La valle degli eremi
In Puglia, non lontano da Monte sant’Angelo, si trova l’abbazia di S. Maria di Pulsano, con i suoi eremi scavati nella roccia. Grazie al lavoro di monaci e volontari, l'una e gli altri hanno ritrovato l'austera bellezza delle origini.
Terminato il carnevale anche nella diocesi di Milano, da domenica 17 febbraio la chiesa cattolica comincia l’intenso cammino quaresimale. Un cammino che vogliamo percorrere anche concretamente, alla ricerca del cuore della nostra fede, nel silenzio e nella bellezza di alcuni luoghi straordinari che arricchiscono il patrimonio di arte sacra della nostra penisola. Le settimane che ci condurranno alla Pasqua avranno come oggetto di questa rubrica gli eremi più belli d’Italia, eremi da raggiungere magari con un po’ di fatica, che sarà ampiamente ripagata dall’intensità dell’esperienza vissuta.
Il primo itinerario ci porta in Puglia, poco lontano dalle frequentatissime spiagge del Gargano. In provincia di Foggia, ad una quindicina di chilometri da Monte sant’Angelo, si trova l’antichissima abbazia di Santa Maria di Pulsano, fondata nel VI secolo dal monaco papa San Gregorio Magno. Frequentata da monaci orientali e latini di diversi ordini l’abbazia vanta una lunghissima e complessa storia che la rende oggi luogo vivo e vitale di esperienza cristiana grazie al reintegro, nel 1997, della comunità cenobita dei fratelli di S. Maria di Pulsano.
L’abbazia, perfettamente restaurata, è di austera bellezza, ma quello che oggi ci interessa descrivere è la Valle degli Eremi, un aspro e scosceso vallone di roccia calcarea, in cui domina intatta la macchia mediterranea. In questo luogo, nel corso dei secoli, santi eremiti hanno affiancato i monaci costruendo o scavando nella roccia ben 24 eremi, con celle, luoghi di culto e di lavoro – anche un mulino! - e collegandoli tra loro con una rete di sentieri e stradine, canali per i rifornimento idrico e terrazzamenti per coltivare piccoli orti, che stupiscono ancor oggi.
Con un commovente e costante lavoro da più di dieci anni monaci e volontari restaurano i fabbricati, puliscono i sentieri, accompagnano visitatori e pellegrini a scoprire questi luoghi unici e coglierne la vera essenza, seguendo le parole di S. Atanasio, che quando scrisse la sua Vita di S. Antonio Abate così parlò dell’esperienza degli eremiti: “E così apparvero dimore di solitari sui monti e il deserto divenne una città di monaci che avevano abbandonato i loro beni e si erano iscritti nella cittadinanza dei cieli”.
Chi desidera scoprire la valle degli eremi può cominciare il percorso dall’Eremo di San Gregorio, il più antico e vicino all’abbazia. Costituito da un ‘ampia cavità naturale di circa 200 metri quadrati, a forma di L, è destinato ad accogliere gruppi, ad ospitare incontri e celebrazioni liturgiche. In San Gregorio è anche allestita una bellissima mostra fotografica permanente che permette di conoscere la storia di questo straordinario romitaggio.