La via leonina verso la pace liturgica passa per le proroghe
Il Papa non intende revocare Traditionis custodes, ma ha chiesto al Dicastero di concedere generose dispense al divieto di celebrare il rito antico nelle chiese parrocchiali. Ne ha informato i vescovi britannici il nunzio apostolico Miguel Maury Buendía.
Che Leone XIV fosse più incline alle tessiture che alle rotture è apparso evidente sin dall'inizio all'intera "tastiera" del mondo cattolico. Dall'assemblea plenaria dei vescovi di Inghilterra e Galles (10-13 novembre) filtra un nuovo significativo indizio. Il nunzio apostolico Miguel Maury Buendía – riferisce una fonte di The Pillar – ha informato i vescovi britannici che il Papa chiederà al cardinale Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto Divino, «di essere generoso» nel concedere dispense al divieto stabilito da Traditionis custodes di celebrare in rito antico nelle chiese parrocchiali.
Nessun dietrofront rispetto al predecessore, ma un cambio di approccio sì: Leone XIV«non ha intenzione di cambiare [Traditionis custodes]», ha spiegato il nunzio, «ma poiché nella Chiesa ci sono molti riti diversi, non c'è motivo di escludere la liturgia tradizionale». Secondo la fonte di The Pillar, «l'impressione [data dal nunzio] era che il Papa volesse che la porta fosse lasciata aperta e non ristretta o chiusa» e che il «tutti, tutti, tutti comprenda anche i fedeli della liturgia tradizionale».
Corsi e ricorsi storici: dopo le restrizioni decretate nel 2021 si riapre uno spiraglio proprio in Inghilterra e Galles, dove all'indomani della riforma liturgica san Paolo VI concesse un primo indulto passato alla storia – dal nome di una delle firme più celebri che chiesero la continuazione dell'antico rito – come "l'indulto di Agatha Christie".

