«Le famiglie numerose sono la nostra speranza»
Nell'udienza generale il Papa è tornato sulla visita nello Sri Lanka e nelle Filippine, rievocandone i momenti salienti e precisando - rispetto alle rapide battute in aereo - il suo pensiero sulle famiglie numerose, che non sono causa della povertà - anzi, questa è una «opinione semplicistica» - ma ragione di «consolazione e speranza».
Nell'udienza generale del 21 gennaio il Papa è tornato sulla visita apostolica nello Sri Lanka e nelle Filippine, rievocandone i momenti salienti e precisando - rispetto alle rapide battute in aereo - il suo pensiero sulle famiglie numerose, che non sono causa della povertà - anzi, questa è una «opinione semplicistica» - ma ragione di «consolazione e speranza». Francesco è anche tornato a denunciare le «colonizzazioni ideologiche» da cui la famiglia va difesa: in aereo, aveva precisato che intendeva riferirsi in particolare alla «teoria del gender».
«Il viaggio», ha detto il Pontefice, «è stato soprattutto un gioioso incontro con le comunità ecclesiali che, in quei Paesi, danno testimonianza a Cristo: le ho confermate nella fede e nella missionarietà». Le folle «in alcuni casi addirittura oceaniche» hanno compreso il senso del viaggio. «Il momento culminante del mio soggiorno in Sri Lanka», ha spiegato Francesco «è stata la canonizzazione del grande missionario Giuseppe Vaz», testimone in anni di persecuzione della fede, ma anche dell'aiuto ai poveri di tutte le religioni e di un dialogo interreligioso perseguito nonostante grandi difficoltà. Un testimone particolarmente significativo per lo Sri Lanka che esce da un «lungo e drammatico conflitto civile» che è stato anche uno scontro religioso fra induisti e buddhisti, di cui cristiani e musulmani - attaccati da entrambe le fazioni - sono stati a loro volta vittime.
La cooperazione tra le religioni è ora necessaria per potere «risanare col balsamo del perdono quanti ancora sono afflitti dalle sofferenze degli ultimi anni». «Il tema della riconciliazione», ha aggiunto il Papa, «ha caratterizzato anche la mia visita al santuario di Nostra Signora di Madhu, molto venerata dalle popolazioni Tamil e Cingalesi e meta di pellegrinaggio di membri di altre religioni. In quel luogo santo abbiamo chiesto a Maria nostra Madre di ottenere per tutto il popolo srilankese il dono dell’unità e della pace».
Francesco si è poi recato nelle Filippine, dove «la Chiesa si prepara a celebrare il quinto centenario dell’arrivo del Vangelo. È il principale Paese cattolico dell’Asia, e il popolo filippino è ben noto per la sua profonda fede, la sua religiosità e il suo entusiasmo, anche nella diaspora». Il Pontefice ha ricordato di avere «sottolineato la costante fecondità del Vangelo e la sua capacità di ispirare una società degna dell’uomo», in una nazione la cui identità è stata forgiata dal cattolicesimo. «Scopo principale della visita» era però esprimere la solidarietà alle vittime del più grande tifone della storia,il tifone Yolanda del 2013. «La potenza dell’amore di Dio, rivelato nel mistero della Croce, è stata resa evidente nello spirito di solidarietà dimostrata dai molteplici atti di carità e di sacrificio che hanno segnato quei giorni bui».
Come «momenti salienti» della visita alle Filippine il Papa ha voluto ricordare gli incontri con i giovani e le famiglie. Mentre si è parlato quasi solo degli accenni del Pontefice alla nozione di «paternità responsabile» - peraltro accompagnata da una celebrazione dell'enciclica «Humanae vitae» del beato Paolo VI, così che sarebbe difficile leggerci un'apertura agli anticoncezionali - l'essenziale del messaggio va cercato nell'idea che «le famiglie sane sono essenziali alla vita della società. Dà consolazione e speranza vedere tante famiglie numerose che accolgono i figli come un vero dono di Dio. Loro sanno che ogni figlio è una benedizione». E qui il Papa ha voluto aggiungere: «Ho sentito dire - alcuni [lo dicono] - che le famiglie con molti figli e la nascita di tanti bambini sono tra le cause della povertà. Mi pare un’opinione semplicistica. Posso dire, possiamo dire tutti, che la causa principale della povertà è un sistema economico che ha tolto la persona dal centro e vi ha posto il dio denaro; un sistema economico che esclude, esclude sempre: esclude i bambini, gli anziani, i giovani, senza lavoro … - e che crea la cultura dello scarto che viviamo. Ci siamo abituati a vedere persone scartate. Questo è il motivo principale della povertà, non le famiglie numerose».
Piuttosto che dividersi in sterili polemiche, «occorre proteggere le famiglie, che affrontano diverse minacce, affinché possano testimoniare la bellezza della famiglia nel progetto di Dio. Occorre anche difendere le famiglie dalle nuove colonizzazioni ideologiche, che attentano alla sua identità e alla sua missione». Nelle Filippine il Papa ha parlato anche di poveri, di ambiente, di una politica libera dal germe della corruzione. Ma al centro di tutto c'è la famiglia.