L'assente inaccettabile
Cercasi padre disperatamente.
Lo psicanalista Risè contro
i disastri di una società
divorzista e senza guide.
Cercasi padre autorevole. Perché oggi è oramai è molto raro, tranne alcune eccezioni è praticamente scomparso. La figura guida di colui che ti indica la strada si è smarrita nei meandri di una cultura sempre più permissiva, che dà l'illusoria ed effimera sicurezza del possesso.
La società senza padri, nata con entusiasmo sulle ceneri del patriarcato, ha fin qui generato danni umani e psicologici. Come in tanti giovani apparentemente felici che cercano riparo dalla loro fragilità nella droga e nei comportamenti autodistruttivi, talvolta con grandi esplosioni di aggressività. La figura del padre è fondamentale in quanto consente il distacco del figlio dalla simbiosi con la madre, quel guscio protettivo e ovattato che l'ha custodito per nove mesi, un cambiamento che si manifesta come perdita e abbandono. Da questa rottura -che lascia una cicatrice simbolica- inizia il ruolo del padre che con la sua presenza lo apre alla società, alla dimensione verticale. In tutte le società, anche nell'antichità, questo passaggio veniva sottolineato con riti di iniziazione, si pensi alla presentazione di Gesù al tempio.
Oggi, nel mondo secolarizzato dove viene negato il principio religioso della dipendenza da Dio, nessun individuo vuole più essere portatore di alcuna ferita, né affrontare conflitti dolorosi con il figlio. Non v'è più alcun divieto d'incesto con la madre, direbbe Freud. Viene così a mancare l'insegnamento della Legge, della norma e la libertà a 360 gradi da una parte elettrizza, dall'altra genera caos. A questo proposito, esemplare è il mito greco di Icaro. Dedalo per fuggire da Creta dove la regina lo ha messo in prigione, costruisce col figlio Icaro delle ali con vere penne di uccello tenute insieme da cera. Gli raccomanda di non volare troppo in alto dove il sole lo può accecare, né troppo in basso sopra il mare che può inumidire le piume. Ma il figlio inebriato dal volo si innalza verso il sole che scioglie la cera delle api così annega.
E' uno dei tanti figli che si dimentica degli insegnamenti del padre, dice l'Autore, in preda a quella che viene chiamata “onnipotenza infantile”. Con la scomparsa dei riti di iniziazione si fa incerta anche la creazione dell'identità maschile perché- spiegano gli antropologi- l'uomo non possiede un modello di comportamento innato. Se a insegnargli a diventare uomo non c'è più il padre, mancano anche i ruoli educativi in grado di fare ciò, visto che gli insegnanti sono in stragrande maggioranza donne. L'eclissi del padre va di pari passo con l'abbandono dell'esperienza del divino nella vita dell'uomo. Nella società moderna dove i rapporti sono per lo più superficiali il padre trasmette soldi, beni, ma non più valori. L'intera organizzazione è diventata una Grande Madre, che soddisfa la terrena soddisfazione di bisogni sempre più infiniti, di tipo regressivo, dove tutti sono sudditi-compratori.
Il potere sempre più materialista tende anche alla gestione calcolatrice della vita. Niente dolore, no alla vecchiaia con le rughe, niente figli indesiderati, sempre più separazioni e divorzi, col criterio della famiglia “usa e getta”. L'attacco al padre viene anche dalla mentalità divorzista che con la rottura del matrimonio lo mette ai margini in poche mosse, per non dire della diffusione dell'aborto che-deciso unilateralmente dalla donna- è un altro duro colpo che ha messo in crisi il suo ruolo di paternità. Dall'emarginazione della donna -tuttora presente in tanti Paesi del Terzo Mondo- si sarebbe dunque passati nella società occidentale all'umiliazione del maschio. Da un estremo all'altro.
Claudio Risé
Il padre, l'assente inaccettabile
San Paolo, pagine 164, euro 9,50