La promessa è donna, principio di tutto

L’inizio di ogni inizio è una donna. Prima di essere cacciati dal giardino delle delizie, quando la bellezza della vita sgorgata dalle dita di Dio si trovò incrinata dal male, Adamo ed Eva si trovarono investiti da un castigo e da una promessa.

Il castigo fu una maternità di dolore e un lavoro di sudore, la promessa fu l’annuncio di una donna che avrebbe schiacciato la testa al serpente tentatore. Come un rivolo d’acqua pura la promessa ha percorso lunghi tratti nel grembo della terra germinando le voci dei profeti; finalmente è sgorgata in un chiaro ruscello attraverso Maria, la ragazza di Nazaret, ‘piena di grazia’, come la salutò l’Angelo.

Il Signore è con lei, la possiede totalmente, anima e corpo, fin dalla sua stessa concezione immacolata, e in lei genera un uomo nuovo, principio della umanità salvata. Nella casa di Nazaret e nel seno della vergine la creazione ricomincia con un nuovo inizio, come in terra buona e feconda. Maria dice sì a Dio Padre, accoglie l’ebbrezza dello Spirito, diventa Madre del Figlio. La storia si rimette in moto. In questa stessa maternità vengono nuovamente concepiti e dati alla luce i figli di Dio, uomini rinnovati secondo l’identità di Gesù il Nazareno, Figlio di Dio e Figlio di Maria.

Dice l’epitaffio di Abercio, risalente al secondo secolo della nuova era inaugurata da quel principio: “La fede mi guidò dovunque e mi dette per cibo il pesce di fonte grandissimo, puro, che la casta vergine ha pescato e porge a mangiare ogni giorno ai suoi fedeli amici, avendo un eccellente vino che suole donare col pane”. Il pesce è Cristo, ichtùs, acronimo greco che sta per “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”. L’Immacolata diventa principio nuovo di vita per tutta l’umanità. La promessa è donna.