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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

La questione

L’esercito europeo e lo Stato di Max Weber

L’idea di dar vita ad una difesa militare “europea” si scontra con molte difficoltà. Innanzitutto, un progetto simile non è attuabile sulla base dei trattati di Maastricht e di Lisbona attualmente vigenti.

Dottrina sociale 28_02_2025

Il confronto in atto sulla possibilità di dar vita ad una difesa militare “europea” si scontra con molte difficoltà che gli osservatori stanno mettendo a fuoco. In questo blog mi limito in particolare ad uno di essi, quello che considero il più duro e pericoloso. Un progetto simile non è attuabile sulla base dei trattati di Maastricht e di Lisbona attualmente vigenti. Giustamente qualche giornale si è chiesto: ammessa e non concessa la creazione di questo esercito europeo, chi lo comanderà? Nel suo libro La politica come professione, Max Weber sentenziava che «lo Stato è quella comunità di uomini che, all’interno di un determinato territorio, pretende per sé (con successo) il monopolio dell’uso legittimo della forza fisica». Il monopolio della forza fisica richiede la concentrazione in una mano sola, e non in 27 mani, dei mezzi oggettivi dell’esercizio del potere.

Come dicevo, ci sono molte difficoltà per realizzare il progetto, ma la principale è questa: attualmente la cessione di sovranità degli Stati membri alle istituzioni dell’Unione europea è ancora di tipo intergovernativo. In pratica, l’esercito europeo dovrebbe essere finanziato dall’Unione stessa attraverso dei bond europei, ossia titoli di Stato di uno Stato che non c’è. Sarebbe necessario un unico ministero del tesoro che emettesse quel debito, e questo richiederebbe il passaggio ad una Unione diventata Stato. L’esercito europeo richiede questo percorso. A parte l’ostacolo della sua lunga durata, a parte la sua incompatibilità con la storia e la natura dei popoli europei, a parte che nessun Stato è mai nato in questo modo… è evidente la sua impraticabilità oggi, a causa del disfacimento spirituale e materiale dell’Ue. Dal nulla non nasce nulla e Kaja Kallas, alto rappresentante della politica estera dell’Unione, non è stata nemmeno ricevuta dal segretario di Stato americano Marco Rubio.

Stefano Fontana