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VERSO LA GMG

La Polonia chiederà al Papa di incoraggiare famiglie e giovani

La Chiesa di Polonia chiede a papa Francesco un incoraggiamento alle famiglie cristiane e un forte appello ai giovani, perché «vediamo che fra tanti giovani c’è paura». Lo dice alla Nuova BQ Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, alla vigila della Gmg.


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Ecclesia 22_07_2016
Giovani polacchi in partenza per Cracovia per partecipare alla Gmg

“Polonia semper fidelis!”, è una definizione classica che testimonia come la storia di questa terra sia sempre stata strettamente legata a quella della Chiesa cattolica. Ora si appresta a ospitare la Giornata Mondiale della Gioventù, con migliaia di giovani che andranno a Cracovia per incontrarsi e pregare insieme a papa Francesco (dal 26 al 31 luglio).  Un appuntamento, questo delle Gmg, pensato e voluto dal santo papa Giovanni Paolo II, figlio di questa terra meravigliosa. La Nuova Bussola ha incontrato monsignor Stanislaw Gadecki, arcivescovo Metropolita di Poznan e presidente della Conferenza episcopale polacca, per parlare di Gmg, famiglia, vocazioni, Amoris laetitia e miracoli eucaristici.

Eccellenza, fra pochi giorni, a Cracovia, avrà luogo la Giornata Mondiale della Gioventù, insieme a papa Francesco. Come si prepara la chiesa polacca a questo grande evento?

«La Chiesa in Polonia è consapevole dell’importanza dell’evento. Per prepararci abbiamo vissuto un percorso spirituale di tre anni. In tutte le nostre parrocchie è stata proclamata una catechesi sui temi delle beatitudini. Il primo anno Beati i poveri in spirito, poi Beati i puri di cuore e, infine, il terzo anno - Beati i misericordiosi.  Abbiamo predisposto più di 287. 000 posti per accogliere degnamente i giovani da tutto il mondo. Sono impegnati più di 41. 000 volontari, i quali - spero bene - dopo la Giornata Mondiale saranno pronti a servire nella Chiesa e nella società. I nostri giovani – sapendo che ci sono tanti coetanei che non possono permettersi il viaggio per venire e pregare insieme al Papa - hanno proposto di fare una coletta per i loro amici. Così è stata preparata una campagna mediatica, Il biglietto per il fratello, ed hanno raccolto più di 350. 000 Euro. Devo sottolineare che in tutte le parrocchie stiamo pregando, affinché il tempo della Giornata Mondiale della Gioventù sia per tutti occasione propizia per incontrare Gesù e sperimentare la sua misericordia».

Il tema dei giovani ci porta a riflettere su due argomenti importanti: la famiglia e le vocazioni

«La situazione della famiglia polacca è particolare. Da una parte abbiamo famiglie unite, che pregano insieme, impegnate nella vita parrocchiale. Ma il problema consiste nella migrazione di molti padri all’estero, in cerca di un lavoro meglio remunerato. I bambini che rimangono soli, o con i nonni, soffrono, non potendo godere la vita di una famiglia pienamente unita. Un grave problema che stiamo osservando con molta inquietudine è la catastrofe demografica. Sono poche le famiglie che decidono di avere più di due bambini. Per questo motivo poi ci sono meno studenti nelle università, meno lavoratori, e meno seminaristi nei seminari». 

Qual è la situazione delle vocazioni in Polonia?

«Secondo le statistiche, nell’ottobre 2015 nei seminari diocesani in Polonia hanno cominciato la preparazione per il sacerdozio 748 alunni, fra diocesani e religiosi. In totale il percorso della formazione continua vede impegnati 3571 seminaristi. Nella vita consacrata femminile osserviamo una forte diminuzione del numero delle ragazze che vogliano abbracciare la vocazione. Nel 2014 nella vita religiosa attiva sono entrate 221 ragazze. Nel 2013 erano 247. Nonostante questo, 18.900 suore servono oggi Cristo e la Chiesa in Polonia (fonte: Statistica del Concilio Nazionale della pastorale delle vocazioni 2014).  Vediamo che fra tanti giovani c’è paura, e questo non permette di accogliere la vocazione. Qualche volta la buona situazione economica dei ragazzi è di ostacolo alla scelta di una via di povertà. Talvolta si preferisce una vita comoda e individualista, oppure non si ha abbastanza coraggio di affrontare il mondo laicista». 

A livello mondiale stiamo assistendo a un diffuso crollo della legislazione civile sulla realtà del matrimonio e della famiglia, anche in Italia è stata recentemente approvata una legge sulle unioni civili che equipara il matrimonio a qualsiasi unione affettiva. Qual è la situazione in Polonia?

