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La sindrome del cattonito

Ormai è una nuova patologia quella del cattonito, ovvero il cattolico attonito: sta ad indicare un cattolico in preda ad un costante sbigottimento esistenziale, di fronte a ciò che si vede e si sente nella Chiesa.

Editoriali 24_09_2017
Il cattonito

Gli infettivologi ormai sono certi di aver individuato un nuovo ceppo virale che provoca un’altrettanto sconosciuta sindrome, la sindrome del cattonito. Il neologismo nasce dalla crasi di “cattolico” e “attonito”. Sta ad indicare in buona sostanza un cattolico in preda ad un costante sbigottimento esistenziale.

Ma vediamo più nel dettaglio quali sono i sintomi e le cause di questa patologia. In primo luogo abbiamo la diplopia, cioè il vedere doppio. Il fenomeno ha avuto un incremento esponenziale nel marzo del 2013 quando Papa Francesco incontrò il Papa emerito Benedetto XVI. In secondo luogo è frequente il fatto che il paziente accusi una spiccata incapacità di serrare le fauci, cioè a voler dire, con linguaggio volgare, che il cattonito rimane a bocca aperta. Questi sintomi si sono registrati in occasione ad esempio della beatificazione secolare di Pannella da parte di mons. Paglia; della notizia che la Bonino parlava in una chiesa e alcuni credenti, allontanati da questa, parlavano fuori con la polizia; della lettura di un articolo del Corriere della Sera in cui mons. Charamsa, segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, affermava di essere «un sacerdote omosessuale, con un compagno, felice e orgoglioso della propria identità».

Altro sintomo preoccupante, tremore incontrollabile alle mani. Il sintomo si associa sempre alla lettura di pagine di tabloid cattolici e a volte di documenti stampati nello Stato del Vaticano. In letteratura scientifica (cfr. R. Von Kasciolen, Giornalismo cattolico e pericoli per la salute, in Medicina per i baciapile, 5 – 2017) si sono registrati casi simili quando gli occhi del paziente si sono posati sulla nota 351 dell’Amoris laetitia relativa all’accesso dei divorziati risposati all’eucarestia e sul n. 303 della stessa dove si legge che “una situazione [che] non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo [convivenza, adulterio, etc.] … è la donazione che Dio stesso sta richiedendo”. Identico tremore quando il cattonito lesse sull’inserto mensile di Avvenire “Noi famiglia e vita” che si può predicare “la pari dignità di fronte a Dio di ogni orientamento sessuale”.

Ulteriore disturbo associato alla sindrome del cattonito: il blefarospasmo. Lo sbattere frequentemente le palpebre è provocato da giudizi espressi specie da prelati su questioni che al cattonito parevano assodate, quasi banali, da qui la sua espressione stupita – e dargli dello stupido ha quindi un suo fondamento – e i suoi commenti che in genere si sostanziano in un “Non posso credere ai miei occhi!”. Molti soggetti si sono lamentati di questo particolare disturbo quando lessero che per il superiore dei Gesuiti non possiamo sapere cosa esattamente disse Gesù perché a quel tempo non c’erano i registratori. Al cattonito venne da pensare nella sua ingenuità che se la cronaca scritta dei fatti e parole riguardanti Gesù stilata da testimoni diretti è meno attendibile di un registratore, quest’ultimo è anche meno attendibile di una videocamera, e quindi perché indicare nel registratore lo strumento più affidabile? Inoltre gli venne da pensare che se il resoconto degli evangelisti non è credibile perché manipolabile, così anche una qualsiasi registrazione audio. E poi: vuoi vedere che Gesù ha sbagliato l’epoca in cui incarnarsi? Non era meglio un paio di millenni dopo con tutta questa tecnologia moderna a disposizione? Il blefarospasmo in questo particolare caso riceve sostanziale sollievo dall’aprire la Bibbia e dal leggere in essa che l’autore di tal libro è Dio e che quindi tutti i fatti narrati nei Vangeli sono veri, altrimenti Dio sarebbe un bugiardo.

Infine abbiamo violenti rush cutanei al solo ascolto di alcune parole chiave della nuova Chiesa, quali dialogo, inclusione, discernimento, cammino, accoglienza.  Il virus che provoca la sindrome del cattonito al verificarsi degli eventi traumatici di cui sopra si può trasmettere da persona a persona: quindi è bene evitare di frequentare persone che presentano tale prospetto diagnostico e luoghi da queste affollati come pellegrinaggi, messe in rito antico, marce per la vita e le giornate della Bussola e del Timone.

La sindrome del cattonito è inoltre fortemente invalidante anche sul piano sociale. L’imperitura espressione di stupore dipinta sul volto del cattonito è scostante ed incomprensibile ai più, così felici di questa Chiesa che oltre a prendersi l’odore di pecora si è presa spesso pure quello del peccato delle pecore. Questo provoca emarginazione sociale, discriminazione ai danni del paziente cattonito quasi fosse un appestato. Esterrefatto ed allibito h24, il cattonito a volte è anche una compagnia sgradevole sia perché scade non di rado in atteggiamenti focosi ed esagitati nel tentativo inane di spiegare l’evidenza ai ciechi, sia perché all’opposto la sua indole fumantina svapora nell’intercettare lo sguardo dei suoi interlocutori – tra il vuoto e lo scocciato – e quindi si chiude in un rassegnato mutismo. C’è da aggiungere che molti esperti giudicano tutti questi sintomi una efficace difesa contro il logorio del laicismo ecclesiale moderno e quindi consigliano di non svegliare da questo intorpidimento esistenziale il cattonito, ma di lasciarlo nel suo stato catatonico, anche perché così non recherebbe più fastidio a nessuno.

Il lettore però deve stare tranquillo sia perché i soggetti colpiti sono numericamente pochi, sia perché i rimedi efficaci esistono. Ad esempio i medici consigliano 50 compresse di Rosario per die, lettura della BQ qb (lettura della Bussola Quotidiana quanto basta), esposizione reiterata ai sacramenti quali confessione e comunione, e sedute – anzi: inginocchiate – frequenti di preghiera personale. Non si sono registrati effetti collaterali nemmeno in gravidanza e, in merito alla posologia, il sovradosaggio può solo migliorare la severità del quadro clinico.