«La speranza per l'Italia può ripartire solo dalla Vita nascente»
Una provocazione, ma intelligente. Il nome di Paola Bonzi come candidata al Quirinale aveva cominciato a farlo Antonio Socci, poi è stato rilanciato da "La Croce" e altri. La fondatrice del Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli a Milano - 18mila vita salvate in 30 anni - come capo di Stato avrebbe davvero qualcosa di nuovo da dire.
Un mese fa era stato Antonio Socci a lanciare il nome, rispondendo a chi gli chiedeva quale persona avrebbe visto bene al Quirinale. «Paola Bonzi», aveva detto, fondatrice del Centro di Aiuto alla Vita della Clinica Mangiagalli a Milano, che in 30 anni di attività ha salvato 18mila bambini. «Paola Bonzi presidente della Repubblica», aveva rilanciato il quotidiano "La Croce" nei giorni dell'esordio in edicola. E la candidatura è stata rilanciata anche nel corso dell'ormai famoso convegno sulla famiglia organizzato a Milano dalla Regione Lombardia. Forse nessuno ci ha mai creduto fino in fondo alla possibilità di una tale candidatura, ma non c'è dubbio che Paola Bonzi per il popolo della vita e della famiglia è un punto di riferimento importante; è stata per trenta anni anche un punto di riferimento per tante donne in crisi, e dal Quirinale avrebbe senz'altro qualcosa di nuovo da dire. E siccome Paola è una nostra carissima amica e collaboratrice della Bussola, un po' per scherzo e un po' sul serio le abbiamo chiesto di anticiparci il discorso a Camere riunite e a reti unificate con cui inaugurerebbe il suo settennato al Quirinale, tanto più che l'elezione del presidente della Repubblica cade quest'anno in occasione della Giornata nazionale per la Vita (1 febbraio). Ed ecco il discorso di Paola Bonzi, neo-presidente della Repubblica:
GRAZIE! GRAZIE! ANCORA GRAZIE!
La gratitudine è, forse, il sentimento che riempie il mio cuore in questo momento così strano e soprattutto così terribilmente impegnativo.
Vi siete fidati di me che, pur considerando la Politica il mezzo più importante per il raggiungimento del Bene Comune, non sono mai scesa in campo direttamente se non per quella magnifica avventura vissuta in nome della Vita, con Giuliano Ferrara.
Vorrei poter parlare senza considerare il grande numero dei cittadini italiani che probabilmente mi stanno ascoltando, ma come a un gruppo di amici di tutte le età e condizioni. Immagino, quindi, di mettere in cerchio comode sedie con i più piccoli nel mezzo. Soprattutto per loro, mi piace raccontare una sorta di narrazione, nel modo più classico possibile.
C’era una volta un Bel Paese fatto a forma di stivale; verde per le sue pianure, orlato di azzurro perché contornato dal mare, con una bella corona in cima piena di meraviglie, ghiacciai, rocce e laghetti di un blu intenso. Il nostro Stivale è attraversato, in tutta la sua lunghezza ancora da una lunga catena montuosa ricca di sorprese.
La storia di questo bel paese, l’Italia, è antichissima e densa di avvenimenti. Molti popoli vi hanno abitato e ciascuno ha lasciato tracce indelebili della propria cultura.
L’Italia ha fatto molta fatica a riunirsi! Tanti uomini valorosi e tante donne forti come le rocce delle nostre montagne, si sono ritrovati di nascosto, hanno organizzato manifestazioni e hanno anche combattuto perché da diversi piccoli regni potesse sorgerne uno solo che riunisse tutti gli Italiani. Il nostro Risorgimento raccoglie il valore, il coraggio, l’amore per la Patria e l’orgoglio di essere Italiani. Queste cose le abbiamo imparate a scuola e le persone della mia età, si sentivano fiere di essere Italiani.
Da quel tempo tante cose sono cambiate anche giustamente; abbiamo, però, perso quel gusto di “italianità”, quasi vergognandoci delle nostre sacche di povertà che, da alcuni anni, ci caratterizzano. Stiamo dimenticando di godere di grandi opere artistiche, di geni della letteratura, di città gioiello che nessun’altra nazione può vantare.
Dobbiamo toglierci da questo torpore, risorgere come quasi duecento anni fa. Io non avrei mai pensato di poter, un giorno, parlare ufficialmente al Popolo Italiano, ma oggi dico a gran voce: “Rialziamoci, ne siamo capaci!”
Ritroviamoci come cittadini di una stessa nazione che può dare tanto anche alle altre popolazioni! Risorgiamo da questo limbo che sembra appiattire tutto e valorizzare solo chi possiede grandi ricchezze!
L’Economia tenga conto di chi non possiede il necessario per far vivere sé stesso e la propria famiglia.
Le Industrie vengano riconosciute come la possibilità di vivere per tanti lavoratori rinunciando a guadagni ingenti e mettano chi lavora nella condizione di una vita dignitosa.
Lo Stato sia il primo a rifondere quanto spetta a tanti piccoli e medi imprenditori, pressati da grossi obblighi fiscali e restituisca loro le somme dovute da anni.
La Scuola torni a essere il luogo in cui si formano i futuri cittadini! Eravamo tra i primi se confrontati con gli altri Stati, e ora? Gli insegnanti sono mal retribuiti e spesso devono inventarsi altri lavori, forse trascurando la loro preparazione che richiede di essere continuamente aggiornata.
Diamo una mano alle famiglie nelle quali vengono messi in secondo piano i doveri di genitori che, spesso occupati entrambi, lasciano i figli in balia di sé stessi e dei mass media. L’informatica fornisce momenti allettanti di divertimento. Sicuramente più piacevoli dei compiti e delle lezioni e, lasciati soli, i figli ne fruiscono all’insaputa degli adulti.
E, dove abbiamo dimenticato le risorse costituite dalla Vita nascente? Il figlio unico sembra essere la scelta preminente. Dov’è il gruppo dei “pari” con cui misurarsi e fare squadra per vincere le sfide della vita?
Viene naturale parlare, a questo punto, dei bambini non nati. È come privarsi del futuro e accettare di essere perdenti davanti all’esistenza.
Vogliamo tornare a sperare? Probabilmente l’energia vitale che si sprigiona da queste piccole vite costituisce la capacità di ricominciare a costruire il futuro. La genitorialità deve essere sostenuta non solo con assegni di vario tipo ma con normative che consentano alle madri e ai padri di occuparsi dei figli senza perdere il proprio lavoro. Le strutture per l’infanzia sono scarse e ciò non favorisce l’integrazione sociale.
L’Italia è così straordinaria che è stata scelta come residenza di Pietro rappresentante del Cristo tra noi. Roma, sede del papato, la nostra capitale, richiama migliaia e migliaia di turisti che la vivono come il punto di riferimento per la loro spiritualità. È indispensabile per inventare la loro vita e far tornare grande il nostro Bel Paese.
Amiamo dunque la nostra Italia, dove i giovani devono trovare tutto ciò che permetterà loro di inventare una vita rispondente alle loro speranze e torneremo a essere il Bel Paese.
Con gratitudine, salutando tutti gli Italiani, a cui mi sento profondamente legata, non mi resta che proclamare: W L’ITALIA.