Laicità dello Stato non vuole dire ateismo di Stato
“Se Salvini avesse imposto la recita del rosario sarei stato il primo a insorgere. Ma mostrando quella corona e compiendo quella preghiera di affidamento, non ha fatto altro che rinnovare il gesto di tante mamme e papà specialmente nei momenti più difficili. Come dimostrano gli ex voto alla Madonna della Guardia a Genova che vedo dei sopravvissuti del crollo del Morandi”. La letera di Pillon (Lega) alla Nuova BQ.
Caro direttore
Oggi sarà giornata decisiva per la crisi di governo: il presidente della Repubblica incontrerà le delegazioni dei partiti maggiori, tra cui quella della Lega di Matteo Salvini. È interessante, per chi ama scorgere i piccoli segni lasciati da Mani pazienti e benevole, che proprio oggi la Chiesa celebri la festa della Beata Vergine Maria Regina del cielo e della terra. Certo non lo sapevano nè Mattarella quando ha steso il calendario delle consultazioni nè tantomeno Salvini quando martedì scorso ha rinnovato nelle aule parlamentari la consacrazione del popolo italiano al cuore immacolato della dolce vergine di Nazareth, che i cristiani venerano oggi come Regina del mondo.
I commenti beffardi del presidente Conte e di Matteo Renzi e la consueta ridda di polemiche più o meno strumentali agite da compunti teologi non sono bastate a scalfire la intrinseca forza di un gesto dirompente, che ho avuto l'onore, nel mio piccolo, di sostenere in quella stessa aula ostendendo a mia volta il mio rosario.
Sono ovviamente contrario a ogni strumentalizzazione della fede, ma sono altrettanto convinto che laicità dello Stato non significhi affatto nè laicismo nè tantomeno ateismo di Stato. Se Salvini, da ministro, avesse imposto la recita del rosario ai cittadini italiani sarei stato il primo a insorgere. Tuttavia, mostrando quella corona e compiendo quella preghiera di affidamento, Matteo non ha fatto altro che rinnovare il gesto di tante mamme, nonne papà e nonni italiani, che da millenni, oltre a lavorare sodo per i propri figli, non mancano di dire una preghiera per loro, specialmente nei momenti più difficili.
Avete visto gli ex voto che affollano il santuario della Madonna della Guardia a Genova o i mille santuari in giro per l'Italia? Non è paccottaglia di chissà quali tempi bui, ma sono dipinti e altri gesti di ringraziamento che gli italiani offrono a Maria per sdebitarsi, almeno parzialmente, delle grazie ricevute a seguito delle loro preghiere. In questi giorni alcuni sopravvissuti al crollo del ponte Morandi di Genova ne hanno collocati alcuni proprio alla Madonna della Guardia. Mi rendo conto che il disgustato razionalismo laicista storcerà bocca e budelle davanti a tali "rimasugli medioevali" specialmente se evocati dal senatore Pillon, ma al netto dei benpensanti, è nitida nel cuore degli italiani la certezza che tra cielo e terra esista molto più di quel che possiamo vedere, e che spesso con una preghiera, in modo misterioso ma assai concreto, si ottengano grazie su grazie.
E allora, ben vengano genitori che pregano per i loro figli, nonni che pregano per i loro nipotini, e ben vengano anche uomini e donne impegnati nel servizio politico che riconoscano i propri limiti e, dopo aver messo tutto il proprio impegno per il bene comune, aggiungano una preghiera per quella grande famiglia che è l'Italia.
Questo non è un momento storico facile: il nostro paese è a un bivio: ritrovare le proprie radici, la propria coesione e affrontare con coraggio le sfide (prima tra tutte quella esiziale della famiglia e della demografia, dalla quale dipende la stessa sopravvivenza) oppure piegarsi alle mortifere ideologie relativiste, genderiste, laiciste che hanno già fatto scempio di altri paesi un tempo gloriosi. Non si poteva tirare a campare, governando con chi evidentemente non condivide affatto questa visione della storia, ed anzi preme per aprire anche in Italia alle ideologie mortifere.
Il gesto coraggioso della Lega di Matteo Salvini ha mostrato la determinazione di una forza politica pronta a rinunciare a sette ministri e decine di sottosegretari pur di essere libera di perseguire i suoi ideali e di cambiare davvero l'Italia, senza infingimenti o compromessi al ribasso, ma riportando al centro i valori veri, i valori umani, primo tra tutti la libertà e la dignità di credere in Dio manifestando anche pubblicamente la propria fede, il diritto di avere un lavoro dignitoso con cui poter costruire e sostenere una famiglia, la gioia di crescere figli che abbiano mamma e papà e molto molto altro...
Sia ben chiaro, i partiti sono strumenti e mezzi, non certo fini in sè stessi. Gli uomini e i partiti possono sbagliare, cambiare idea, diventare inutili o dannosi, e la salvezza non verrà certo dalla politica. Tuttavia in alcuni frangenti della storia la politica può fare molto per dare pace e prosperità agli uomini.
Questo è uno di quei frangenti.
La sfida ci supera enormemente, ma crediamo in Colei della quale è stato detto "non essersi mai udito al mondo che alcuno abbia ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato".
Anche oggi non mancherà.
*Senatore Lega