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MISURE UNILATERALI

L'Europa dimentica i cristiani per proteggere l'islam

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La Commissione europea ha presentato le misure per contrastare i crimini di odio su base religiosa: preoccupa l'assenza di un sostegno vero nei confronti dei cattolici che secondo i dati Osce e Oidace sono i più colpiti. 

Editoriali 13_12_2023

Con un certo ritardo rispetto alle irrazionali e folli iniziative della Casa Bianca, i suoi vassalli europei della Commissione europea hanno presentato, lo scorso 6 dicembre, una serie di misure e raccomandazioni per contrastare i crimini d’odio in tutta Europa, in particolare contro le comunità ebraiche e musulmane, ma senza dimenticare le comunità LGBTI. Se le misure appaiono tardive ma giustificate in relazione alle crescenti minacce e pericoli che vivono le comunità ebraiche in alcuni paesi europei, come Germania, Francia, Austria e Belgio, nei confronti delle comunità musulmane sono francamente ingiustificabili, mentre preoccupa l’assenza di sostegno vero nei confronti delle comunità cattoliche e fedeli cristiani.

Ancor più indigeribile e miope la decisione di non aver esplicitamente preso in considerazione misure contro le violenze, crimini d’odio e minacce contro le comunità, edifici e fedeli cattolici e cristiani europei che, secondo il report annuale di OIDACE, in Europa sono aumentati del 44% nell’ultimo anno. L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa (OIDAC Europe) con sede a Vienna ha denunciato nel suo report annuale come «i primi paesi per crimini d’odio anticristiani siano la Germania, Italia, Francia, Spagna e Polonia, il Regno Unito e l’Austria», documentando «nel 2022, 748 crimini d’odio anticristiani in 30 paesi diversi, che spaziavano da attacchi incendiari, graffiti, profanazioni e furti ad attacchi fisici, insulti e minacce».

Numeri confermati anche da quelli rilevati dall’OSCE, l’Organizzazione intergovernativa per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) che «ha riscontrato 792 crimini d’odio anticristiani in 34 paesi europei» e ciò «rende i cristiani il gruppo religioso più preso di mira dopo i credenti ebrei». Dunque, tanto le denunce quanto gli incidenti dell’ultimo anno dimostrano una drammatica prevalenza delle violenze e minacce contro i fedeli, luoghi di culto e appartenenti le religioni giudaico cristiane, ma per la Commissione, così come era stato per Biden ad inizio novembre scorso, la protezione deve occuparsi delle comunità islamiche e contrastare l’islamofobia, non certo proteggere ebrei e cristiani e cattolici. Per la Commissione, l’Austria ha registrato un aumento del 300% degli episodi di antisemitismo rispetto al 2022, mentre i Paesi Bassi hanno osservato un aumento dell’800% rispetto alla media mensile precedente, mentre nella seconda metà di ottobre, il numero di incidenti antimusulmani in Germania è cresciuto con 10 attacchi alle moschee ed un «elevato numero di casi non rilevati».

La Commissione, che ha presentato le sue iniziative in un incontro con la stampa dei vicepresidenti Vera Jurova e Margaritis Schinas, integrerà il suo fondo per la protezione dei luoghi pubblici e dei luoghi di culto con 30 milioni di euro nel 2024, di cui 5 milioni saranno destinati appositamente alla lotta all'antisemitismo. L'Associazione ebraica europea (EJA) ha accolto con favore la «serietà e diligenza» della comunicazione della Commissione, in particolare l'aumento dei finanziamenti di 5 milioni di euro per proteggere i luoghi di culto ebraici e l'apertura anticipata delle richieste per il Fondo per la sicurezza interna al 2023, anziché al 2024.

Nell’ambito del pacchetto di misure della Commissione si terrà una riunione speciale sul dialogo interreligioso il 19 dicembre o, al più tardi, all’inizio del 2024, con tutti i rappresentanti delle principali religioni in Europa, per discutere le misure future e per trasmettere il messaggio di attenzione e protezione della Commissione ai fedeli, ha assicurato il vicepresidente Schinas. I leader delle chiese cristiane e delle Conferenze Episcopali cattoliche europee si faranno sentire? Avranno il coraggio di chiedere pari dignità e pari protezione di quanto promesso alle comunità, fedeli e luoghi di culto ebraici? O taceranno e, si vedano le esplicite dimenticanze di Von der Leyen e Helena Dalli, asseconderanno le discriminazioni che già i fedeli cristiani e cattolici subiscono nel continente?

L’attenzione particolarissima delle sinistre mondiali alle comunità islamiche e alla lotta contro l’islamofobia, insieme alla superficiale disattenzione verso quelle giudaiche e cristiano-cattoliche, nasce ovviamente dalla speranza di sradicare l’identità giudaico cristiana occidentale e dall’illusione di accrescere votanti e consensi a proprio favore. Sulla stessa linea la sconcertante decisione comunicata un mese fa dalla Amministrazione Biden di sviluppare «una strategia nazionale per combattere l'islamofobia» ed istituire una «inter-agenzia per aumentare e coordinare meglio gli sforzi del governo americano per contrastare l'islamofobia».

Ci sarebbe da chiedersi perché non si vogliono ascoltare gli allarmi che provengono anche dai servizi di sicurezza di diversi paesi europei e occidentali circa l’islamizzazione crescente e radicalizzazione irrefrenabile in Europa. Da ultimo lo ha fatto, Hans-Georg Maassen, ex capo dei servizi segreti interni tedeschi, mettendo in guardia una distratta Europa che sta affrontando, inconsciamente, una crisi senza precedenti a causa dell’immigrazione di massa: l’Islam si prepara a conquistare l’Europa. «Siamo alle porte di una cultura completamente diversa», ha affermato Maassen, capo dell’Ufficio per la protezione della Costituzione (BfV) dal 2012 al 2018, «siamo completamente impreparati, gli europei soccomberanno all'Islam, il risultato finale sarà la graduale distruzione delle nostre culture europee». Vuoi mai che la dimenticanza della Commissione alla lotta verso la crescente cristianofobia sia, in realtà, una vera e propria scelta consapevole per accelerare la sostituzione etnica, culturale e religiosa?