La Spagna si rifugia nella Chiesa che vuole umiliare
Gli spagnoli, con in testa i reali, si sono "rifugiati" nella Sagrada Familia per chiedere pace. Eppure è la stessa Spagna che cedendo alle ideologie relativiste ha umiliato la Chiesa con blasfemie e intimidazioni ai cattolici. Rileggere la consacrazione del tempio fatta da Benedetto XVI per capire qual è la risposta ai tagliagole islamici: "Una chiesa è l’unica cosa degna di rappresentare il sentire di un popolo".
E' una Spagna senza storia e identità quella che si presenta oggi all’appuntamento con i terroristi jihadisti. Una Spagna decadente nelle sue radici fondanti che esprime il suo sconcerto per essere diventata bersaglio del terrorismo islamico. Il tono da lamento y amargura che fa da corollario alle cronache di questi giorni ci parla di una terra stanca che si risveglia dal torpore guardando in faccia un nemico. Un torpore nel quale è piombata negli ultimi anni abbracciando tutte le ideologie del relativismo che ne hanno per certi versi indebolito la tempra. In Spagna la propria tradizione cristiana la si irride e la si vilipende. Eppure è una gloriosa e potente tradizione di santi che hanno contribuito a forgiare la cultura occidentale. Tutto questo è stato abbandonato sotto il giogo della furia ideologica che in questi anni ha contribuito a indebolire l’istituzione familiare, la cultura della vita, la fede di un popolo.
Ecco in Spagna questa religione l'hanno voluta sradicare. In questi mesi abbiamo dato tante notizie dalla Spagna raccontando dettagliatamente di come il cattolicesimo fosse diventato lentamente un problema di libertà religiosa. Abbiamo scritto di chiese e effigi sacre violate e vilipese dall’ideologia Lgbt senza che le autorità potessero, né volessero, intervenire e di come a vescovi e preti sia stata tappata la bocca persino con denunce ed esposti intimidatori. E proprio mentre le ramblas di Barcellona venivano investite dal terrore a Bilbao, andava in scena una mostra blasfema nella quale il crocifisso veniva sezionato senza pudore come un quarto di bue in macelleria.
Tutto questo ha fatto della Spagna una terra esposta ad ogni vento. Logico che gli jihadisti, decidendo di colpire, abbiano in un certo senso trovato terreno fertile. Perché laddove si abbandonano le proprie radici è lì che il nemico ha più facilità nel colpirti a morte.
Logico che gli jihadisti volessero colpire la Sagrada Familia. E’ un tempio meraviglioso, pieno zeppo di simbologie divine, le stesse che l'uomo spagnolo sta combattendo. Perché in fondo l’Islam vuole colpire Cristo, ma questo è già stato colpito in questi anni dal laicismo moderno, che ha avvicinato la Spagna di oggi a quella di 80 anni fa quando l’ideologia marxista bruciava le chiese e metteva a morte i preti. Oggi in Spagna diversi partiti, come Podemos o i Socialisti stanno addirittura cercando di espropriare le chiese facendole passare sotto il controllo dello Stato. E anche la Sagrada Familia, recentemente, è stata al centro di polemiche. Il sindaco di Barcellona non ne vuole sapere di completare il sagrato di accesso della chiesa capolavoro. Ci sono problemi urbanistici di difficile soluzione, certo. Però il disinteresse verso il tempio era già stato certificato.
Invece ieri mattina la Sagrada Familia ha accolto ancora una volta gli uomini persi e abbandonati. E lo ha fatto durante la messa di suffragio delle vittime della Rambla alla presenza dei reali di Spagna. Le immagini della messa non sono da sottovalutare e danno una speranza. Perché l’uomo quando ha paura torna a rifugiarsi dal padre. E così è stato ieri, perché la pace di cui ha parlato il vescovo di Barcellona, l’unità e la concordia che ha auspicato, soltanto Cristo la può garantire, perché viene da lui.
Converrebbe che ogni politico spagnolo in questi giorni andasse a rileggersi l’omelia pronunciata nel 2010 da Benedetto XVI in occasione della consacrazione della Sagrada Familia. Vi si trova molto di profetico. Papa Ratzinger citava il genio di Gaudì, da cui è partito il progetto dell’opera: "Una chiesa è l’unica cosa degna di rappresentare il sentire di un popolo, poiché la religione è la cosa più elevata nell’uomo".
Ecco che cosa deve tenere uniti gli uomini. E proseguiva: “La Chiesa non ha consistenza da se stessa; è chiamata ad essere segno e strumento di Cristo, in pura docilità alla sua autorità e in totale servizio al suo mandato. L’unico Cristo fonda l’unica Chiesa; Egli è la roccia sulla quale si fonda la nostra fede. Basati su questa fede, cerchiamo insieme di mostrare al mondo il volto di Dio, che è amore ed è l’unico che può rispondere all’anelito di pienezza dell’uomo. Questo è il grande compito, mostrare a tutti che Dio è Dio di pace e non di violenza, di libertà e non di costrizione, di concordia e non di discordia. In questo senso, credo che la dedicazione di questa chiesa della Sacra Famiglia, in un’epoca nella quale l’uomo pretende di edificare la sua vita alle spalle di Dio, come se non avesse più niente da dirgli, è un avvenimento di grande significato”.
Ecco una prima risposta da dare alla furia jihadista. Non proclami all’acqua di rose, ma tornare in chiesa come è stato fatto ieri mattina. Quella Chiesa che la Spagna sta così tenacemente cercando di umiliare e ridurre al silenzio, svuotata della signoria di Cristo.