L’addio al maestro Virgilio
Dante non si sceglie lui il maestro, si è imbattuto in maniera imprevista e gratuita in qualcuno di cui riconosce l’autorevolezza e che chiama «autore, maestro e duce». L’autorità è una persona che ha la capacità di dire qualcosa d’importante sulla nostra vita (è quindi autorevole) e sa valorizzare il nostro io e i nostri talenti. Noi ci fidiamo dei suoi giudizi e dei suoi consigli, ma, nel contempo, continuiamo a sentire la bellezza e la drammaticità della nostra libertà. Il maestro, infatti, scommette e sollecita la libertà dell’allievo, non la mortifica.
Ebbene il lungo percorso di accompagnamento di Virgilio attraverso l’Inferno e il Purgatorio ha termine sulla montagna del Paradiso terrestre. Il poeta latino, infatti, ad un certo punto ha adempiuto al suo compito e sa farsi da parte. Non ha voluto legare a sé in maniera narcisistica il discepolo, ma al contrario gli ha indicato il bene facendosi compagno per un tratto del percorso dell’esistenza. Virgilio ha portato Dante verso le stelle, verso il compimento del suo desiderio.
Siamo ormai giunti alle ultime parole che il maestro rivolge a Dante prima di scomparire definitivamente dal palcoscenico della Commedia. Il poeta fiorentino è ormai giunto di fronte al Paradiso terrestre, quell’Eden abitato un tempo da Adamo ed Eva. Virgilio allora sintetizza il senso di tutto il viaggio compiuto fin qui tra Inferno e Purgatorio. Ne parliamo in questa puntata.