Le veglie e il Rosario del Padre, devozioni da scoprire
Nel giorno richiesto da Dio Padre per la celebrazione di una festa liturgica in Suo onore, scopriamo due devozioni nate a seguito della diffusione delle rivelazioni celesti (autentiche) a suor Eugenia Ravasio. Le veglie notturne, sull’esempio di Gesù. E il Rosario del Padre, che si compone di cinque misteri, in cui si contemplano altrettanti passaggi nella storia della salvezza.
Abbiamo già parlato sulla Bussola delle rivelazioni celesti ricevute nel 1932 da suor Eugenia Ravasio e riconosciute autentiche dalla Chiesa, nella persona del vescovo di Grenoble Alexandre Caillot, a seguito di un’inchiesta approfondita, durata ben dieci anni. Si tratta di una teofania straordinaria, in cui Dio Padre ha chiesto di diffondere il Suo messaggio affinché tutti gli uomini conoscano l’amore con cui sono amati dall’eternità e scelgano la salvezza. In particolare, la Prima Persona della Santissima Trinità ha chiesto di istituire una festa liturgica in Suo onore per il 7 agosto oppure per la prima domenica di questo stesso mese (vedi qui).
Tale festa, la cui opportunità è stata sottolineata da diversi teologi, è tuttora assente nel calendario universale della Chiesa, ma l’esperienza di altre feste originate da rivelazioni celesti e il sensus fidei fanno sperare che si tratti solo di una questione di tempo, di costanza nella preghiera. La diffusione del messaggio del Padre - pur tra ostacoli e contingenze di varia natura - continua infatti ad essere sorgente di grazie per molti, che approfondiscono o abbracciano per la prima volta la fede. Sono sorte anche alcune belle devozioni, che aiutano a nutrire ciò che in definitiva corrisponde al «sia fatta la tua volontà» che recitiamo con il Padre Nostro.
Dal 1980, anno dell’incontro tra suor Eugenia e il padre cappuccino Andrea D’Ascanio (†2021), si tengono mensilmente in varie città italiane e straniere delle veglie notturne con l’intenzione che il Padre sia conosciuto, amato e onorato da tutti i Suoi figli, secondo il messaggio centrale nelle rivelazioni alla religiosa originaria di San Gervasio d’Adda. Le veglie si svolgono dalla sera del giorno 6 alla mattina del 7 di ogni mese, dalle ore 21 alle 6, e vanno fatte possibilmente con l’esposizione solenne del Santissimo Sacramento e la celebrazione di due Sante Messe, una notturna (alle 23), l’altra mattutina (alle 5).
La scelta dell’orario notturno, tipico di ogni veglia, si ispira al contenuto dei Vangeli dove si vede più volte Gesù ritirarsi in preghiera, spesso di notte, come nel Getsemani, per rimanere saldo nella volontà del Padre. A questa necessità, che il Figlio divino ha trasmesso prima nei lunghi anni di vita nascosta poi durante la Sua attività pubblica, si può ricondurre la Sua intera missione in terra. Nell’udienza generale del 24 agosto 1988, san Giovanni Paolo II ricordava: «Di fatto tutta la vita di Gesù di Nazaret era, come più volte abbiamo fatto notare, rivolta al Padre. Ciò appare già nella risposta data ai genitori dal dodicenne Gesù in occasione del ritrovamento nel tempio: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2, 49)». Dopo aver richiamato un passaggio del dialogo di Gesù con la Samaritana (Gv 4, 23), papa Wojtyla spiegava che «i “veri adoratori” sono anzitutto coloro che imitano Cristo in ciò che fa». E per imitarlo non si può prescindere dal coltivare un rapporto di filiale abbandono nelle braccia del Padre.
Tornando alle veglie, la scelta dell’intervallo di tempo tra il 6 e il 7 di ogni mese è spiegata anche, dai propagatori della devozione, con la necessità che «gli uomini ricordino che il 7° giorno è sacro, e torni ad essere il Dies Domini, il giorno del Signore». La notte di preghiera prevede la recita dell’intero Rosario, prima quello tradizionale, poi quello del Padre, che gode dell’approvazione rilasciata il 23 novembre 1988 dall’arcivescovo di Foggia, Giuseppe Casale. Nessuna idea di sostituire una devozione con l’altra, dunque: «Dobbiamo invece, dopo aver recitato l’intero Rosario mariano, chiedere alla Mamma di recitare con noi il Rosario del Padre».
Il Rosario del Padre si compone di cinque misteri, fondati su altrettanti passi biblici e che consentono di meditare su cinque tappe fondamentali nella storia della salvezza. Li riportiamo, come nella forma con approvazione ecclesiastica.
- “Nel primo mistero si contempla il trionfo del Padre nel giardino dell’Eden quando, dopo il peccato di Adamo ed Eva, promette la venuta del Salvatore”.
- “Nel secondo mistero si contempla il trionfo del Padre al momento del “Fiat” di Maria durante l’Annunciazione”.
- “Nel terzo mistero si contempla il trionfo del Padre nell’orto del Getsemani quando dona tutta la sua potenza al Figlio”.
- “Nel quarto mistero si contempla il trionfo del Padre al momento di ogni giudizio particolare”.
- “Nel quinto mistero si contempla il trionfo del Padre al momento del giudizio universale”.
Per chi non l’avesse mai recitato, oggi, 7 agosto, è certamente l’ideale per iniziare. Per ogni mistero si recitano un’Ave Maria, dieci Pater, il Gloria, la giaculatoria “Padre mio, Padre buono, a Te mi offro, a Te mi dono”, e l’Angelo di Dio. Alla fine dei misteri, si recitano il Salve Regina, le preghiere per il Papa, le litanie del Padre (vedi qui), e un’orazione scritta da Charles de Foucauld. Questa:
Padre mio,
io mi abbandono a Te,
fa’ di me ciò che ti piace;
qualunque cosa tu faccia di me
ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature;
non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
Ed è per me un’esigenza d’amore il donarmi,
il rimettermi nelle tue mani, senza misura,
con una confidenza infinita
perché Tu sei il Padre mio.