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memoria liturgica

La promessa della Vergine a San Simone Stock

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In un periodo tutt'altro che florido per l'Ordine, il santo carmelitano rivolse un'accorata richiesta di aiuto a Maria, che rispose donandogli un "abitino" (lo Scapolare), segno e pegno della sua protezione materna: chi lo indosserà non patirà il fuoco eterno.

Ecclesia 16_05_2023

L’eterno dialogo tra l’ordine carmelitano e la Vergine inizia fin dalle origini dell’istituzione religiosa. E quando si pensa all’ordine carmelitano, nell’immaginario collettivo compare subito un fotogramma, un’immagine ben precisa: è il monte Carmelo, il famoso altopiano sul quale il primo profeta d'Israele Elia ha dimorato; il Carmelo, dove la Vergine è apparsa, allegoricamente, nel segno della nube colma di pioggia (1Re 18,41-45).

Ed è proprio su questo  monte – richiamato più volte nella Sacra Scrittura per la sua bellezza e fecondità – che si insedieranno nella seconda metà del XII secolo quegli eremiti giunti pellegrini dall’Occidente che daranno vita all’ordine religioso del Carmelo. Una storia, dunque, che si intreccia con Maria e con il materno amore per i Suoi figli. L’apparizione che il 16 luglio del 1251 ebbe san Simone Stock (del quale oggi ricorre la memoria liturgica), all’epoca anziano superiore generale dell’ordine carmelitano, rientra in quest’affascinante storia; in questo profondo legame tra l'istituzione religiosa e la Vergine.

Ma cosa accadde quel 16 luglio del 1251? Per comprenderlo a fondo è necessario precisare alcuni punti. L’apparizione della Vergine al santo carmelitano, prima di tutto, avviene a seguito di una richiesta d’aiuto dello stesso Stock. All’epoca, l’ordine religioso carmelitano non viveva un periodo florido per diversi motivi: gli eremiti del Monte Carmelo non erano ben visti e molto spesso erano addirittura oggetti di scherno; non erano ancora stati accettati benevolmente dal clero; derisi, inoltre, dal popolo visto il loro stravagante abbigliamento (una strana cappa a sette strisce perpendicolari, tre bianche quattro nere) e banditi persino dalle università.

Ed è proprio in questo scenario non certo confortante per i religiosi appartenenti al Carmelo che si inserisce l’appello di san Simone Stock alla Vergine: decide di rivolgersi alla Madre di tutti chiedendo il suo aiuto. E Lei sarà subito pronta a rispondere alla richiesta. Ma non solo – ecco il grande dono di quell’apparizione – perché il “privilegio” che accorderà all’ordine carmelitano sarà esteso a tutti i Suoi figli. Sarà la stessa Vergine a dire al santo carmelitano:

Prendi figlio dilettissimo, prendi questo scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morrà rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno.

Questa apparizione è menzionata da alcuni dei testi più antichi dell’ordine. Fra tutti,  I Fioretti di Nostra Signora del Monte Carmelo, testo di spiritualità carmelitana del 1461 circa, scritto dal religioso carmelitano Nicola Calciuri: «Simone, uomo di grande temperanza e devozione a Maria, pregava spesso con umiltà e insistenza la Vergine, gloriosa Madre di Dio, Patrona dell'Ordine Carmelitano, perché concedesse un privilegio a questo Ordine che si distingueva per il suo nome, e le diceva ogni giorno, nelle sue preghiere, con cuore tutto devoto: Fiore del Carmelo, Vigna fiorita, Splendore del Cielo, Vergine feconda, Madre unica, dolce, ma che non conobbe uomo, concedi ai carmelitani i tuoi favori, Stella del mare».

Inoltre, c’è uno scritto autografo – rinvenuto nella tomba dello stesso Stock – del venerabile Pietro Swanington, suo segretario e amico:

Il beato Simone, quantunque assai innanzi con gli anni, macerato dalle austerità passava ben sovente le notti in orazione. Un giorno, ricolmo di consolazione celeste, ci radunò tutti insieme; e parlò in questi termini: [...] Mentre io effondevo l’anima mia nel cospetto del Signore, sebbene altro non sia che polvere e cenere, e con tutta fiducia pregavo Maria Vergine mia Signora [...] mi apparve essa con grande corteggio, e tenendo l’Abito dell’Ordine disse: "Prendi, amatissimo figlio, questo Scapolare; attesto sarà il segno dell’Ordine tuo e della mia Congregazione e del privilegio ch’io ho ottenuto per te e per tutti i Carmelitani, col quale chiunque piamente morrà, non soffrirà l’eterno incendio. È questo un segno di salute, salvezza nei pericoli, pegno di pace e di alleanza eterna". Disparve, dicendomi ch’io avessi spedito a Nostro Signore Innocenzo, Vicario del suo benedetto Figliuolo, perché ponesse rimedio alle vessazioni. Fratelli, mentre nei vostri cuori conserverete queste parole, fate di tutto per rendere certa la vostra vocazione per mezzo delle buone opere, e di non mancarvi giammai.

 

Non soffrirà il fuoco eterno: non soffrire l’inferno, questo è il grande privilegio, la grande Promessa per chi indosserà l’abitino carmelitano. Lo scapolare – che richiama appunto l’abito religioso carmelitano – deve essere benedetto e imposto da un sacerdote – preferibilmente presso un convento di Carmelitani – con specifica formula di consacrazione alla Madonna.

L’abitino fatto di panno di lana, di forma rettangolare o quadrata e di colore nero o marrone, potrà essere sostituito, dopo la prima imposizione, con una medaglietta recanti: da un lato, l’immagine del Sacro Cuore di Gesù; dall’altra, quella della Beata Vergine del Carmelo. Nel caso si optasse per l’abitino di lana, una volta  usurato dal tempo, potrà essere sostituito da uno nuovo che non avrà bisogno di benedizione; mentre lo scapolare vecchio andrà conservato o bruciato. L’abitino deve essere indossato giorno e notte fino alla morte, e al collo in modo che una parte cada sulle spalle (da ciò il nome di “scapolare”) e l’altra sul petto.

Questa Promessa fatta a san Simone, inoltre, è stata seguita da quella fatta a papa Giovanni XXII, nel Trecento. Per comprendere il messaggio di quest’ultima è importante rifarsi alla Bolla Sabatina, scritta dallo stesso pontefice e pubblicata il 3 marzo 1322. Si tratta del famoso privilegio denominato sabatino: chi indossa l’abito-scapolare sarà condotto in Paradiso il primo sabato dopo la morte. A differenza della prima grande promessa, per cui basta indossare l’abitino con fede e devozione, per il privilegio sabatino è richiesto che vengano recitate alcune preghiere e si seguano determinate astinenze in nome di Maria.

Il 13  ottobre 1917, a Fatima, mentre avveniva il grande miracolo del sole, visto da più di 70.000 fedeli, la Vergine si mostrò ai tre pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta nelle vesti di Nostra Signora del Monte Carmelo. A loro, presentava nelle mani proprio lo scapolare. È lo stesso abitino che presenta anche a noi, ogni giorno, per vivere sempre di più il Suo Amore. Spetta a noi cogliere questo mirabile dono.