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IL LIBRO

Le brigata di Cesare alla ricerca dell’immortalità

Il titolo del romanzo dice già tutto: Cesare l’immortale. Oltre i confini del mondo. E il testo mantiene in pieno le aspettative. L’autore è Franco Forte (da non pronunciare tutto unito, anche se nomen omen, data la Fiera del Libro più importante del mondo), navigato e prolifico scrittore di avventure nella storia.

Cultura 12_08_2016
La copertina del libro su Cesare di Franco Forte

Luigi IX il Santo, re dei Francesi, accoglieva alla sua tavola dei poveri che serviva personalmente. Una volta alla settimana. Gli altri giorni li dedicava ai normali ospiti. Accadde che, conoscendo la sua religiosità, uno di questi, a fine pasto, cercò di ingaggiarlo su una delicata questione teologica. Il santo re, però, con amabilità gli fece presente che dopopranzo preferiva digerire. 

Io non sono né re né santo, ma, essendo scrittore kattolico, il lettore potrebbe immaginare che trascorro le vacanze in qualche badia di montagna a meditare sui tomi della Summa Theologiae. Sbagliato. Vado in spiaggia e leggo fumetti o letteratura di pura evasione. L’ultimo svago in tal senso è un romanzo dal titolo Cesare l’immortale. Oltre i confini del mondo. Il cui titolo dice già tutto. E il testo mantiene in pieno le aspettative. Cioè: evasione volevo ed evasione ho avuto. Sì, perché certi autori non sono onesti, e tra una pagina e l’altra, infilano le loro opinioni sui massimi sistemi, opinioni di solito politicamente corrette e, come tali, fastidiose per l’acquirente di diverso sentire. 

Oppure rifilano lunghe e compiaciute scene di sesso che nulla c’entrano con la trama e servono solo ad allungare un brodo povero di inventiva. Insomma, una mezza truffa. E pure boomerang, perché il gabbato annota il nome dell’autore e non ci casca più. Non così, grazie al cielo, nel nostro caso. Qui l’autore è Franco Forte (da non pronunciare tutto unito, anche se nomen omen, data la Fiera del Libro più importante del mondo), navigato e prolifico scrittore di avventure immerse nella storia. 

Il curriculum del Nostro è di tutto rispetto, essendo autore televisivo e direttore di collane prestigiose. Gli auguro un destino alla Erskine Caldwell (1903-1987), l’americano che, inizialmente, voleva fare lo scrittore ma nessuno se lo filava. Così, per campare, si impiegò come bibliotecario. Il mestiere lo costrinse a ingurgitare un oceano di libri (altrui) e in tal modo capì che cosa mancava nella letteratura, stile compreso. Solo allora si mise a scrivere nel modo giusto, vinse il Nobel, fece i soldi e si comprò perfino un’isola. 

Forte non si limita a leggere migliaia di romanzi come direttore di collana, ma si documenta sui classici quando deve ambientare i suoi, in modo che il dettaglio sia esatto e il lettore impari divertendosi. Infatti, non è più il tempo in cui si poteva far cassetta con storie peplum che spacciavano eroi greci in perizoma inguinale e i capelli a sfumatura alta, o matrone romane strette in vita e cotonate. No, ormai a scuola ci siamo andati tutti, Piero Angela e Roberto Giacobbo ci hanno teleformati, la Settimana Enigmistica ha nutrito generazioni di appassionati ai «lo sapevate che?». 

Per questo, quando qualche aspirante mi chiede di «dare un’occhiata» al suo manoscritto e, «quando ho tempo», formulare un giudizio, io, che quando ho tempo vado semmai al cinema, per prima cosa ragguaglio il malcapitato sulla tonnellata di testi che deve studiarsi se proprio vuol scrivere. Poi… Il poi non c’è, perché quello sparisce. Forte, al contrario, è un professionista e conosce  il mestiere. 

Allora, che cosa ha escogitato questa volta? Ha immaginato che la morte di Cesare sia stata un trucco, una sceneggiata messa in piedi da lui stesso per uscire di scena senza farsi cercare. A quale scopo? Al padrone del mondo, il mondo non bastava più. Voleva l’immortalità, un dono che andava strappato agli Dei. Già, ma dove abitavano gli Dei? Antichissimi manoscritti e carte nautiche (veramente esistiti) indicavano il Nord, oltre Ultima Thule, la terra che le legioni romane, guidate dallo stesso Cesare, avevano intravisto in lontananza nelle nebbie, ma non avevano osato raggiungere al tempo in cui si erano scontrate con i Britanni. 

Cesare mette insieme una squadra di tutto rispetto, comprendente il gotha dei politici e generali del tempo: Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino, Giunio Scribonio, Publio Servilio Casca, perfino Marco Tullio Cicerone e Publio Licinio Crasso. Cicerone è, sì, nemico di Cesare, ma Cesare apprezza la sua sagacia e riesce a convincerlo ad aggregarsi all’impresa. Crasso, addirittura, arruola Spartaco, il capo dei gladiatori rivoltosi e leggendario protagonista delle guerre servili: anche qui, una finta crocifissione. E si parte. Davvero originali i capitoli in cui va in scena una battaglia tra i ghiacci nella notte polare. Non mancano gli scorci magic & fantasy, nonché il finale aperto a un sequel. Per rilassarsi sull’amaca. 

Franco Forte, Cesare l’immortale. Oltre i confini del mondo (Mondadori, pp. 365, €. 19).