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L'affondamento dei narcos venezuelani e la nuova dottrina Monroe

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Un secondo barchino dei narcotrafficanti venezuelani è stato affondato nei Caraibi dagli americani. Trump pone molta enfasi sull'uso della forza militare per mantenere l'ordine nelle Americhe. 

Esteri 17_09_2025
Il caccia americano USS Sampson a Panama (La Presse)

Prove generali per una nuova dottrina militare degli Usa. Una postura strategica che ne riprende una antica: la dottrina Monroe del 1823, con la quale i nuovissimi Stati Uniti, indipendenti da appena un trentennio, si ergevano a protettori dell’America centrale e meridionale, tenendo fuori le potenze coloniali europee, ma al tempo stesso si ripromettevano di non intervenire nelle guerre europee. La dottrina Monroe, dal 1823 al 1917 (dunque dall'indipendenza dei paesi sudamericani all'intervento Usa nella Grande Guerra), a parte la parentesi della Guerra Civile, ha comportato, non un lungo periodo di pace, ma una serie di piccole guerre con i paesi dell’America centrale e caraibica, Messico per primo, a cui gli Usa hanno sottratto tutti gli Stati del nord (l’attuale sudovest americano, inclusi Texas e California).

Le piccole guerre nelle Americhe erano dovute soprattutto al mantenimento dell’ordine nella regione, per la stessa sicurezza degli Usa. È quel che sta avvenendo in queste settimane con il Venezuela. Per un motivo di ordine interno (il traffico di droga), le forze armate statunitensi stanno aumentando continuamente la pressione militare sul regime di Maduro, accusato egli stesso di essere a capo di uno dei cartelli della droga, quello “dei Soli”. Dopo aver affondato un primo barchino del narcotraffico il 2 settembre, gli aerei americani ne hanno colpito e affondato un secondo il 16 settembre. Trump ha dichiarato il giorno stesso (ieri, per chi legge) che il generale Dan Caine, capo degli Stati Maggiori Riuniti, gli aveva mostrato le prove che gli uomini uccisi a bordo fossero trafficanti di droga, con il carico a bordo.

Trump ha affermato che le autorità statunitensi avevano identificato i tre uomini come «narcoterroristi confermati» provenienti dal Venezuela. L’attacco, dice il presidente repubblicano, è un messaggio ai cartelli della droga sui rischi del trasporto di stupefacenti verso nord. Trump ha aggiunto che se le spedizioni continueranno via terra «le fermeremo allo stesso modo in cui fermiamo le barche», cioè bombardandole.

Inevitabili le proteste di fronte a tanta ostentazione di forza militare. Per il senatore Jack Reed (Democratico): «Nessun presidente può dichiarare guerra segretamente o compiere omicidi ingiustificati: questo è autoritarismo, non democrazia», ​​ha affermato ieri. «Queste operazioni sconsiderate e non autorizzate non solo mettono a rischio vite americane, ma minacciano di scatenare una guerra con il Venezuela che trascinerebbe la nostra nazione in un conflitto che non abbiamo scelto». Il deputato Jamie Raskin, sempre Democratico, ha accusato l’amministrazione Trump di aver distrutto il principio del giusto processo. «Solo il Congresso ha il potere di dichiarare guerra», ha affermato. «Se si tratta di applicare la legge, non è così che funziona. Il governo non è la polizia, il pubblico ministero, il giudice, il processo e il boia». A questa posizione dà manforte Amnesty International: «Possono chiamarli terroristi, ma ciò non significa che siamo impegnati in un conflitto armato con quel gruppo, e non ci autorizza legalmente a ucciderli», come ha affermato Daphne Eviatar, avvocata per i diritti umani di Amnesty International negli Stati Uniti.

L’amministrazione Trump pare totalmente impermeabile a queste critiche. Trump ha evocato i poteri del presidente di ordinare azioni militari quando la sicurezza nazionale è in pericolo. E ritiene che l’ingresso di droghe pesanti nel paese, dunque anche il loro contrabbando nei Caraibi, sia un pericolo immediato.

Proprio negli stessi giorni in cui i barchini dei narcos venivano colati a picco, al Pentagono veniva presentata la nuova dottrina militare (non ancora definitiva), la nuova Dottrina Monroe, ma ancor più isolazionista. I funzionari del Pentagono, ispirati da Elbridge Colby (uomo di fiducia del vicepresidente JD Vance) propongono al dipartimento di dare priorità alla protezione del territorio nazionale degli Stati Uniti e dell’emisfero occidentale: insomma, la Cina non è più la priorità, la Russia non la è mai stata. L’esercito serve per l’America e basta.

Difatti, ancor prima che venisse discussa la nuova dottrina, già si osservavano cambiamenti notevoli nello schieramento delle forze armate americane. Spiega il perché dello schieramento senza precedenti di forze aeree e navali nei Caraibi e il grilletto facile contro i sospetti narcotrafficanti in mare. Spiega il perché della mobilitazione di migliaia di unità della Guardia Nazionale per sostenere le forze dell’ordine a Los Angeles e Washington. E spiega l’istituzione di una zona militarizzata lungo il confine meridionale con il Messico che consente alle truppe di arrestare civili, un lavoro normalmente riservato alle forze dell'ordine.