L'amore vero e soddisfacente
Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro (Lc 14, 29)
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». (Lc 14, 25-33)
Non è sbagliato amare i propri genitori o i propri figli, Dio stesso ci chiede di farlo nel quarto comandamento. Ma amare Dio più di loro è ciò che ci permetterà di amarli veramente e non solo quando ci viene naturale. Il nostro amore per Dio è il fondamento dell'amore per gli altri. Quando l'amore delle creature è insufficiente, cerchi l'amore di Dio che è un amore vero e pienamente soddisfacente?