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discorso

Leone XIV: due amori e due città

Ai membri dell’International Catholic Legislators Network il Papa ripropone un "classico" agostiniano, spiegando che la vera prosperità dipende da quale amore poniamo alla base della società.

Borgo Pio 25_08_2025

«Due amori fecero due città: la città terrena l'amore di sé fino al disprezzo di Dio, la città celeste l'amore di Dio fino al disprezzo di sé» (De civ. Dei 14, 28). È un classico della spiritualità agostiniana a ispirare il discorso di Leone XIV ai membri dell’International Catholic Legislators Network, radunati per il 16° incontro mondiale sul tema Il nuovo ordine mondiale: la politica delle grandi potenze, i domini delle multinazionali e il futuro della prosperità umana.

Tutti desiderano la prosperità, ma sulla scia di Sant'Agostino il Papa ricorda che, affinché essa sia autentica, deve operare la scelta giusta tra i due amori che generano due città. «Questo Padre della Chiesa ha insegnato che nella storia umana s’intrecciano due “città”: la città dell’uomo e la città di Dio. Esse simboleggiano realtà spirituali — due orientamenti del cuore umano e, pertanto, della civiltà umana. La città dell’uomo, costruita sull’orgoglio e sull’amore di sé, è caratterizzata dalla ricerca di potere, prestigio e piacere; la città di Dio, costruita sull’amore di Dio fino all’altruismo, è caratterizzata dalla giustizia, dalla carità e dall’umiltà. In questi termini, Agostino ha incoraggiato i cristiani a impregnare la società terrena dei valori del Regno di Dio, orientando in tal modo la storia verso il suo compimento ultimo in Dio, consentendo però anche la prosperità umana autentica in questa vita».

Essa non può che derivare dallo «sviluppo umano integrale, ossia la piena crescita della persona in ogni dimensione: fisica, sociale, culturale, morale e spirituale. Questa visione per la persona umana è radicata nella legge naturale, l’ordine morale che Dio ha scritto sul cuore umano, le cui verità più profonde sono illuminate dal Vangelo di Cristo». Si coglie in queste righe un approfondimento agostiniano («l’ordine morale che Dio ha scritto sul cuore umano») del concetto di «sviluppo umano integrale» e della «legge naturale». E ciò che è «scritto» da Dio nel cuore dell'uomo si riversa – se accolto – nella società intera, il cui futuro «dipende da quale “amore” scegliamo per organizzarvi intorno la nostra società: un amore egoistico, l’amore di sé, o l’amore di Dio e del prossimo». Leone XIV riprende ancora una volta l'espressione (per il vero un po' inflazionata in questi anni) di «costruttori di ponti», ma specificando: «costruttori di ponti tra la città di Dio e la città dell’uomo».