L’adesione a Dio - Il testo del video
Per Israele e la Chiesa riconoscere l’unico vero Dio e aderirvi nasce da un’esperienza storica ben precisa, l’Esodo. E cristianamente noi abbiamo sperimentato che solo Cristo ci libera dal peccato. Amare Dio sopra ogni cosa è la risposta adeguata all’amore di Dio, e significa vivere secondo le virtù teologali (fede, speranza, carità) e di religione (adorazione, preghiera, sacrificio, voti e promesse).
Come si è già avuto modo di vedere, l’atto di fede si articola in più elementi: credo Deum, credo ad Deum e credo in Deum.
- CREDO DIO è l'espressione della fede, dell'esistenza di Dio, dell'unità di Dio
- CREDO A DIO, è il motivo formale della Fede
- CREDO IN DIO, che indica il movimento di adesione
Il contenuto più forte di questo primo articolo della Fede è il seguente: capire che l'adesione del popolo di Israele e poi della Chiesa all'Unico vero Dio non è una adesione che nasce da uno studio, ma da un'esperienza storica ben precisa. In particolare, il correlato di questo articolo, che è il primo comandamento, si colloca nell'esperienza fondamentale dell'esodo, quando il popolo di Israele sperimenta che non gli idoli, non le “divinità” straniere, ma l'unico vero Dio, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, è il Dio che ha custodito Israele, lo ha liberato dalle mani del Faraone e ora lo conduce nella terra della sua eredità.
Cristianamente, noi abbiamo sperimentato che non gli dei, non gli idoli, non le potenze umane, ma solo Gesù Cristo, che rivela il volto di Dio e Dio incarnato, ci libera dalla schiavitù del demonio e del peccato.
Il rivelarsi di Dio è un'azione di Dio verso l'uomo, che richiede la risposta dell'uomo a Dio. L'uomo aderisce a Dio riconoscendolo come l’unico vero Dio che interviene nella storia e come unico fine della sua vita.
Nell'adesione all'unico vero Dio, si gioca tutta la vocazione dell'uomo e tutta la realizzazione dell'uomo come singolo, come popoli, nella storia. Non c'è possibilità di fraintendere o sottostimare questo primo articolo di Fede ed il suo correlato che è il primo comandamento.
Nel riconoscimento dell'unico vero Dio e l'adesione di tutto l'uomo come singolo, come società a questo unico Dio che si rivela, sta il cuore di tutta la vita degli uomini. E chiaramente misconoscere o non interpretare correttamente, o non considerare questo primo articolo della fede ed il primo comandamento, significa condannare l'uomo come singolo e come società, come nazioni, ad un deragliamento che porta inevitabilmente a fallire clamorosamente la propria vocazione, porta ad una infelicità temporale ed eterna, porta al fallimento del progetto di costruire un uomo ed un mondo senza Dio. Il grande attacco che viene mosso oggi alla fede sta proprio qui, nell'attacco al primo comandamento e al primo articolo della fede.
Questo perno della fede, senza il quale tutto il resto crolla, ha il suo correlato “negativo” nel primo comandamento. Cosa vuol dire? Il nostro aderire a Dio e dedicarci a Lui ha un punto oltre il quale non si può andare, ed è appunto il divieto che troviamo nel testo del primo comandamento.
Esodo 20, 2-5
«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai».
Se prendiamo il Catechismo della Chiesa cattolica, a partire dal numero 2084, troviamo come questo primo comandamento venga articolato in modo davvero lungimirante, in parte riprendendo dal Catechismo romano tutti gli aspetti di questo comandamento.
Questo primo aspetto negativo del comandamento "non, non, non..." vale sempre e non ammette eccezioni ed è l'elemento che protegge l'ordine essenziale, escludendo tutto ciò che lo può attaccare o minacciare. E' questo il senso del comandamento negativo, che implica la condanna di una serie di elementi che si trovano elencati dal numero 2110 in poi del Catechismo.
Questi atteggiamenti condannati sono:
- la superstizione
- l'idolatria
- la divinazione e magia
- l'irreligione
- l'ateismo
- l'agnosticismo
C'è poi l’aspetto “positivo” di questo comandamento, che chiede una adesione a Dio. In particolare nel Catechismo questa adesione viene espressa da tre sottocapitoli, nei quali si spiegano rispettivamente la vita nelle virtù teologali (fede, speranza e carità) gli atti propri della religione (l’adorazione, la preghiera, il sacrificio, i voti); e infine la spiegazione della proibizione di farsi delle immagini di Dio.
Il Catechismo, spiegando il primo comandamento, parla anzitutto della necessità per il credente, per l'uomo, di vivere una vita teologale. Cosa significa?
Quando Dio si rivela per quello che è, necessariamente l'atto adeguato dell'uomo nei confronti di Dio è la fede, la speranza e la carità.
Dal numero 2087 al 2089 del Catechismo, vediamo come l'uomo di fronte a Dio accetta e accoglie tutto quello che Dio, essendo somma sapienza, verità increata, gli rivela. La Fede è dunque la risposta adeguata a Dio che si rivela; la virtù teologale della Fede mette così in moto tutte le capacità dell'uomo affinché egli conosca Dio, le sue leggi, i suoi comandamenti.
Inoltre, di fronte a Dio che si rivela come fonte di vita, come salvatore, come la speranza vera dell'uomo, l'uomo appunto risponde con la virtù teologale della speranza (2090- 2092). Questa rivelazione di Dio porta l'uomo a riporre la sua speranza in Lui, nella sua grazia ed a desiderarlo come il suo vero e unico bene.
Infine a Dio che si rivela, che si dona e che ama l'uomo, l'uomo risponde con la virtù teologale della carità (2093-2094): amare Dio sopra tutto e tutti e in tutto è la risposta adeguata alla rivelazione di Dio e all'amore che Dio dà all'uomo.
La fede, la speranza e la carità sono virtù teologali,
Vi sono anche le cosiddette virtù morali, ed in particolare la virtù della religione che è un'altra modalità di risposta adeguata a Dio.
Quali sono gli atti propri della virtù di religione?
- L'ADORAZIONE: l'atto con cui l'uomo si abbandona tutto a Dio e riconosce Dio e sé stesso per quello che è. E’ una sottomissione amorosa a Dio che si presenta come l'onnipotente, come il sommo bene, mentre l'uomo riconosce di venire dal nulla e di avere il proprio essere e ogni bene solo grazie a Dio.
- LA PREGHIERA: l'elevazione dello sguardo, del desiderio, del cuore, della mente a Dio.
- IL SACRIFICIO: offrire a Dio in segno di adorazione e di riconoscimento della sua maestria qualcosa di cui l'uomo si va a privare, fino all’offerta completa di se stesso.
- I VOTI E LE PROMESSE: sono il segno della nostra devozione a Dio, al quale facciamo delle promesse che manteniamo.
Se questi sono gli atti dovuti a Dio nelle virtù teologali (FEDE, SPERANZA E CARITA') e nelle virtù morali (LA VIRTU' DI RELIGIONE: ADORAZIONE, PREGHIERA, SACRIFICIO, VOTI E PROMESSE), significa che questi atti non solo sono adeguati a Dio e a Lui dovuti, ma vuol dire anche che devono essere dati a Lui solo.
Ogni volta che noi esprimiamo i suddetti atti nei confronti di qualcuno o qualcosa che non è Dio, allora stiamo andando contro il primo comandamento.
La modalità con cui il Catechismo presenta il primo comandamento è dunque molto ricco in quanto, insieme al primo articolo, è il cardine della Fede.