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OCCHIO ALLA TV

Lacrime ministeriali

Elsa Fornero, ministro del Welfare, è diventata personaggio televisivo suo malgrado, dopo il pianto trattenuto in diretta durante la conferenza stampa in cui il governo Monti presentava le misure cardine della nuova manovra economica. Al netto delle lacrime, restano le misure pesanti che gli italiani sono chiamati ad affrontare, l’umanità di una donna che prima di essere Ministro è un essere umano, il rischio che l’attenzione televisiva e mediatica si concentri più sulla forma che sui contenuti.

Occhio alla Tv 06_12_2011

Perfino Fiorello, nell’ultima puntata del suo show “il più grande spettacolo dopo il weekend” (Rai1, lunedì ore 21.10) l’ha imitata mentre singhiozzava e Roberto Benigni – suo ospite – ha voluto sottolinearne la sensibilità. E così Elsa Fornero, Ministro del Welfare, è diventata personaggio televisivo suo malgrado, dopo il pianto trattenuto in diretta durante la conferenza stampa in cui il governo Monti presentava le misure cardine della nuova manovra economica.

La commozione ministeriale in diretta è merce rara, per questo il pianto della Fornero è diventato un evento che il piccolo schermo ha impresso nella memoria collettiva come solo lui sa fare. Altre lacrime istituzionali immortalate in passato dalla tv sono rimaste nell’immaginario popolare, da quelle del presidente degli Usa Barack Obama dopo la sua elezione a quelle di Achille Occhetto in occasione della svolta di partito, passando per quelle di Letizia Moratti quando abbandonò il Comune di Milano e di Stefania Prestigiacomo all’uscita da un infuocato Consiglio dei Ministri.

Qualche politico poco raffinato si è affrettato a bollare la commozione della Fornero con un giudizio negativo, parlando addirittura di lacrime d’attrice. Altri si sono concentrati sui possibili effetti emotivi e sull’opportunità di piangere in pubblico.

Al netto delle lacrime, restano le misure pesanti che gli italiani sono chiamati ad affrontare, l’umanità di una donna che prima di essere Ministro è un essere umano, il rischio che l’attenzione televisiva e mediatica si concentri più sulla forma che sui contenuti.