«Secondo le statistiche i polacchi non desiderano l’equiparazione delle unioni di qualsiasi tipo con il matrimonio fra un uomo e una donna. La Chiesa da sempre ha promosso la catechesi su questo argomento. Nei momenti difficili non abbiamo paura di parlare su questi problemi. D’altra parte c’è una pressione mediatica molto favorevole alle persone omosessuali.  Devo anche sottolineare che stiamo vivendo un risveglio di tanti movimenti laici, i quali fanno campagne mediatiche in difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale. Preparano anche convegni nazionali per discutere sull’ideologia gender. Questa collaborazione fra i movimenti, le famiglie, la Chiesa, e attualmente anche da parte del governo, permette di avere un certo ottimismo». 

Sui temi della famiglia la Chiesa si è interrogata con un lungo cammino sinodale. Recentemente è stata pubblicata l’esortazione Amoris laetitia che ha provocato un certo dibattito interpretativo. Cosa ne pensa?

«Sono stato il delegato della Conferenza Episcopale Polacca al Sinodo. Durante il tempo precedente alla prima e seconda fase del Sinodo abbiamo discusso tante volte sulle questioni legate alla situazione del matrimonio e della famiglia d’oggi. Il risultato del Sinodo e del lavoro del Papa, l’esortazione Amoris laetitia, porta una visione ampia e propone alle famiglie del mondo un percorso spirituale per scoprire la loro identità. Per credere che l’amore è bello ed è possibile. Dobbiamo leggere questo documento nella sua integrità. Soltanto in questo modo possiamo capire ciò che vuol dire il Papa. Meditando sui suggerimenti dell’esortazione direi che molte cose nella nostra pastorale devono essere corrette oppure cambiate. Questo riguarda non tanto il processo dell’annunciare il Vangelo della famiglia oggi, oppure l’insegnamento sulla trasmissione della vita e l’educazione dei figli, ma la conversione del linguaggio, il cammino di preparazione al matrimonio, l’accompagnamento nei primi anni della vita matrimoniale, il confronto con le crisi, angosce e difficoltà, il dialogo della Chiesa coi genitori, le situazioni imperfette, la gradualità nella pastorale, il discernimento delle situazioni dette “irregolari” e l’accompagnamento alle famiglie divise, la creazione di strutture di supporto». 

Amoris laetitia, al paragrafo 3, dice che «in ogni Paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali». A proposito del discernimento per l'accesso ai sacramenti dei divorziati risposati civilmente quale pastorale pensa si realizzerà in Polonia? Sarà quella già espressa in Familiaris consortio, o ci saranno novità?

«In Polonia da anni esiste la pastorale delle persone divorziate che - dopo il fallimento del matrimonio sacramentale - si sono ri-sposate civilmente. Dopo il Sinodo Straordinario ho partecipato all’incontro nazionale dei sacerdoti e laici responsabili dell’accompagnamento di queste persone. Sono stato sorpreso dal fatto che le persone che sinceramente vogliono incontrare Gesù, non chiedevano il diritto alla Comunione. Durante i molti anni dell’unione civile essi hanno svolto un lavoro impressionante nello stare insieme, pregare, educare bene i loro bambini, ma nonostante questo essi vogliono che la Chiesa mantenga la disciplina dei sacramenti, perché solamente in questo modo possono essere sicuri che esiste la verità. Nel maggio 2016 abbiamo deciso di preparare un Vademecum di buone pratiche per proporle a tutti coloro che vogliono sinceramente avvicinarsi a Gesù. I lavori su questo Vademecum sono in corso. Vogliamo interpretare l’esortazione in relazione con tutta la dottrina della Chiesa. Stiamo cercando nuove forme e nuove proposte. Il Papa ci ha invitato a discernere e accompagnare queste persone. Noi vogliamo prendere sul serio queste persone e fargli sentire che la Chiesa è loro vicina. Ci sono molti modi in cui essi possono sperimentare la vicinanza di Gesù e scoprire il cammino di conversione».

Recentemente in Polonia vi sono stati miracoli eucaristici. A suo giudizio qual è il significato di questi segni che la Provvidenza ha voluto donarvi in questo nostro tempo?

«In Polonia la devozione al Santissimo Sacramento è presente. Secondo me in questi segni possiamo vedere che Gesù veramente ci ama e vuole stare in mezzo al suo popolo che - ovviamente ha i suoi problemi - ma si sforza di essere fedele al Vangelo. Nella storia i miracoli eucaristici hanno sempre avuto il fine di rafforzare la fede e risvegliare le persone indifferenti. Questo è successo anche da noi in Polonia. Ci sono tanti pellegrinaggi, tante persone che si confessano, tanti sacerdoti che vivono la loro vocazione con maggior zelo. Ne sono grato al Signore, che nell’anno della Misericordia ci ha voluto rivelare la sua presenza in modo tanto forte». 

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