Le parentali azzoppate grazie a una bugia di Macron
I Rapporti ufficiali delle autorità francesi sulla educazione famigliare dimostrano che non c’è mai stato alcun pericolo di radicalizzazione islamica nelle realtà di home schooling di Francia. Ora è chiaro a tutti, senza ombra di dubbio, la misura radicale di sopprimere la libertà fondamentale dei genitori, i primi educatori dei loro figli, è stata una decisione totalitaria.
I Rapporti ufficiali delle autorità francesi sulla educazione famigliare dimostrano che non c’è mai stato alcun pericolo di radicalizzazione islamica. Si conferma così che l’unica ragione ispiratrice dei nuovi limiti alle scuole parentali francesi è stata l’ideologia totalitaria o, come descritto da Stefano Fontana, “la volontà di fare della Repubblica un dio in terra”.
Con l’approvazione e l’entrata in vigore della Legge sul Rispetto dei principi della Repubblica (o Legge contro il Separatismo) nelle scorse settimane, la Francia aveva sostituito il diritto scelta educativa dei genitori con quello dello Stato che impone una educazione repubblicana e laicista per tutti. La scelta di Macron, annunciata un anno fa ed imposta con la scusa di voler vietare la radicalizzazione islamica, ora si dimostra fondata sul nulla: non c’è alcuna emergenza registrata negli alunni delle scuole parentali.
Richiesti invano dalle associazioni che sostengono l’educazione familiare (IEF) durante il dibattito sulla ‘legge sulla separazione’, i due rapporti Dgesco (Ministero dell’Educazione) sull'educazione familiare sono stati finalmente trasmessi ai richiedenti all'inizio di settembre, abbondantemente dopo il voto finale e la convalida della legge da parte del Consiglio costituzionale.
Nel Rapporto del 2016-2017 si registravano 30.139 bambini educati in famiglia (10.613 bambini erano nel gruppo di età 6-10, cioè il 35,2%; 19.526 bambini sono nella fascia di età 11-16 anni o il 64,8%). Nel 2018-2019 erano 35.965 bambini educati in famiglia: 13.215 bambini nella fascia di età 6-10 anni o 36,7%; 22.750 bambini nella fascia di età 11-16 anni, cioè il 63,3%. Le case dove si svolge l’educazione familiare sono controllate dagli ispettori pubblici (63,6% nel 2016-2017; 87% nel 2018-2019), le cosiddette scuole "di fatto" (quando due famiglie si riuniscono per studiare il nucleo comune di conoscenze e cultura) vengono identificate (11 casi nel 2016-2017, 8 casi nel 2018-2019) e segnalate al pubblico ministero se necessario (5 casi nel 2016-2017; 6 casi nel 2018-2019).
Quando un bambino è considerato in pericolo o a rischio di pericolo, i servizi educativi nazionali trasmettono un IP (informazione di preoccupazione) al consiglio dipartimentale (59 casi, cioè lo 0,2% nel 2016-2017; 32 casi, cioè lo 0,09% nel 2018-2019). Non una sola riga su un rischio settario, non sulla radicalizzazione e ancor meno sui fantasmi che insidierebbero la Repubblica, paventati dallo scorso ottobre e sino alla approvazione estiva della legge dal Governo Macron.
Ovviamente se i Rapporti fossero stati forniti in tempo, molti degli argomenti sbandierati dal Ministro dell’Educazione Jean Michel Blanquer sarebbero stati smontati dai fatti della realtà. Molto probabilmente lo stesso Consiglio Costituzionale, lo scorso agosto, avrebbe valutato diversamente gli articoli che limitano la libertà delle scuole parentali e famigliari.
Non è stato così, il Governo ed il Ministero dell’Educazione non ha voluto fornire informazioni che potessero rallentare o modificare una legge liberticida. Un atteggiamento tipico di ogni regime totalitario: quando la realtà è diversa dalla ideologia, la realtà deve essere cancellata o quantomeno nascosta. L’associazione ‘Les enfants d'abord’, un'associazione di genitori che praticano l'IEF (scuola famigliare), ha preso atto del sopruso del Governo con ironia: «Possiamo capire meglio la modestia del sistema educativo nazionale che ha impiegato così tanto tempo per inviarci questo documento».
Di tenore diverso invece le dichiarazioni di Jean Baptiste Maillard che è Segretario generale di Liberté éducation, associazione nazionale per l'educazione familiare. In una intervista rilasciata al seguitissimo blog cattolico francese ‘Le Salon Beige’, J.Baptiste Maillard ha confermato la crescita delle scuole parentali e dell’home schooling (“l'anno scorso, i bambini erano 62.000 e questo numero è aumentato molto dall'inizio dell'anno scolastico. Abbiamo avuto più di 60.000 famiglie che hanno visitato il sito ufficiale della nostra associazione, ‘Liberteeducation.com’, durante i 15 giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico”), ma anche denunciato come Emmanuel Macron abbia “usato come pretesto la lotta contro il terrorismo, sin dal suo discorso del 2 ottobre 2020 in cui aveva annunciato misure restrittive della libertà di educazione”.
Non ci sono dati sulla presunta radicalizzazione nelle scuole a domicilio, come confermato dagli ultimi due rapporti della Direzione Generale dell'Educazione Scolastica (DGESCO), all'interno del Ministero dell'Educazione, che sono stati resi pubblici: nessun legame tra istruzione familiare e radicalizzazione. Ora è chiaro a tutti, senza ombra di dubbio, la misura radicale di sopprimere la libertà fondamentale dei genitori, i primi educatori dei loro figli, è stata una decisione totalitaria. La Francia dei diritti umani, sotto il regno di Macron, ha cancellato i diritti alla libertà di scelta educativa dei genitori con ilpretesto, rivelatosi falso ed infondato, del pericolo della islamizzazione settaria.
Una menzogna allo stato puro di cui l’esecutivo illiberale di Macron non poteva non essere al corrente, dunque una scelta deliberatamente strumentale per imporre la nuova dottrina del Dio-Stato. Con le sue scelte, Macron conferma la nascita del nuovo liberalismo illiberale, un pericolo grave per le democrazie e i diritti dei cittadini almeno quanto quello delle sinistre illiberali.