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DIRITTO NATURALE

La natura ideologica del prof. Rodotà

La natura umana non esiste, dice
il noto giurista, ma lo fa in modo palesemente contraddittorio. Ecco
un breve pro memoria di contrasto.

Attualità 27_12_2011
Stefano Rodotà

 

A volte si spostano montagne senza saperlo. È il caso dell’intervista rilasciata da Stefano Rodotà, giurista e studioso di bioetica, a Liberazione il 27 novembre scorso. Il tema oggetto dell’intervista è interessante e suggestivo: la natura umana.

L’ex docente universitario afferma che «il riferimento alla natura è un riferimento che noi costruiamo in alcune situazione per opporci a qualcosa d’altro». Insomma la natura umana non esiste, è un costrutto artificiale dell’uomo messo a punto per smontare filosoficamente le posizioni avverse. L’allusione nemmeno troppo velata è ovviamente alla Chiesa cattolica che bolla contro natura condotte che di per sé invece dovrebbero essere accettate (vedi omosessualità).

«Se c’è qualcuno che si attribuisce quel diritto esclusivo di definire cosa sia la natura - continua il nostro - e anche di conseguenza di parlare in nome della natura siamo certamente di fronte ad un dato di tipo autoritario e pericoloso. Il monopolio della parola relativa alla natura è qualcosa che porta con sé un rischio. In realtà l’espressione contro natura […] è stata utilizzata per stigmatizzare i comportamenti. E quindi qui c’è immediatamente un significato di forzatura, di autoritarismo, rispetto a scelte individuali o collettive».

Cerchiamo su questo primo punto di fare un po’ di chiarezza. La Chiesa Cattolica in merito al concetto di natura fa sua una tradizione per nulla di carattere religioso ma laicissima e vecchia di millenni, che va da Aristotele, passa da Cicerone e approda ai nostri giorni, la quale predica che tutti gli uomini sono fatti alla stessa maniera. Non tanto dal punto di vista fisico ma sotto il profilo meta-fisico. Cioè l’essenza di ogni persona, la pasta di cui è fatto ci permettiamo di semplificare, è identica in ogni uomo. Ognuno di noi è perfettamente “uomo” nel senso che ognuno di noi è un esemplare di quel genus chiamato umanità. Nello stesso tempo ognuno di noi è unico, cioè pezzo unico di umanità. Tutti uguali per umanità - tutti uguali per dignità naturale perché tutti uomini – e tutti diversi nel modo in cui questa umanità si declina, fiorisce: c’è infatti chi è maschio e chi è femmina, chi è bravo in un lavoro chi in un altro etc. La creta di cui siamo fatti è sempre la stessa ma gli stampini che accolgono la creta sono uno diverso dagli altri. È come prendere in mano un mazzo di rose: sono tutte rose ma nessuna è davvero uguale all’altra.

Quindi siamo tutti uguali perché in tutti noi c’è la medesima natura umana. Aggiungiamo un secondo dato. La nostra natura umana tende ad alcuni beni fondamentali: la vita, la salute, la proprietà, la conoscenza, la socialità, il matrimonio, Dio, etc. Il nostro intimo è teso, orientato come una bussola, verso questi fini. Agire ledendo tali beni significa allora agire contro natura, contro quello di cui nel profondo davvero abbiamo bisogno. E’ un po’ come tentare di spostare l’ago della bussola dal nord verso il sud. Chi uccide un’altra persona o se stesso contraddice l’inclinazione naturale alla vita, contraddice il suo proprio essere. Chi ha un rapporto sessuale con una persona dello stesso sesso entra in conflitto con l’anelito naturale a congiungersi con una persona di sesso differente.

Seconda riflessione brevissima: che la Chiesa cattolica abbia il monopolio sul termine “natura” è falso, tanto è vero che lo stesso Rodotà ricorda che il filosofo Bobbio elencò diciotto significati dell’espressione “diritto naturale”, prova che chiunque può cesellare un proprio significato di “natura”, ognuno può fabbricarsi l’accezione del termine “natura” come meglio crede. Altro che monopolio, siamo in pieno liberalismo semantico.

Inoltre è davvero stupefacente credere che la Chiesa sia affetta da autoritarismo. Perché delle due l’una: o tu riconosci l’autorità della Chiesa sul tuo operato, sulle tue idee e comportamenti e allora liberamente ti sottometti al suo giudizio, oppure te ne infischi tranquillamente di cosa dica il Magistero e allora la sua autorità per te è pari a zero. Rodotà afferma cose in netto contrasto con quello che dice la Chiesa. Forse che questa potrà agire in qualche modo nei confronti del professore emerito? Sulle sue parole nulla può la Chiesa (se non, argomentando, ribattere).

Continua Rodotà: «Noi siamo biologia ma soprattutto biografia. Noi siamo una costruzione consapevole». Dunque abbiamo capito che per Rodotà la natura intesa in senso metafisico - cioè un qualcosa che non puoi toccare, né misurare o pesare - non esiste. Esiste solo la natura in senso empirico, biologico, cioè la natura è il nostro DNA. In definitiva noi siamo solo materia. Insomma Rodotà si dimostra un ottimo discepolo di Karl Marx. Detto questo il nostro entra in contraddizione allorchè parla di biografia, cioè della capacità di scelta che ha ogni individuo. L’autodeterminazione, così sostiene il nostro, fa della biologia  quello che vuole. Ma se siamo solo materia, il concetto di libertà deve essere escluso, obiettiamo noi. La materia non può scegliere di essere in un modo piuttosto che un altro. Una pianta non decide di mettere le foglie in primavera, lo fa in modo deterministico, necessitato e stop. Quando parla di libertà quindi Rodotà si contraddice perché inserisce nel suo ragionamento un elemento di carattere metafisico, dato che la libertà non è un bene materiale che puoi misurare o pesare.

Infine la chiosa: «In nome della natura si chiede al diritto di ricostituire l’ordine naturale “violato” dalla scienza. Come ha tentato di fare la legge 40 sulla procreazione assistita». La fecondazione artificiale - oggetto della disciplina della legge 40 - è quanto di più lontano dal processo naturale della procreazione. Infatti ha preso nome appunto di fecondazione artificiale e non di fecondazione naturale. Ora come si fa a sostenere che la legge 40 ricostituisce l’ordine violato dalla scienza? La legge 40 asseconda i deliri della scienza corrompendo l’ordine naturale il quale ordine ha stabilito invece che un bambino nasca dall’abbraccio amoroso tra mamma e papà e non in una provetta.

Le parole di Rodotà in realtà ci dimostrano che la natura eccome se esiste. Perlomeno quella ideologica che il professore asseconda con perfetta diligenza.