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L’ANNIVERSARIO

Le Figlie del Cuore di Gesù, un carisma da 150 anni

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Furono fondate dalla beata francese Maria Deluil-Martiny il 20 giugno 1873. Centrali, nel carisma di queste suore di clausura, la riparazione delle offese al Sacro Cuore di Gesù e il ringraziamento per i Suoi benefici, «troppo spesso misconosciuti».

Ecclesia 20_06_2023

20 giugno 1873: ad Anversa, in Belgio, nasce l’istituto religioso delle Figlie del Cuore di Gesù. Viene fondato dalla beata Maria Deluil-Martiny, un nome profondamente legato alla storia della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Una donna esemplare, una testimonianza di vita tutta vissuta come dono a Dio. Maria Deluil-Martiny era una donna dal fine intelletto e dal cuore brillante, una donna animata da un profondo amore per l’Eucaristia così come venne sottolineato da san Giovanni Paolo II al momento della sua beatificazione: «Ha capito in profondità l’offerta che Cristo fa di sé stesso al Padre per la salvezza del mondo. Maria di Gesù mostra mirabilmente il senso di una devozione eucaristica ben capita, unendo all’adorazione il ringraziamento, la supplica e l’offerta sincera della propria vita». In queste parole, pronunciate dal papa polacco il 22 ottobre 1989, è racchiusa tutta l’esistenza di questa giovane dai tratti gentili, bella e affascinante, sensibile e di vasta cultura. Ma chi era Maria Deluil-Martiny?

Maria nasce a Marsiglia, in Francia, il 28 maggio 1841, in una famiglia cattolica: il padre, Paolo Deluil-Martiny, è avvocato e amministratore degli ospizi di carità della città; la madre Anaïs Maria de Solliers, di famiglia nobile, è pronipote della venerabile Anna Maddalena Remuzat (1696-1730). Il giorno seguente alla nascita, viene battezzata con i nomi di Maria, Carolina, Filomena. Fin da giovane, i primi semi di santità. Da adolescente, Maria vive con particolare intensità il sacrificio eucaristico nella Santa Messa: «Penso a Gesù che si offre sull’altare; al sacrificio della Croce, perennemente rinnovato sull’altare, e al sangue di Gesù effuso per il mondo», scriverà.

Arriva il tempo degli studi e Maria viene inviata dalla famiglia presso un prestigioso collegio a Lione retto dalle Religiose del Sacro Cuore. Qui trascorre due anni molto importanti per la sua formazione e, soprattutto, per la sua vocazione religiosa. Ritornerà poi a Marsiglia, presso la casa dei genitori. Nella biografia della beata francese vi è un anno-chiave: il 1864. Durante una delle frequenti visite che Maria fa al monastero della Visitazione di Marsiglia, una religiosa le dona una pagellina. Sopra il foglio vi è scritto: «Guardia d’onore del Sacro Cuore di Gesù». È un vero e proprio colpo di fulmine per la giovane che viene affascinata all’istante da queste poche pagine. Decide subito di far parte della Guardia d’onore, l’associazione sorta nel 1863 grazie all’illuminazione di suor Maria Bernaud, religiosa del monastero della Visitazione di Bourg-en-Bresse. Fra le due donne nascerà una fitta corrispondenza.

Maria Deluil-Martiny comincia a diffondere questa devozione: in poco tempo alla Guardia d’onore si iscrivono tantissime persone, tra cui vescovi e prelati, famiglie e giovani. In questi anni avvengono due incontri del tutto particolari: conosce san Daniele Comboni e il padre gesuita Jean Calage che diverrà sua guida spirituale. È il 1° settembre 1867 quando Maria fa voto di verginità. Nell’anno successivo, nel 1868, Maria compie un atto significativo per la sua esistenza: sotto la guida di padre Calage, scrive le regole di vita delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, donne consacrate per essere tutt’uno con Gesù, nell’offerta al Padre sul Calvario e nel sacrificio dell’altare. Scriverà queste parole: «Ostie con Gesù interamente offerte con Lui sulla Croce e nell’Ostia del sacrificio eucaristico». È il primo germoglio dell’istituto che fonderà anni più avanti.

Ciò che colpisce maggiormente della biografia della beata è questa sua progressiva maturazione spirituale: sembra quasi che il Signore abbia pian piano fatto maturare nell’anima di Maria il desiderio di consacrarsi pienamente a Lui. Non è stato un viaggio facile, non rettilineo, bensì intervallato da pause, da molti momenti di silenzio e di preghiera. Ne è testimonianza il diario che Maria iniziò a scrivere nel 1867, interrotto poi nel gennaio 1870, per infine riprenderlo un anno dopo: «L’anima mia era tanto angosciata che si rifugiò nel silenzio». Ed è proprio questo silenzio che parlerà con forza a Maria, facendola crescere sempre più nell’amore verso il Signore.

Un amore che sarà sancito poi il 19 giugno del 1873: a Berchem, presso Anversa, Maria Deluil-Martiny, con un piccolo gruppo di giovani donne, riceve il velo divenendo Maria di Gesù. Il giorno dopo, il 20 giugno, un’altra “nascita”, quella appunto della famiglia religiosa delle Figlie del Cuore di Gesù: «Il fine proprio delle Figlie del Cuore di Gesù è di rispondere, per quanto è possibile, all’amore troppo sconosciuto di questo Cuore divino. A questo scopo esse si propongono: 1. Di offrire al Cuore di Gesù, Sacerdote e Vittima nel Santissimo Sacramento dell’altare, una riparazione perpetua per gli orribili oltraggi fatti alla Divina Maestà; 2. Di ringraziare continuamente il Cuore di Gesù dei suoi benefici troppo spesso misconosciuti, della sua grande misericordia verso i peccatori; 3. Di offrire incessantemente alla SS. Trinità il Sangue Prezioso di Nostro Signore Gesù Cristo, con istanti supplicazioni per ottenere: l’avvento di Cristo nel mondo, il trionfo della Santa Chiesa, l’estinzione delle società segrete e, soprattutto, la perfezione, la santità ognor crescenti del Sacerdozio cattolico e degli Ordini religiosi». Un programma di vita davvero santo.

Dopo il primo monastero di Berchem, ne sorgeranno altri due: uno ad Aix nella Provenza francese e uno nella tenuta della famiglia in località La Serviane, alle porte di Marsiglia. Ed è proprio mentre si trova in quest’ultimo monastero che il 27 febbraio 1884, giorno del Mercoledì delle Ceneri, Maria di Gesù viene uccisa da Louis Chave, che era stato accolto con grande carità dalle religiose, le quali gli avevano affidato il lavoro di giardiniere del monastero. La beata morì sussurrando queste parole: «Gli perdono... per l’Opera! … per l’Opera». Quell’Opera continua, ancora oggi, a distanza di 150 anni dalla sua fondazione, a pregare per la Chiesa e a vivere il carisma della sua fondatrice, la beata Maria di Gesù.