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ITINERARI DELLA FEDE

Le belle sante di Provesano

Come Agata, Lucia e Cecilia, martiri dei primi secoli, anche Apollonia patì una morte crudele e l'arte la celebra trasfigurata dalla luce del paradiso. Così accade, ad esempio, negli affreschi di Provesano di San Giorgio della Richinvelda, in Friuli.

Cultura 09_02_2013
Crocefissione_Provesano

Le immagini dei santi sono qualcosa di familiare per ogni cristiano cattolico. Le chiese più belle ne presentono le immagini nei punti “strategici” dell’architettura, attraverso affreschi, quadri, rilevi, sculture. I santi sono il sostegno spirituale della comunità dei credenti, e spesso le loro effigi sono poste nei punti di “sostegno”  fisico dell’edificio: pilastri, chiavi di volta, stipiti e architravi.

Ogni località e ogni epoca storica sottolineano culti e devozioni particolari, e nei secoli si è creata un’iconografia ricca ma costante nella sua varietà, con attributi canonici che rendevano e rendono i santi più o meno noti se non immediatamente almeno facilmente riconoscibili.

Dai primi secoli del cristianesimo fino alla riforma tridentina è estremamente frequente trovare nelle chiese teorie di santi e sante che subirono il martirio durante le persecuzioni di età romana, ben caratterizzati e riconoscibili dalla frequente presenza degli strumenti utilizzati per la loro tortura. Queste immagini diventano più rare dopo il concilio di Trento, quando si dà indicazione di limitare le rappresentazioni dei santi dalle agiografie incerte e talora favolistiche, privilegiando exempla più rigorosi.
Attraversando l’Italia si possono per fortuna ancora ammirare tantissimi esempi dell’iconografia di questi lontani santi e in occasione della festività di Santa Apollonia di Alessandria, vogliamo ricordare questa martire cristiana le cui vicende sono riportate con diverse varianti, accomunate tuttavia dal comune rifermento all’aver subito lo strappo dei denti con tenaglie, particolare agiografico diventato l’elemento cardine della sua iconografia.

Troviamo spesso Apollonia vicina ad altre sante del primo cristianesimo: Agata, Lucia, Agnese, Cecilia… tutte accomunate dall’aver subito una crudele morte e dall’essere rappresentate come splendide fanciulle ormai trasfigurate dalla luce del paradiso, che brandiscono con orgoglio quegli strumenti di tortura che sono diventati strumenti del loro trionfo nella fede. 

Andiamo a cercarle in Friuli Venezia Giulia, in un piccola chiesa di un centro certamente minore: Provesano di San Giorgio della Richinvelda, in Provincia di Pordenone. Dopo aver varcato la soglia della parrocchiale, dall’architettura molto semplice, si rimane letteralmente stupefatti davanti alla meraviglia delle pareti affrescate in ogni andito con immagini di grande espressività e qualità. L’artefice è Gianfrancesco da Tolmezzo, un maestro “di provincia” che sa comunicare ai semplici le verità della fede cattolica non rinunciando ad esprimere, con una grande competenza grafica e tecnica, le conquiste della pittura rinascimentale. Il tema illustrato, realizzato alla dine del XV secolo, ruota intorno alla passione di Cristo, dipinta con catechistica chiarezza e commovente espressività; il percorso di salvezza attraverso il dolore è ribadito dalle scelta delle figure di santi e soprattutto delle sante che rivestono i sottarchi.

Apollonia è una graziosa fanciulla bionda, dai capelli sciolti e ornati con diademi. Incede con grazia come in una danza e porta tra le mani la palma e la tenaglia, simboli del suo martirio. Come lei le già ricordate Agata, Agnese, Lucia, Barbara, Orsola, Margherita e altre ancora, affascinanti giovani il cui dolore è stato trasfigurato dalla certezza della redenzione.