La proteina Spike resistente e gli apprendisti stregoni
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Un importante studio mostra le caratteristiche della proteina Spike, la cui presenza può rimanere nel sangue fino a 187 giorni dopo la vaccinazione. E illustra le basi molecolari per un’ampia serie di eventi avversi, disabilità e decessi derivanti da malattie legate alle proteine Spike.
Le scoperte sui nuovi prodotti biogenetici a mRNA modificato continuano in crescita esponenziale. Il 12 giugno è stato pubblicato dalla rivista “Pharmacology Research & Perspectives” un articolo di rassegna di László G. Boros (università di Amsterdam) e altri autori tra cui gli italiani Carlo Brogna e Marina Piscopo, intitolato “mRNA di lunga durata, biochimicamente modificato e le sue proteine Spike ricombinanti nei tessuti umani e circolazione dopo la vaccinazione contro il COVID-19”. L’articolo è molto tecnico e qui ne offro una breve sintesi con alcuni miei commenti.
L’articolo si concentra sui principi di biochimica medica, proteomica e deutenomica che spiegano il persistente fenomeno delle proteine Spike in circolazione dopo l’inoculo dei prodotti biogenetici covid-19, con danno funzionale correlato agli organi in cui le proteine arrivano o in cui sono prodotte. La deutenomica è un approccio interdisciplinare alla biochimica medica che incorpora gli effetti submolecolari del deuterio (isotopo pesante dell’idrogeno, 2H-D) nel ragionamento patologico e clinico.
Fatto è che la proteina Spike ricombinante differisce dalla proteina di tipo selvatico (cioè del virus) per due sostituzioni di amminoacidi adiacenti nelle posizioni 986 e 987con l’amminoacido prolina, con lo scopo di stabilizzare la conformazione tridimensionale della proteina. Quest’ultima modifica apre la strada alle analisi di spettrometria di massa che, mediante digestione con tripsina (che non taglia la doppia prolina) differenziano facilmente la Spike sintetica da quella del virus.
L'esame mediante spettrometria di massa di campioni di sangue umano ha riportato la presenza di frammenti specifici della proteina Spike ricombinante dopo aver ricevuto vaccini a base di mRNA nel 50% dei campioni fino a 187giorni dopo la vaccinazione. L’analisi ha quindi importanti ricadute diagnostiche e medico-legali. Sul piano della patologia, i residui di prolina sono considerati dei siti di legame del deuterio nelle proteine strutturali con una robusta stabilità isotopica che resiste non solo alla degradazione enzimatica, ma praticamente a tutti i meccanismi di scissione (non) enzimatici noti in chimica. Secondo gli autori, questo fatto è fondamentale per comprendere meglio come il deuterio trasportato nelle molecole d’acqua di vari compartimenti cellulari stabilizza i vaccini mRNA, con possibili effetti di integrazione nel DNA e trasformazione cellulare.
L’articolo descrive bene un’altra caratteristica molecolare di questi prodotti. Negli iniettabili Pfizer-BioNTech (BNT162b2-Comirnaty) e Moderna (mRNA-1273), le basi azotate dell'uridina sono state sostituite da “pseudouridina” e metilate, quindi sono chiamate N1-metilpseudouridina (m1Ψ). Questa modifica produce basi azotate più stabili e aggira la sorveglianza immunitaria verso mRNA estraneo da parte dei recettori toll-like, prolungandone la permanenza nel corpo.
La natura persistente dell’mRNA che codifica per la proteina Spike fornisce un’esposizione pericolosamente lunga a una dose illimitata di questa proteina patogena e a suoi frammenti anomali prodotti da un’errata “lettura” della sequenza contenente le pseudouridine (“frame-shift”). Per tale "invenzione", le cui conseguenze nella patologia stanno emergendo ora e destano notevoli preoccupazioni, Katalin Karikò e Drew Weissman sono stati insigniti del premio Nobel. Come se ciò non bastasse, Papa Francesco – la cui passione per i vaccini è ben nota - nel febbraio di quest’anno ha nominato Katalin Karikó membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita, andandosi ella ad aggiungere ad altri forti sostenitori dei vaccini tra cui emergono Walter Ricciardi (già consulente del ministro Speranza) e Alberto Villani (presidente della Società Italiana di Pediatria). Alla luce delle crescenti prove della minima efficacia e della scarsa sicurezza dei prodotti biogenetici iniettabili, tale sbilanciamento dell’Accademia pontificia verso posizioni iper-vacciniste non può che lasciare perplessi.
Gli autori, biochimici, medici e biologi, illustrano le basi molecolari per un’ampia serie di eventi avversi, disabilità e decessi derivanti da malattie legate alle proteine Spike, che derivano dall’uso continuato e sconsiderato di questi prodotti. Chi ha sviluppato i vaccini e farmaci a mRNA ha ignorato, per “fretta” o per “interessi”, molti principi di base della biochimica medica, della fisiologia, della proteomica e della deutenomica, tanto che si è parlato di “apprendisti stregoni”.
Purtroppo molti pagano le conseguenze di questa pretesa vaccinista, che è stata adottata dalle autorità sanitarie in modo scriteriato, tanto da renderla obbligatoria per molte categorie di persone. Comprendere i meccanismi generali molecolari di cui sopra, in particolare nella crescita e trasformazione cellulare, negli eventi avversi gravi correlati ai vaccini con mRNA modificato è necessario per una valutazione del rapporto rischio/beneficio scientificamente informata di tali vaccinazioni, anche per il futuro.