disposizione di trattenere i sospettati, senza alcuna accusa, solamente nei confronti dei palestinesi sospettati di terrorismo. Nel tentativo di giustificare la decisione, ha poi sottolineato: «In una realtà in cui l'insediamento ebraico in Giudea e Samaria (così gli ebrei chiamano la Cisgiordania ndr) è soggetto a gravi minacce terroristiche palestinesi e vengono prese ingiustificate sanzioni internazionali contro i coloni, non è appropriato che lo Stato di Israele adotti una misura così severa contro la popolazione degli insediamenti». Dall'inizio della guerra sono 12mila i palestinesi della Cisgiordania detenuti nelle carceri israeliani, tra questi almeno 775 bambini e 435 donne.

Sentendosi protetti, i coloni ultraortodossi israeliani proseguono nei loro attacchi. Recentemente hanno distrutto agrumeti e danneggiato altre colture, nell’area di Wadi Qana, situata ad ovest della città di Deir Istiya, nella provincia cisgiordana di Salfit. Secondo quanto reso noto dalla Commissione per la resistenza al muro e alle colonie, un'organizzazione aderente all’Autorità Palestinese, i coloni sono stati responsabili di oltre 1.732 attacchi contro cittadini palestinesi e le loro proprietà dall’inizio del 2024.

Incurante dei divieti, Daniela Weiss, capo di un’organizzazione di coloni ultranazionalisti, è entrata nella Striscia di Gaza per ispezionare gli eventuali luoghi dove poter realizzare i nuovi insediamenti israeliani. L’esercito non ha ostacolato il passaggio, anzi ha agevolato la Weiss, che accompagnata da altri estremisti, ha visitato il territorio, addentrandosi per molti chilometri dal confine. Ha anche visitato il corridoio di Netzarim, la zona cuscinetto nel centro di Gaza, costruita dall'esercito israeliano e oggetto di discussione per un eventuale cessate il fuoco.

Lo scorso sabato, migliaia di dimostranti si sono radunati a Tel Aviv e Gerusalemme per chiedere, ancora una volta, la liberazione degli ostaggi tuttora nelle mani di Hamas a Gaza. Le manifestazioni hanno preso il via poco dopo che l'ala militare del gruppo terroristico delle Brigate al-Qassam aveva dichiarato che una donna prigioniera era stata uccisa nella Striscia di Gaza settentrionale. Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato di non poter né confermare, né smentire la notizia.

L'Iran, da parte sua, tramite Ali Larijani, consigliere della Guida suprema Ali Khamenei, nel corso di un'intervista, avrebbe detto che l'Iran si sta preparando a "rispondere" a Israele senza però fornire alcun dettaglio.