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L’Assunta con le due torri a farle da guardia

La cattedrale di Aosta, intitolata all’Assunta e a San Giovanni Battista, è correlata alla fase iniziale della diffusione del cristianesimo in Valle d’Aosta. La basilica si caratterizza  anche per i campanili al fianco dell’aggettante abside centrale. Le due possenti torri, alte più di 60 metri, sono oggi la struttura più alta della regione.

Cultura 13_08_2016
La cattedrale di Aosta

La storia millenaria della cattedrale di Aosta, intitolata all’Assunta e a San Giovanni Battista, è correlata alla fase iniziale della diffusione del cristianesimo in Valle d’Aosta. Un primo edificio sacro, a navata unica e due battisteri, era già stato costruito a ridosso del complesso forense romano alla fine del IV secolo. 

A quell’epoca, infatti, sembra risalire la costituzione della diocesi locale. La primitiva chiesa fu probabilmente utilizzata fino alla metà dell’XI secolo, quando si cominciò a celebrare il culto nella cattedrale attuale. Fu Anselmo I, vescovo a cavallo tra il X e l’XI secolo, a intraprendere la ricostruzione del tempio che venne notevolmente ampliato e impostato su una pianta basilicale a tre navate con otto campate coperte da capriate lignee. La cripta è l’ambiente che ancora oggi conserva quasi intatta l’impronta anselmiana: si tratta della porzione più antica della cattedrale, vi si accede dalla navata destra ed è divisa in tre navatelle, voltate a crociera, terminanti in altrettante absidi. 

All’XI secolo risale anche lo straordinario ciclo di affreschi che decorava la navata centrale della basilica di Anselmo, riportato alla luce dagli studiosi nell’odierno sottotetto: maestranze di altissimo livello vi dipinsero le Storie di Sant’Eustachio, soldato romano convertitosi e martirizzato, e storie di Mosè. Gli affreschi, per quanto frammentari, costituiscono una pregevolissima testimonianza di pittura alto medievale, probabilmente di fattura lombarda. 

Nello stesso periodo si procedette anche al rifacimento del corpo di fabbrica occidentale dove vennero eretti due campanili al fianco dell’aggettante abside centrale. Le due possenti torri, alte più di 60 metri, sono ancora oggi la struttura più alta di tutta la Regione. Numerosi furono gli interventi di trasformazione, architettonica e decorativa, promossi da vescovi influenti o potenti rappresentanti di nobili famiglie locali, che si susseguirono nel corso dei secoli. 

Alla fine del XII secolo risalgono gli splendidi mosaici del pavimento del presbiterio: quello più antico rappresenta Cristo, Signore del tempo, che regge tra le mani il sole e la luna, circondato da dodici medaglioni con le personificazioni dei mesi dell’anno e dalle allegorie dei quattro fiumi del Paradiso indicati dalla Genesi. Considerato poco più tardo è un secondo apparato musivo che dentro una geometrica struttura mostra figure di animali fantastici. 

Nel XIII secolo venne realizzato il deambulatorio, con tre cappelle radiali, che corre intorno al coro, creando un’abside di gusto gotico illuminata da grandi monofore strombate.  Contro le volte a crociera della navata, che sostituirono alla fine del Quattrocento la primitiva copertura a capriate, si staglia il crocefisso ligneo che domina lo spazio sacro. La grande croce venne realizzata nel 1397 da un artista di area svizzero-tedesca che rese il volto del Cristo con intensa espressività. Lo stesso spazio è, inoltre, impreziosito dalle bellissime vetrate rinascimentali con le immagini di santi. Di gusto manierista sono le Storie della Maddalena con cui furono decorate le volte della Cappella dei baroni di Cly, sulla destra della controfacciata.

Nel 1848 una facciata neoclassica venne addossata a quella rinascimentale, incastonandola in un  atrio. L’antico prospetto colpisce per la ricchezza cromatica degli affreschi che raccontano episodi della vita della Vergine e dell’infanzia di Gesù mentre il sottarco è interamente occupato da una colorata schiera di angeli musicanti. Essi accolgono festosi l’Assunta, cui la chiesa è intitolata, realisticamente rappresentata, insieme ai Discepoli che assistono attoniti alla Sua Assunzione, nei gruppi di terracotta policroma che adornano lunetta e timpano. L’intero apparato iconografico è infatti inserito in una struttura architettonica classicheggiante, all’interno della quale si apre, anche ad Aosta, la Porta del Giubileo della Misericordia.