La Rerum novarum e il ruolo di padre Liberatore
In un articolo sulla Civiltà Cattolica, padre Federico Lombardi ricostruisce il ruolo centrale avuto da padre Matteo Liberatore nella stesura dell’enciclica di Leone XIII sulla questione operaia.
Nel numero in uscita de La Civiltà Cattolica (n. 4199, novembre, pp. 302-308), il gesuita padre Federico Lombardi firma un articolo intitolato “La Rerum novarum e La Civiltà Cattolica. Il ruolo di p. Matteo Liberatore”.
Si tratta di una interessante ricostruzione del ruolo non solo importante ma centrale avuto da padre Liberatore nella stesura della Rerum novarum di Leone XIII. Il riferimento principale è al volume pubblicato dalle Edizioni di Storia e Letteratura nel 1957 dal titolo L’Enciclica «Rerum novarum». Testo autentico e redazioni preparatorie dei documenti originali. Il libro era curato da monsignor Giovanni Antonazzi, coinvolto nell’impresa da mons. Domenico Tardini e da mons. Giuseppe De Luca. Ricordando quest’opera, padre Lombardi fornisce interessanti indicazioni sul modo di lavorare di Leone XIII e in particolare sui suoi più stretti collaboratori nell’impresa dell’enciclica sulla questione operaia, tra tutti il cardinale Tommaso Maria Zigliara e, appunto, il padre Liberatore.
Padre Lombardi ricorda anche che, durante una ristrutturazione dell’archivio de La Civiltà Cattolica, gli capitò una cosa sorprendente: fu trovato il primo testo manoscritto autografo di padre Liberatore del primo e del terzo schema italiano dell’enciclica con correzioni a mano dello stesso Liberatore. Dopo aver comprovato in questo modo il ruolo centrale di Liberatore nella redazione dell’enciclica con cui si apre la Dottrina sociale della Chiesa moderna, Lombardi si sofferma sulla sua persona e sui suoi rapporti con il Papa.
A margine di questa interessante nota può essere utile appuntare due brevissime considerazioni. Padre Lombardi ricorda queste cose nell’intento di segnalare la continuità tra La Civiltà Cattolica degli inizi – il Liberatore fu tra i suoi fondatori – e quella di oggi a servizio della Dottrina sociale della Chiesa. Però, tra la lotta del padre Liberatore contro il “naturalismo politico” combattuta proprio dalle pagine della rivista dei gesuiti e le posizioni teologiche della stessa rivista ai nostri giorni c’è una differenza abissale. Inoltre, Lombardi sostiene che padre Liberatore ha illuminato il cammino della Chiesa in quel tempo «assetato di cose nuove», dimenticando che né lui né la Rerum novarum erano assetati di cose nuove e che anzi le volevano combattere.
Stefano Fontana

