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OCCHIO ALLA TV

L'alluvione e il giornalismo spazzatura

Nonostante le scuse ufficiali da parte del direttore Marcello Masi e della redazione, il servizio sull’alluvione di Genova andato in onda sabato scorso durante il Tg2 dell’ora di pranzo resta una macchia indelebile: la giornalista inviata sul posto ha interpellato un ragazzo di 16 anni che aveva appena perso la madre, travolta dall’ondata di piena...

Occhio alla Tv 07_11_2011

Nonostante le scuse ufficiali da parte del direttore Marcello Masi e della redazione, il servizio sull’alluvione di Genova andato in onda sabato scorso durante il Tg2 dell’ora di pranzo resta una macchia indelebile: la giornalista inviata sul posto ha interpellato un ragazzo di 16 anni che aveva appena perso la madre, travolta dall’ondata di piena.

La giornalista gli chiedeva “Hai avuto paura di morire?”, “Cos’hai provato in quei momenti?”, “Dov’era la tua mamma?” e lui rispondeva con le lacrime agli occhi, spiegando come fosse riuscito a salvarsi con la forza della disperazione mentre la madre veniva trascinata via per sempre dall’acqua.

La televisione non è minimamente autorizzata a entrare in questo modo nel dolore delle persone, soprattutto se si tratta di minori. La trovata della giornalista ha suscitato negli spettatori un sussulto di emotività ma anche una reazione di sdegno, più che giustificata.

Intervistare chi è stato vittima di una tragedia che gli ha portato via persone care o ha irreparabilmente danneggiato la sua casa non è un servizio al pubblico, ma una speculazione sulle emozioni altrui. Il diritto-dovere di cronaca deve sempre essere subordinato al rispetto della persona e dei suoi sentimenti, soprattutto nel momento della disperazione.

Meno male che qualche collega della citata giornalista ha voluto raccontare anche le moltissime storie di solidarietà e di aiuto che hanno permesso a molti di salvarsi e di guardare avanti, nonostante tutto.