La vera Europa, spiegata da Adenauer, De Gasperi e Schuman
Nel giorno dei santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, riscopriamo il grande sogno europeo concepito da Adenauer, De Gasperi e Schuman. I quali, molto diversamente dall’Ue attuale, guardavano a un’unione di popoli europei accomunati dalle radici cristiane.
«L’opera di Cirillo e Metodio costituisce un contributo eminente al formarsi delle comuni radici cristiane dell’Europa, quelle radici che per la loro profondità e vitalità configurano uno dei più solidi punti di riferimento culturale, da cui non può prescindere ogni serio tentativo di ricomporre in modo nuovo ed attuale l’unità del continente», affermava san Giovanni Paolo II davanti ai rappresentanti dell’arte e della scienza riuniti nel Palazzo della Cultura di Sofia il 24 maggio 2002. I due santi – dei quali oggi ricorre la festa liturgica – erano stati proclamati compatroni d’Europa dallo stesso pontefice polacco diversi anni prima, con la lettera apostolica Egregiae virtutis (31 dicembre 1980).
Robert Schuman (1886-1963), Konrad Adenauer (1876-1967) e Alcide De Gasperi (1881-1954) non erano certamente fratelli – lo sappiamo bene – nati dallo stesso padre terreno, ma hanno vissuto nella loro vita una fraternità ancora più vasta, più intima e profonda, riconoscendosi figli di un Padre che è nei Cieli, e vivendo tutti e tre il grande sogno europeo, un sogno di fraternità fra i popoli accomunati dalle stesse radici cristiane. Era proprio questa l’idea che avevano scolpita nel cuore i padri fondatori dell’Europa moderna: Schuman, Adenauer e De Gasperi, un francese, un tedesco e un italiano. Tre uomini che hanno vissuto sulla propria carne gli orrori della guerra, tre importanti e visionari statisti. Ma soprattutto tre cattolici che hanno vissuto la vocazione politica nel pieno spirito di servizio a Dio e al prossimo, facendo della politica una ragione di vita per costruire un mondo migliore in cui le parole speranza, fratellanza e carità potessero risuonare forti in tutto il continente europeo.
Tutto ciò potrebbe sembrare – visto soprattutto il panorama europeo di oggi – utopia. Ma per i tre statisti non era così, perché la loro visione della politica partiva da un radicale e profondo impegno personale, nasceva da un credo religioso – quello cattolico – in cui gli ideali non erano solo “belle parole” relegate alla Sacra Scrittura, ma impegno quotidiano nella vita di tutti i giorni. Basterebbe guardare alle loro biografie per capirlo subito: personalità diverse, culture diverse, temperamenti diversi che non solo nel sogno europeo hanno trovato un punto d’incontro perché il centro delle loro esistenze, infatti, non si esauriva soltanto nella politica. C’era ben altro, qualcosa di ancora più intimo e vasto: l’Eucaristia. Dalle testimonianze delle persone che sono state vicine ai tre grandi uomini si evince quanto fosse importante per i tre statisti ricevere quotidianamente la Santa Comunione.
Robert Schuman era stato educato dalla madre fin da bambino alla preghiera e alla partecipazione giornaliera alla Santa Messa. Aveva una profonda devozione per la Vergine Maria e fu, in più occasioni, pellegrino al santuario di Lourdes. Konrad Adenauer, nato anche lui in una famiglia cattolica, aveva avuto nei genitori un esempio di vita cristiana. Alcide De Gasperi era stato il primo di quattro figli: dopo di lui nasceranno Mario, Marcella e Augusto. Interessante notare che Alcide e Mario furono indirizzati entrambi agli studi presso il collegio vescovile di Trento. Mario divenne sacerdote, mentre Alcide seguì un’altra vocazione, quella di portare il Messaggio del Vangelo nel mondo, nella società. Una chiamata, la vocazione politica, che d’altronde era sentita anche dagli altri due leader: «Forse noi due siamo chiamati da Dio a dare un contributo prezioso per i nostri fini comuni in un momento decisivo per l’Europa», così scrisse Adenauer a Schuman.
Inoltre, tutti e tre gli illustri personaggi, durante il periodo dei regimi totalitari, vennero accolti in strutture ecclesiastiche: De Gasperi in Vaticano, mentre Schuman e Adenauer in monasteri benedettini. Qui, nel rifugio della preghiera e nell’attività clandestina di liberazione dei propri Paesi, approfondirono la Dottrina sociale della Chiesa. Al riguardo, da citare due encicliche in particolare: la Rerum novarum di Leone XIII (1891) e la Quadragesimo anno di Pio XI (1931). Saranno questi i documenti pontifici di riferimento per il loro impegno politico.
In loro, la fede cattolica si andava ad intrecciare con la politica: la parola “democrazia”, ad esempio, era vista in una chiave di lettura cristiana. Schuman, a proposito, dirà: «La democrazia è nata e si è sviluppata con il cristianesimo. Essa è nata quando l’uomo, secondo i valori cristiani, è stato chiamato a valorizzare la dignità della persona, la libertà individuale, il rispetto dei diritti degli altri e l’amore verso il prossimo». E Adenauer, cancelliere della Germania occidentale dal 1949 al 1963, in un discorso del 20 luglio 1952 affermò: «Uno dei principi fondamentali del Cristianesimo è l’amore del prossimo e il rispetto del prossimo. Ora, questo principio non vale soltanto per l’individuo, ma anche per l’atteggiamento dei popoli gli uni nei confronti degli altri».
Alcide De Gasperi, nella Conferenza parlamentare europea del 21 aprile 1954, parlò delle radici comuni europee con queste parole: «Se con Toynbee io affermo che all’origine di questa civiltà europea si trova il cristianesimo, non intendo con ciò introdurre alcun criterio confessionale esclusivo nell’apprezzamento della nostra storia. Voglio solo parlare del retaggio europeo comune, di quella morale unitaria che esalta la figura e la responsabilità della persona umana col suo fermento di fraternità evangelica, col suo culto del diritto ereditato dagli antichi, col suo culto della bellezza affinatasi attraverso i secoli, con la sua volontà di verità e di giustizia acuita da un’esperienza millenaria».