La propaganda della morte viaggia in bus
Termina oggi con una festa a Nancy il lungo viaggio del "Bus de la liberté" attraverso la Francia per informare sulla legge che permette il rifiuto dei supporti vitali in caso di grave infermità. A colpire è che i protagonisti del Bus sono tutti giovani ed entusiasti, e vorrebbero una legge più permissiva.
Francia. Sono giovani, sono entusiasti, per il quarto anno consecutivo impegnati in un tour, con ‘le Bus de la liberté’. Sono partiti il 28 giugno, hanno effettuato 23 tappe in diverse città francesi. L’ultima tappa, la 24a è stata ieri, 30 luglio, a Chaumont.
Viene spontaneo pensare al tour del ‘Bus della libertà’ che ha girato l’Italia per informare e sensibilizzare sull’importante tema della libertà di educazione contro la ‘colonizzazione ideologica’. Educazione alla Verità, alla bellezza biologica e sacralità ontologica della Vita.
Guardare ed ascoltare nei video questi ragazzi nel sito dei giovani dell'ADMD (Association pour le Droit de Mourir dans la Dignité, Associazione per il Diritto di Morire con Dignità) parlare con passione, e di cosa parlano, lascia invece allibiti. Vogliono informare sulle Disposizioni Anticipate (come le nostre DAT) previste dalla legge Claeys-Leonetti, che consistono nella possibilità di rifiutare anticipatamente terapie e supporti vitali qualora uno si venisse a trovare in stato vegetativo, di minima coscienza, con un handicap, con malattie senza speranza di guarigione; ed il diritto alle ‘cure palliative’ come la sedazione profonda fino al decesso.
«Il fine vita non riguarda solo gli anziani, ma anche i giovani e per questo noi ci siamo mobilitati! Dobbiamo abbattere un grande tabù e non aver paura di parlare della morte», dichiarano. Fermano i passanti e sorridenti portano il loro messaggio del diritto a «morire con dignità»; e distribuiscono depliant esplicativi.
Niente di nuovo, in fondo; ormai si sa. E’ la cultura tanatologica di cui è pervaso il nostro tempo. Eppure ogni volta non si riesce a non rimanere sgomenti. Questi nostri giovani, i nostri ragazzi francesi - perché non si può non guardarli con tenerezza e struggimento, pensando che potrebbero essere i nostri figli - invece che essere protesi verso il futuro e la vita, lo sono già verso la morte: è così innaturale! Questi giovani non esprimono se stessi; sono indottrinati dal Potere e non lo sanno.
Il Potere in Francia ha un nome, collocato in un momento preciso della storia, a cui si continua ossessivamente a far riferimento: la Rivoluzione Francese; che ha sancito il sacrificio della verità dell’umano alla Ragione. La Laicité è garante della definitiva liberazione da ogni tabù. Laicité rivendicata anche il giorno dopo la strage di Charlie Hebdo, con il brindisi a champagne; e la richiesta perentoria di non pregare inviata ai cristiani, che stavano organizzando rosari per le vittime. E’ il trionfo totale dell’alienazione. Dio è morto. Dio non è risorto. E la morte ha l’ultima parola.
Allora la Laicité rinnova l’eterna Menzogna: tu, uomo, ragazzo, non devi temere la morte; perché non lei domina te, ma tu domini lei. Come? Programmandola, scegliendola, esercitandone il controllo. Tu ragazzo puoi - ed è giusto che tu lo faccia - decidere in anticipo (con la libertà di cambiare parere in qualsiasi momento e se non sarai in grado puoi scegliere chi sarà tuo garante) come e quando per te sarebbe ‘indegno vivere’ e ‘degno morire’. E compili un modulo, lo consegni allo Stato.
I giovani del tour forniscono ai cittadini moduli-tipo: cercano di rimanere nell’ambito di ciò che è legale. Ma l’Associazione considera limitata la legge francese attuale. L’ADMD e Les Jeus dell’ADMD in realtà hanno come scopo dichiarato la promozione di eutanasia e suicidio assistito. «I francesi vogliono la libertà definitiva, come gli olandesi, i belgi, i lussemburghesi e gli svizzeri hanno nel proprio paese. Secondo l'Istituto nazionale di studi demografici, ci sarebbero circa 3.000 aiuti attivi in Francia per morire: aiuti illeciti, mentre rispondono ad un desiderio legittimo che dovrebbe essere normato», si sbilanciano. Il solito mantra di legalizzare ciò che già esiste di fatto.
Il Bus “festeggia” oggi, 31 luglio,la conclusione del tour a Nancy…All’ospedale di Nancy, il 21 giugno scorso, è morta Inés, una ragazzina quattordicenne. I medici e i giudici, cioè la Democrazia, hanno deciso per il suo miglior interesse - essendo lei in stato semivegetativo ed i genitori musulmani alterati nel giudizio dalle loro convinzioni religiose e dal coinvolgimento emotivo - che sarebbe stato «ostinazione irragionevole» proseguire i trattamenti. Inés ha combattuto contro la morte e per la vita, circa 40 lunghe ore. Una lenta agonia per deprivazione di ossigeno, fame e sete: si può definire questo «morire nella dignità»?