LETTERE IN REDAZIONE
La realtà secondo certe scuole
Nelle scuole d'infanzia comunali di Reggio Emilia (definite spesso le più belle del mondo) si insegna ai bambini che la realtà “è ciò che si tocca”...
LETTERE IN REDAZIONE
12_03_2012
Nelle scuole d'infanzia comunali di Reggio Emilia (definite spesso le più belle del mondo) si insegna ai bambini che la realtà “è ciò che si tocca”. Ciò che non si può toccare o vedere quindi non sarebbe reale e vero. L'esperienza sensoriale fatta con le mani è importante per i bambini, già nelle scuole dell'infanzia, ancor di più oggi quando la “realtà virtuale” è pervasiva e quotidiana, ma da sola non permette al bambino di capire tutto il mondo intorno e dentro di sé. Soprattutto quello “dentro”.
Infatti dopo aver toccato, guardato e ascoltato, ciò che assume più importanza avviene proprio “dentro”, perché suscita un'emozione e poi un pensiero ed infine una scelta. Se però lasciamo che l'emozione vada dove vuole, che si accetti il primo concetto qualsiasi che si affaccia alla coscienza, allora non educhiamo. E' preoccupante la mancanza di un “riferimento stabile” e di un minimo “discernimento” fra il bene e il male, il bello e il brutto, il vero e il falso.
Fin da bambini è quindi importante guidare a questa auto comprensione della realtà, perché bene e male, bello e brutto, vero e falso esistono e sono verificabili, anche se non si possono toccare.
Definire “realtà” ciò che si tocca impoverisce la conoscenza del mondo e degli altri, e impedisce la ricerca della propria dignità unica. Sono proprio queste carenze il nutrimento dell'emergenza educativa, e di conseguenza non si sbaglia quando diciamo che la persona umana non è solo “materia” che si vede e si tocca.
Gabriele Soliani
Reggio Emilia
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