Larry Elder, l'uomo nero che fa tremare i liberal
Pro-life, per la libertà di istruzione, definisce una "fesseria" l'emergenza climatica e si oppone all'obbligo dei vaccini. Larry Elder si presenta con queste credenziali nelle prossime elezioni di recall in California. Incredibilmente avanza nei sondaggi. Il governatore Newsom chiama a raccolta la sinistra e iniziano i colpi bassi. Ma è già un segnale.
In California, la sinistra più verde, progressista, laicista e gender d’America inizia a traballare. Il suo potere, finora assoluto, è conteso da uno strano afro-americano, Larry Elder, che è nero, ma parla “da bianco”, contro l’aborto, per la libertà di istruzione e contro le politiche energetiche verdi. È persino contro l’obbligo di vaccino e di mascherina. Sarebbe uno shock, ma andiamo con ordine.
In California la sinistra democratica ha una maggioranza solida da decenni. Dal 1992 lo Stato d’Oro ha sempre votato presidenti democratici, ha fornito loro un enorme serbatoio di voti (40 milioni di abitanti) ed eletto governatori democratici, oppure repubblicani (Arnold Schwarzenegger) che pensano e agiscono da democratici. L’attuale governatore, Gavin Newsom, è stato eletto con quasi il 62% dei voti. Il presidente Biden, in California, ha preso più del 60%. Eppure i Dems tremano al pensiero che il prossimo 14 settembre ci possa essere un ribaltone. Infatti, per quella data, delle petizioni dell’opposizione sono andate a buon fine, con una sufficiente raccolta di firme e quindi si terranno le elezioni di ricusazione (recall). In questo tipo particolare di voto, gli elettori dello Stato dovranno votare per scegliere se tenere l’attuale governatore o bocciarlo. In caso di bocciatura dovranno indicare chi vogliono come nuovo governatore. In questa seconda elezione si vince a maggioranza semplice, senza raggiungere il 50%: è un turno unico. Su oltre quaranta candidati, non servono moltissimi voti per prendersi il posto di Newsom. E in questo scenario si sta infilando Larry Elder.
Nuovo non è, almeno per il suo pubblico. Ha 69 anni e da trenta conduce programmi radiofonici di successo, oltre a due (brevi) show televisivi. Già negli anni 90 aveva suscitato scalpore per i suoi discorsi: era nero, ma si batteva contro il vittimismo dei neri, a prescindere dalla solidarietà razziale era colpevolista nel caso OJ Simpson. Tuttora gli rimproverano quei primi programmi per aver usato più volte la parola con la N, che per noi era normale, ma che in America ricorda troppo gli insulti rivolti agli schiavi ed ora è vietata anche in Italia. Lui che N lo è veramente, è passato per razzista. Il suo programma era stato anche sospeso, solo una campagna di giornalisti e think tank conservatori gli aveva permesso di riprendere a lavorare. E nel corso dei decenni, Elder, che si definisce libertario ed è registrato repubblicano solo dal 2003, è andato avanti a picconare tutti i cliché e le certezze del pensiero politicamente corretto.
Gavin Newsom accusa il rivale di aver dato spazio alle teorie no-vax. Nelle sue trasmissioni qualche ospite lo era di sicuro, ma non si trova nemmeno una parola di Elder contro il vaccino in sé. Semmai contro l’obbligo di vaccinazione. E anche contro l’obbligo di portare la mascherina. Ovviamente per lui è pronta anche l’accusa di essere un negazionista, oltre che del Covid anche del riscaldamento globale. In una sua trasmissione, recente, aveva definito la “crisi climatica” una “fesseria”. Più che mettere in discussione la teoria, Elder condanna l’allarmismo con cui se ne fa un’emergenza, nel nome della quale si giustificano politiche regressive e stataliste per la promozione delle rinnovabili. La California, una delle regioni più ecologiste del mondo, ha avuto seri problemi di blackout e un cronico aumento delle bollette. Più gli incendi, anch’essi conseguenza di politiche conservazioniste che non tengono più conto della sicurezza. Ora propone di sospendere l’Environmental Quality Act e permettere senza restrizioni nuovi progetti edilizi privati, visto che i senza tetto, in California, sono ormai un esercito di quasi 200mila persone. Quanto alla soluzione del grave problema sociale dei senza-tetto non intende aumentare ulteriormente la spesa pubblica, ma affidarla alle confessioni religiose, alle missioni, le migliori per affrontare il fenomeno in modo più personale e per aiutare i bisognosi ad essere di nuovo auto-sufficienti.
Presentandosi come candidato pro-life in uno degli Stati più laicisti d’America (Gavin Newsom è favorevole all’aborto senza limiti, fino al nono mese), Elder si oppone alla sentenza Roe vs Wade (che legalizzò l’aborto nel 1973) ed è favorevole al diritto degli Stati di limitare l’accesso all’aborto. Ed è contrario al finanziamento pubblico dei servizi abortivi. La libertà di istruzione è un altro suo cavallo di battaglia: intende introdurre un piano di emergenza per fornire alle famiglie dei buoni scuola, così da permettere loro di scegliere la scuola che preferiscono. Sfidando direttamente i potenti sindacati californiani, è contrario all’innalzamento del salario minimo (“Il salario minimo è pari a 0 dollari”, aveva dichiarato) che a suo avviso, realisticamente, brucerebbe milioni di posti di lavoro. È stato anche accusato di sessismo perché ritiene che la tematica del gender gap (la differenza salariale fra uomini e donne) sia grandemente esagerata e che comunque possa essere affrontata solo in una logica di libero mercato.
Assistere all’avanzata di un repubblicano di questo tipo, nei sondaggi pre-elettorali, per i Democratici è uno shock notevole. Non si tratta di un “Repubblicano solo di nome” (Rino) come veniva definito Schwarzenegger, ma di un oppositore vero, di matrice libertaria, un ottimo comunicatore carismatico senza peli sulla lingua e tutt’altro che incline a compromessi. Per questo stanno già ricorrendo ai soliti colpi bassi. Una ex fidanzata di Elder denuncia, a sei anni di distanza, di essere stata minacciata da lui con una pistola, durante una lite. Lui smentisce tassativamente ("Sono cresciuto nel sud di Los Angeles, so cosa comportano certi gesti") e non è chiaro perché la donna non lo abbia mai denunciato negli scorsi sei anni. Ma il caso potrebbe risultare determinante per rovinare la sua reputazione, molto più delle accuse ideologiche di sessismo, razzismo (un afro-americano!), liberismo senza cuore, bigottismo e di essere “come Trump o ancor peggio su alcuni temi”.
Se però i Democratici guardassero un po’ alla condizione in cui hanno lasciato la California, terra di esperimenti di tutte le nuove forme di progressismo, avrebbero di che preoccuparsi veramente: oltre ai 200mila senza tetto, quasi 1 milione di californiani sono emigrati in altri Stati, il 43% dei cittadini maggiorenni dichiara di non potersi più permettere un tenore di vita decente entro i confini dello Stato (il 61% fra i giovani), mentre 2 milioni e mezzo di immigrati illegali sono nel territorio californiano, ospiti di almeno sette città “rifugio” che per loro statuto non collaborano con le autorità federali per le espulsioni.