L'agenda Onu e il problema di coscienza in casa cattolica
Professori di religione cattolica scrivono alla Bussola: «Viviamo una situazione di conflitto di coscienza circa il nuovo insegnamento di Educazione Civica le cui linee guida contengono in modo inequivocabile il riferimento all'Agenda ONU». Vero. Oggi si moltiplicano i casi di cattolici contraddetti dai pastori, lasciati soli al fronte, sostenendo che di fronti ormai non ce ne sono più perché sono finite le lotte della Chiesa col mondo, mentre è vero piuttosto che il fronte non si è dissolto, si è solo trasferito dall’esterno all’interno della Chiesa.
A seguito del mio articolo sulla discutibile posizione della Chiesa di papa Francesco rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU per il 2030 [vedi QUI], è arrivata questa lettera che merita di essere letta attentamente.
Spettabile Redazione,
desideriamo esprimere al Prof. Stefano Fontana il nostro più sincero ringraziamento per l'articolo in oggetto.
In qualità di insegnanti di Religione Cattolica ci siamo sentiti sostenuti da questo articolo in quanto attualmente viviamo una situazione di conflitto di coscienza circa il nuovo insegnamento di Educazione Civica le cui linee guida contengono in modo inequivocabile il riferimento all'Agenda ONU, come definito anche nell'art. 3 della legge n.92 del 20/08/2019.
L'articolo del Prof. Fontana pone il problema dell'inconciliabilità tra principi non negoziabili e Agenda 2030.
Il problema infatti è che le linee guida dell'Educazione Civica definiscono la prospettiva trasversale di tale disciplina: affermano che "la trasversalità dell'insegnamento offre un paradigma di riferimento diverso da quello delle discipline" e che "l'educazione civica supera i canoni di una tradizionale disciplina, assumendo più propriamente la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di studio...".
Affermare ciò significa porre l'Agenda e i suoi 17 obiettivi alla base di ogni sapere scolastico.
Ciò vale anche per l'insegnamento della religione cattolica che si trova pertanto a dover riconoscere che la matrice valoriale della propria materia non è la Verità di Cristo e il suo insegnamento, bensì i 17 obiettivi dell'Agenda.
La Chiesa, nella fattispecie i vari Uffici IRC, si stanno orientando a darci indicazioni su come coniugare obiettivi di EC al Curricolo IRC nei vari ordini di scuole e a predisporre incontri di formazione sul tema, oltre che a far rispettare il diritto che anche l'IRC venga inserito nel computo delle 33 ore curricolari di Educazione Civica previste dalla Legge.
Perplessi, abbiamo sottoposto la questione più volte in collegio docenti e in sede di dipartimenti disciplinari, ma anche all'ufficio IRC diocesano, evidenziando le criticità, ma senza avere risposta o avendo risposte devianti dal problema: che la scuola italiana è una scuola laica e che quindi i contenuti cattolici non trovano diritto di cittadinanza, che si possono selezionare gli obiettivi "preferiti" non considerando quelli "eticamente problematici", oppure che l'Educazione Civica dagli insegnanti di religione va presentata in nome della tolleranza e della pace con tutti.
Finalmente il Prof Fontana chiarisce i termini dell'Agenda ed evidenzia i fini cui tende, dimostrando con chiarezza la contraddizione in cui la stessa Chiesa cattolica sta cadendo. I principi non negoziabili non sono più il suo riferimento, sostituiti dalle linee Onu. Se anche ci sono contraddizioni, non le si vuole vedere, perché non ci si vuole scontrare, perché alla fine si condividono. E l'obiezione di coscienza non è nemmeno prevista ...
Cosa ci rimane? La fede in Cristo e la buona battaglia per la Verità, sempre più davvero, "battaglia di idee", da non tacere mai.
Lettera firmata
La lettera testimonia uno stato molto diffuso di difficoltà e sofferenza nella Chiesa, soprattutto da parte di molti laici impegnati. La crisi dottrinale della Chiesa, ormai di grande evidenza, produce una prassi cieca che persegue obiettivi spesso sbagliati e addirittura disumani, battezzandoli di dialogo facilone e troppo umana carità.
Un luogo decisamente in prima linea di questo inganno nella Chiesa di oggi è la scuola, nella quale gli insegnanti cattolici non sanno più come porsi, soprattutto gli insegnanti di religione della scuola di Stato, ma anche quelli della scuola paritaria: sia gli uni che gli altri devono applicare le direttive del nuovo insegnamento dell’Educazione civica.
Attenendosi alla giusta morale, quelle direttive sarebbero da applicare al contrario di quanto il ministero si aspetta e quindi, per l’insegnante cattolico entra in gioco la coscienza. Le linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica parlano di ambientalismo, di Costituzione, di Obbiettivi ONU per il 2030 … ma nella scuola di oggi ci vuole coraggio a insegnare che il Creato non è solo la natura, che la Costituzione va rispettata solo se essa rispetta dei principi a sé superiori altrimenti no, che gli obiettivi ONU non possono essere accettati perché contro la vita e la famiglia. C’è anche chi questo coraggio ce l’avrebbe, se solo fosse sostenuto dai pastori.
Se la Santa Sede appoggia obiettivi ONU che prevedono l’aborto, perché mai io, povero insegnante cattolico di una povera scuola qualsiasi in una cittadina italiana qualsiasi, dovrei rischiare di insegnare il contrario, prendendomi pure le censure dell’Ufficio diocesano responsabile? È proprio necessario un insegnamento della religione cattolica con cui la Chiesa diffonde l’ideologia di Stato imposta dal ministero della pubblica istruzione?
Oggi si moltiplicano i casi di cattolici contraddetti dai pastori, lasciati soli al fronte, sostenendo che di fronti ormai non ce ne sono più perché sono finite le lotte della Chiesa col mondo, mentre è vero piuttosto che il fronte non si è dissolto, si è solo trasferito dall’esterno all’interno della Chiesa.