L'Africa che teme di perdere i vaccini (a causa di Kennedy jr)
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Con la nuova amministrazione Trump, soprattutto con la nomina di Kennedy jr alla Sanità, l'Africa teme di perdere le forniture dei vaccini, di cui ha bisogno. Kennedy smentisce. Ma perché gli Stati africani hanno sempre bisogno di aiuti esteri per tutto?
In Africa la notizia della nomina di Robert F. Kennedy junior alla carica di ministro della sanità e dei servizi umani Usa ha accresciuto la già diffusa preoccupazione per il futuro degli aiuti umanitari dei quali, a tanti decenni dall’acquisizione dell’indipendenza, gli africani continuano ad avere estremo bisogno. Gli Stati Uniti sono di gran lunga i maggiori finanziatori degli aiuti per lo sviluppo e il welfare dei paesi in via di sviluppo e anche tra i principali sostenitori delle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite. Avrebbe quindi conseguenze rilevanti se la nuova amministrazione decidesse tagli ai finanziamenti e la ridefinizione dei programmi di assistenza ai paesi poveri, interventi che erano già stati proposti, ma non realizzati durante il primo mandato presidenziale di Trump.
Si teme ad esempio che Trump possa riproporre il ritiro dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. Lo ha fatto nel 2020 accusando l’organismo di gestire male la pandemia di COVID-19 e di aver aiutato la Cina a nascondere la diffusione del virus e dicendo che del denaro degli americani sarebbe stato fatto miglior uso. È quasi certo che intenda rivedere i rapporti con un'altra agenzia Onu, l’Unfpa, il Fondo per la popolazione, e sospendere i fondi ad essa destinati se impiegati per programmi di salute sessuale e riproduttiva che includono pratiche abortive. Le ripercussioni di questi e di altri interventi in materia di assistenza sanitaria avrebbero un pessimo impatto sui paesi africani per i quali gli aiuti sanitari internazionali sono indispensabili per sopperire alla carenza di personale, medicinali, ospedali e attrezzature.
I mass media hanno dato molto risalto, non solo in Africa, al fatto che Kennedy sia un “no-vax” e quindi che potrebbero essere colpiti anche i fondi destinati alle campagne di vaccinazione nei paesi poveri. «Non toglieremo i vaccini a nessuno» ha subito rassicurato Kennedy jr e lo ha ripetuto più volte. La sua preoccupazione, ha spiegato, è la sicurezza dei vaccini che a suo parere presenta “enormi lacune” ed è di questo che intende occuparsi. Tuttavia la reazione del principale organo sanitario pubblico africano, Africa CDC (for Disease Control and Prevention), alla vittoria di Trump e all’incarico offerto a Kennedy è stata quasi minacciosa. «Se gli impegni presi non saranno mantenuti – ha dichiarato il suo direttore, John Kaseya – la sfiducia già diffusa adesso in Africa creerà un grosso problema tra gli Stati Uniti e il continente».
I paesi africani continueranno, non c’è dubbio, a ricevere dagli Stati Uniti e dal resto del mondo milioni di dosi di vaccini in dono e, se necessario, il supporto dell’Oms, di Medici senza frontiere e di innumerevoli altre associazioni internazionali per far fronte alle crisi sanitarie che continuamente si aprono nel continente, ancora flagellato come nessun altro da malattie che uccidono ogni anno milioni di persone. Il 94% dei casi di malaria e il 95% dei morti per questa malattia (più di 600mila in totale) nel 2022 si sono registrati in Africa. Nello stesso anno almeno altre 424mila persone (il 33% del totale mondiale) sono morte di tubercolosi. Nel 2023 circa 107.500 persone, quasi tutti bambini di età inferiore a cinque anni, sono morte di morbillo.
Da mesi nel continente continua a diffondersi una nuova epidemia, di mpox, iniziata nella Repubblica democratica del Congo e in seguito alla quale ad agosto l’Oms ha dichiarato lo stato di emergenza di salute pubblica internazionale. I casi dichiarati dall’inizio del 2024 al mese di settembre sono “solo” 32mila e 840 i morti, ma sono l’estensione ormai a oltre un terzo dei paesi africani, dal Marocco al Sudafrica, dalla Costa d’Avorio al Kenya, e l’aumento esponenziale dei contagi a spaventare. Rispetto al 2023 si è avuto un incremento dei casi del 500%. La cooperazione internazionale si è impegnata finora a fornire ad Africa CDC quasi un miliardo di dollari e, oltre a quelle già ricevute a partire dalla scorsa estate, all’inizio di ottobre sei stati e l’Unione Europea hanno garantito la consegna di altri 5,5 milioni di dosi di vaccino.
Invece di reclamare aiuti come se fossero dovuti e di minacciare, i dirigenti di Africa CDC, e con loro quelli dell’Unione Africana e tutti i governi del continente, dovrebbero però riflettere seriamente sul fatto tragico, imperdonabile che malattie altrove debellate o delle quali si è saputo contenere la diffusione e la letalità possano ancora avere in Africa effetti così devastanti: milioni di vite perdute, di famiglie affrante, di bambini senza più genitori e di genitori che piangono i figli morti nei primi anni di vita, e poi danni sociali ed economici incalcolabili.
Mpox non fa paura in Italia. Nessuno si vaccina perché in Italia si cura facilmente e non è quasi mai mortale. Dovrebbe essere così anche in Africa e invece molti africani ne muoiono perché malnutriti, debilitati da altre malattie e soprattutto perché trascurati, curati male, lasciati morire senza che qualcuno se ne prenda cura.
Di questo dovrebbero preoccuparsi gli africani che occupano posizioni di responsabilità e riflettere seriamente sui motivi per i quali, indipendenti da oltre mezzo secolo, ancora non sono in grado di offrire un sistema sanitario efficiente ai loro connazionali e per questo devono ricorrere ai vaccini per cercare di salvare vite umane anche quando non sarebbero necessari. Durante la pandemia i leader africani avevano dichiarato che mai più sarebbero dipesi “dalla carità svogliata e negligente dei paesi ricchi”. Avrebbero costruito i loro centri per la produzione di vaccini. Nel 2021 almeno dieci Stati africani hanno deciso di diventare autosufficienti, hanno chiesto e ottenuto finanziamenti da Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e altri paesi per costruire fabbriche farmaceutiche.
«Perché dobbiamo dipendere dal resto del mondo per tutto? – si domandava il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni parlando a un vertice dell’Oms nel 2021 – Ci dobbiamo vergognare. È una vergogna che tutto il continente aspetti sempre di essere salvato dagli altri. È ora che smettiamo di aspettare donazioni di vaccini e incominciamo a produrceli». Sarebbe il caso di sapere che fine abbiano fatto quei centri di produzione e come mai, tre anni dopo, l’Africa sta di nuovo aspettando di essere salvata.