La strada bella delle beatitudini
La beatitudine è un frutto che matura in cielo ma spunta sulla terra, perché il regno di Dio è in mezzo a noi. Nella compagnia quotidiana del Signore dentro ogni circostanza, ne possiamo godere la primizia. Gesù va dentro il cuore dell’uomo e vi scopre quelle verità che un’autentica esperienza di vita rende evidenti.
La lancia delle beatitudini taglia in due la storia. La promessa di Gesù nel Vangelo di Matteo esalta l’umanità minore e innalza le energie delle persone più deboli. Poveri, sofferenti, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri, operatori di pace, perseguitati e insultati, tutti coloro che non vincono le battaglie e le lotterie del mondo, vengono convocati sulla via della beatitudine, cioè di una impensabile felicità. Perché? Gesù non è il giullare che irride i potenti ma in fondo li invidia. Egli va dentro il cuore dell’uomo e vi scopre quelle verità che un’autentica esperienza di vita rende evidenti.
La prima è che la felicità arriva sempre di sghimbescio. Non la trovi quando la cerchi, ma ti riempie braccia e cuore mentre fai un’altra cosa: quando preghi e ti affidi, quando perdoni e sei perdonato, quando non pretendi e dai gratuitamente, quando non ti curi del successo e dei soldi, quando non ti inventi sogni, quando non calcoli ore e impegni. La felicità non è una serie di imprese e di soddisfazioni che si accumulano alla soglia di casa. Diventassi tu il padrone del mondo, staresti ancora a guardare il cielo, volendo conquistare le stelle.
La seconda è che la felicità la possiede Dio e in lui soltanto è contenuta la misura grande e traboccante che soddisfa il cuore dell’uomo. Se il cuore è ingombro di ricchezza, di superbia, di godimenti e piaceri insulsi, di rabbia, vendetta, odio, rappresaglia, invidie, come può fare spazio per ospitare Dio?
Gesù dice: Beati voi poveri, beati voi miti, beati voi puri… Nella vita di queste persone c’è spazio per ospitare la misura di Dio. Sono persone che attendono il primo raggio di sole, e se ne riscaldano all’albore. Sanno dire grazie alla mano che accarezza e al sorriso che le incontra, scoprono che nel dolore e nella umiliazione Dio si fa presente e sorregge.
La beatitudine è un frutto che matura in cielo ma spunta sulla terra, perché il regno di Dio è in mezzo a noi. Nella compagnia quotidiana del Signore dentro ogni circostanza, ne possiamo godere la primizia. Gli occhi di chi diventa puro e semplice di cuore riconoscono Cristo che vince con la misericordia, rialza chi è caduto, libera i prigionieri da ogni potere, accoglie chi è povero e bisognoso, dona la vita al peccatore pentito. “Il povero invoca e Dio lo ascolta”, canta il salmo. I peccatori diventano beati, salvati e riempiti della grazia della misericordia. Possiamo rallegrarci ed esultare.